ECSTASY viaggio senza ritorno di un ragazzo su quattro

ECSTASY viaggio senza ritorno di un ragazzo su quattro L'ALLARME DELLA POLIZIA: SEQUESTRATE IN UN ANNO 50 MILA PASTIGLIE ATORINO ECSTASY viaggio senza ritorno di un ragazzo su quattro La chiamano droga da discoteca perché non fa sentire la stanchezza, la fame o la sete e fa reggere per ore anche la musica a duecento battute al minuto. L'ecstasy, però, viene ormai consumata anche negli uffici, a scuola, sul lavoro: una vera epidemia che si espande ad una velocità senza precedenti. Solo a Torino lo scorso anno i sequestri hanno toccato cifre da capogiro con un totale di oltre cinquantamila pastiglie. Se si considera che i sequestri corrispondono ad una minima parte di quelle in circolazione sul mercato (poco più del 20 per cento), la situazione è più che preoccupante. In Italia un giovane su quattro ne fa uso. Nella sola Unione Europea sono 3 milioni e mezzo i consumatori delle pastigliette colorate e, secondo i dati della Polizia Internazionale, i numeri non fanno che aumentare. Il consumo è capillare, il traffico illegale ancora poco organizzato: dunque lascia pochissime tracce. A gestire il mercato, infatti, non sono le classiche organizzazioni del narcotraffico, ma spesso gruppi isolati: studenti, incensurati e insospettabili che si improvvisano pusher. Rispetto alla diffusione di altre droghe - l'eroina per esempio - la catena dello spaccio è meno complessa e più diretta, ci sono pochissimi anelli intermedi tra il produttore e il consumatore. Se il luogo del consumo è prevalentemente la discoteca, la distribuzione delle pastiglie avviene fuori, per strada, tra amici: «Lo spaccio di ecstasy, al contrario di quello che si crede, non avviene all'interno dei locali pubblici, nelle discoteche - spiega Marco Martino, dirigente della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Torino - Funziona spesso a contatti chiusi: si compra da un amico o direttamente per strada». Oltre ai controlli e ai sequestri, l'attività della Polizia vuole soprattutto arginare il fenomeno con la prevenzione e l'informazione: «Non servono retate a tappeto nelle disco¬ teche, è inutile criminalizzare i luoghi di consumo, che tra l'atro non sono più soltanto i locali notturni - aggiunge Martino - dobbiamo fare in modo che la droga non arrivi». Ma certo non è cosa facile: l'ecstasy non ha odore, è semplice da trasportare, da produrre e da assumere. I prezzi di una pastiglia sono alla portata di tutti - tra gli 18 e i 8 euro a seconda che la si acquisti a inizio o fine serata, nulla rispetto ad altre droghe eccitanti, la cocaina ad esempio, che costa dai 70 ai 110 euro al grammo. I luoghi ideali per «farsi» rimangono le discoteche dove la musica lavora in sinergia con la chimica: l'identikit del consumatore è il giovane di circa 20 anni (ma molti iniziano già dai quattordici): ragazzi che dopo il «viaggio» si mettono alla guida e, se non provocano incidenti automobilistici, altri «effetti collaterali» dell'ecstasty , tornano a casa a dormire: il giorno dopo tutti normalmente a scuola o al lavoro. [e. st.] Nella foto d'archivio, un poliziotto mostra le pastiglie sequestrate durante un'operazione nelle discoteche del Torinese

Persone citate: Marco Martino

Luoghi citati: Italia, Torino