Le sfide impossibili dell'Eurispes

Le sfide impossibili dell'Eurispes CONSULENZE A PCI E CHIESA CATTOLICA, CONCORRENZA AL CENSIS E ALL'ISTAT. LA CARRIERA DI FARA, TRA SUCCESSI E INCIDENTI Le sfide impossibili dell'Eurispes Mario Sensini ROMA SE si pensa che nel Consiglio Direttivo del suo Eurispes è riuscito a mettere insieme Gavino Angius, capogruppo Ds in Senato, Clemente Mastella e Irene Pivetti, segretario e presidente deU'Udeur, l'ex ministro De Vicenzo Scotti, il socialdemocratico Luigi Goccioli, il verde Massimo Scalia, il consigliere comunale di An a Roma, Michele Baldi, e che fino a poco tempo fa c'era anche il ministro Gianni Alemanno e ci lavorava pure Maurizio Gasparri (Responsabile Politico, così dice il tamburino, della rivista Ordine Pubblim edita dall'istituto), è quasi naturale pensare a Gian Maria Fara come un uomo a cui piacciono le sfide impossibili. Come quella, l'ultima della serie, che ha lanciato all'Istat sulla qualità delle statistiche sui prezzi. Gallurese di 52 anni, Fara non è nuovo a imprese del genere. All'inizio dell'82, ad esempio, decise di sfidare il Censis, che allora era l'unico istituto "deputato" alla lettura della realtà sociale italiana. Fara si mise in testa di rompere il monopolio e nell'82 fondò l'Ispes, che cominciò a produrre i suoi "Rapporti sull'Italia" e a sfornare una valanga di ricerche sui più svariati argomenti: il casco obbligatorio, la svalutazione della lira, gli italiani in vacanza, gli incidenti stradali, la prostituzione, il divorzio. Da lì in avanti Fara e l'Ispes, che diventato Eurispes è tuttora l'unico vero contraltare dql Censis, hanno sempre galleggiato, e bène. Perchè si sta m piedi meglio se ci si appoggia su quattro o cinque gambe e non una. Una formula che Fara ha sintetizzato così nel sito internet dell'Eurispes, «dove confluiscono più culture di diverso orientamento che si ricompongono in un'unità omogenea ed originale». Succedeva così che si affidassero all'Ispes il Partito Comunista Italiano, per valutare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, e anche la Chiesa Cattolica, con la quale Fara ha sempre avuto un rapporto molto stretto. Così come con i militari, così come con tutti. Come dimostra il suo biglietto da visita: "Sociologo, Consultore del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali, docente di Fenomenologie criminali alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri, membro del Cda della Link Campus University di Malta, presidente dell'Istituto di Previdenza dei Marittimi". Incarico, quest'ultimo, in cui fu designato dal ministro Ds del Lavoro, Cesare Salvi, e confermato con voto unanime dalle Commissioni parlamentari di merito. Fara nasce, però, socialdemocratico. Tre anni di lavoro al fianco del ministro Michele Di Giesi alle Poste e al Lavoro, poi fondatore dell'Umanità, e quindi impegnato per il resto della vita a tessere la ragnatela delle sue conoscenze, che pian piano ha coinvolto nelle strutture dell'Eurispes, uomini come Giorgio Benvenuto, Renzo Foa, monsignor Enrique Planas (Delegato per la filmoteca vaticana e presidente del Comitato Scientifico dell'Eurispes), Alberto Abbruzzese, Giovanni Berlinguer, Carlo Jean, e ancora prima Giuseppe Ayala, e Giancarlo Caselli. Non che nella vita di Fara sia filato sempre tutto liscio. Nella scorsa primavera, ad esempio, fu coinvolto in una presunta maxitruffa sulla formazione professionale in Puglia. Venne messo agli arresti, dichiarati poi illegittimi dalla Cassazione, ma il Pm, concluse le indagini, non ha ancora presentato le accuse al Gip. Altro piccolo incidente, anche questo recente, è stata la condanna dell'Autorità di Garanzia sulle Comunicazioni che ha giudicato non proprio ortodosso il metodo usato dall'Eurispes per la sua ricerca-denuncia sul caro-scuola. Acqua passata. E mentre l'Istat prepara analoghe denunce all'Autorità per l'ultimo rapporto Eurispes sui prezzi alimentari, Fara brinda con i suoi collaboratori al nuovo colpo piazzato sui giornali. L'Istat, un altro monopolio che vacilla.

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