«Unioni infelici logorate dalla vicinanza»

«Unioni infelici logorate dalla vicinanza» PARLA IL PROFESSOR FORNARI: NON CONDANNIAMO LE FESTIVITÀ NATALIZIE «Unioni infelici logorate dalla vicinanza» Lo psichiatra: antichi rancori alla base dell'ondata di violenza analisi Marco Neirotti CI E' un'apparente contraddizione in questa scia di sangue che scorre dal Natale al Capodanno: proprio nei giorni di festa, quando si dovrebbe essere più felici, più rilassati, in famiglia, o comunque fra persone che vivono a stretto contatto, divampa la violenza, si uccide o si tenta di farlo. Il marito oppresso dai debiti di gioco aggredisce la moglie, un altro tenta di ammazzarla perché gli rifiuta un rapporto sessuale, un fratello è finito a coltellate per aver rimproverato quello che diventa il suo assassino, un padrone di casa spara al coinquilino con il quale già aveva tensioni Ima si difende dicendo di aver¬ lo scambiato per un ladro). Che cosa si spezza in quei legami? «Direi piuttosto die cosa accade in quei legami?» corregge il professor Ugo Pomari, docente di psichiatria forense all'Università di Torino. Professor Fomari, è possibile che le emozioni, il clima di festa che si vede negli altri accentuino disturbi di personalità, patologie già in atto? «Io lascerei da parte parole e paroloni di noi psichiatri. Non c'è legame diretto tra feste e questi episodi. La spiegazione è tragicamente semplice». Eppure vediamo una concentrazione di delitti. Come la spiega? «Appurato che le due settimane delle feste natalizie e di fine anno non incidono in quanto tali, non mutano o non esaspera- no delle personalità, possiamo ammettere però che c'è un nesso, una serie di passaggi. In questi periodi si sta di più insieme, si condividono ore e giorni. Laddove i legami familiari sono sereni, allora la gioia è ancora maggiore. Ma là dove il rapporto è già alterato, è già teso, è viziato da sospetti, rancori, irritabilità e tutto quel che si vuole, allora non la festa in quanto tale, bensì la convivenza che la festa favorisce amplifi¬ ca la tensione e fornisce più occasioni di lite, di provocazione, di errata interpretazione dei comportamenti altrui». Dunque ima sorta di indigestione di problemi già presenti lungo tutto l'arco dell'anno e qui compressi, ripetuti? «Esatto. Certi sguardi, certe parole che feriscono o offendono nel resto dell'anno, in una quotidianità diversa, dove si sta lontani, dove ognuno va per la sua strada, si diluiscono, si sfrangiano prima di arrivare all'esplosione. Per mantenere il suo esempio, diciamo che si digeriscono». Alla base, quindi, c'è una situazione già ben chiara che in queste occasioni trasforma la giornata o le giornate in un crescendo? «La vicinanza costante incide sui rapporti felici e su quelli infelici. Non' capita forse di stupirsi perché una coppia normale, sufficientemente serena e affiatata litiga di più durante le vacanze? Non è colpa delle vacanze, è soltanto che lo stare a lungo accanto fa emergere e sottolinea quelle difficoltà che si stemperavano nei mille impegni dei giorni di lavoro. E' come il vulcano. Se 1^ pressione è troppa...». Però qui stiamo parlando non di liti, parliamo di ammazzamenti compiuti o tentati. «Per questo dico che non è il clima festivo a scatenarli. Chi uccide o tenta di uccidere a Natale o a Capodanno è la stessa persona clic avrebbe potuto farlo anche due mesi prima. La differenza sta nel fatto che due mesi prima i motivi di conflitto, di insofferenza, di incapacità a controllarsi erano diradati nella giornata o nella settimana. La gente dorma tranquilla: non esiste che in una coppia o una famiglia felice, soltanto perché arriva l'Epifania, un nervosismo trasformi uno dei parenti in un violento, in un assassino tanto dolce nel resto dell'anno». «Lo stare a lungo insieme fa emergere le difficoltà che di solito vengono stemperate altrove»

Persone citate: Marco Neirotti, Professor Fornari