La beffa del bollo auto fantasma
La beffa del bollo auto fantasma ARRIVANO LE CARTELLE ESATTORIALI: CENTINAIA DI PROTESTE IN PIEMONTE La beffa del bollo auto fantasma Uffici Aci e sportelli dell'Uniriscossioni presi d'assalto Tra i casi quelli di vetture vendute da ormai vent'anni Giorgio Ballarlo Amara sorpresa di fine anno per centinaia di cittadini di Torino e provincia. Insieme a cartoline e auguri per San Silvestro, nella buca delle lettere hanno infatti trovato una cartella esattoriale della Uniriscossioni con la quale si esige il pagamento (rincarato dalla sanzione) del bollo auto del 1999. In tutto 125,69 euro, vale a dire 234 mila delle vecchie lire, da versare entro 60 giorni. Peccato che la maggior parte di queste persone giuri di aver regolarmente pagato la tassa di circolazione di quattro anni fa, oppure di aver venduto quell'automobile molti anni prima. E c'è persino chi si è visto recapitare una cartella esattoriale riferita a una vettura che non è mai stata di sua proprietà. Risultato: lunghe file alla vigilia di Capodanno agli sportelli dell'Uniriscossioni (gruppo Unicredito) e negli uffici decentrati dell'Aci, cercando di capire il perché di questa bizzarra richiesta. «Se ci sono stati degli errori non dipendono da noi - spiegano all'Uniriscossioni - il nostro istituto è solo un tramite fra la Regione Piemonte e i cittadini. Riceviamo gli elenchi dal servizio regionale dei tributi e ci limitiamo a spedire le cartelle ai nominativi che vengono indicati. Se pagano bene, altrimenti mandiamo una segnalazione in Regione e poi se la vedono loro». Insieme alla cartella esattoriale è stato inviato ai contribuenti anche un modulo per autocertificare l'avvenuto pagamento del bollo auto, ma a quanto pare le spiegazioni che accompagnavano il documento non erano troppo chiare. Infatti molti hanno preferito chiedere informazioni all'Aci o direttamente all'ente esattore. Domenico B., di Settimo Torinese, si è visto recapitare quattro cartelle per altrettante automobili che ormai da circa vent'anni non sono più di sua proprietà. «Sono tutte macchine che avevo tra la fine degli Anni 70 e l'inizio degli Anni 80 - assicura l'uomo - a quel tempo ero dipendente Fiat e cambiavo auto ogni sei mesi. Fra bollo arretrato e sanzione dovrei pagare oltre 500 euro per veicoli che ho venduto da un sacco di tempo e che forse. ormai, sono già state persino rottamati». Nel caso di un pensionato di Venaria Reale, Venerino G., l'errore è ancor più strabiliante. Attraverso la Uniriscossioni, la Regione gli chiede il pagamento della tassa di circolazione per un'automobile (targa TQV76725) che non è mai stata di sua proprietà. «Dal '95 sono in possesso di una Fiat Uno racconta il pensionato - e posso esibire tutte le ricevute per il pagamento del bollo in questi anni. Ho chiesto informazioni all'Aci, mi hanno risposto che con 13 euro avrei potuto avere informazioni su quella targa sconosciuta e quindi dimostrare che non mi appartiene. Ma non voglio spendere nemmeno 50 centesimi per rimediare a un errore che non ho commesso io». Proteste nell'ottobre del 2001 all'ufficio imposte: automobilisti contestano il mancato pagamento del bollo auto
Persone citate: Giorgio Ballarlo
Luoghi citati: Piemonte, Settimo Torinese, Torino, Venaria Reale
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