Mercato difficile l'industria regge di Renzo Villare

Mercato difficile l'industria regge MEGLIO DEL PREVISTO I CONTI DELLE CASE AMERICANE Mercato difficile l'industria regge Renzo Villare Venti di incomprensione soffiano sul mondo. La possibilità, tra affermazioni e smentite, di un conflitto armato tra gb Stati .Uniti e l'Iraq frena lo svbuppo del Paese più potente deba Terra e abontana le speranze di ripresa. E' b quadro economico che si presenta negb Usa aba nascita del nuovo anno ed è in questo clima che si aprirà a giorni il Salone dell'auto di Detroit, U principale del Nord America e uno dei più importanti fra tutti. Dalla rassegna arriveranno puntuab b bilancio di un anno appena concluso e le previsioni per quebo iniziato, insieme a importanti novità di prodotto dedicate soprattutto al primo mercato mondiale. I dati ufficiab delle consegne negli Usa nel 2002 saranno comunicati a rassegna aperta, ma secondo le anticipazioni degb esperti dovrebbero attestarsi a 16,5 mbioni di unità, il 3,507o in meno rispetto al 2001, oltre un terzo di tutte le vendite mondiali (47 milioni di unità). Si tratta di una flessione molto simile a quella deb'Europa, prevista nel 3,7 per cento con 14,3 mbioni di immatricolazioni. E' la dimostrazione che l'industria dell'auto, che determina per buona parte l'andamento economico generale e che ne subisce, a sua volta, le conseguenze, sta attraversando nel mondo occidentale un ciclo non favorevole, dovuto ad una doppia congiuntura economica e politica frenata da troppe incertezze, mutamenti, preoccupazioni, crisi. Le notizie che arrivano dal Grande Paese non sono buone. Nel 2002 - affermano gb analisti - non c'è stata crescita per buona parte deb'anno e le timide avvisaglie di ripresa degli ultimi mesi sono naufragate nella tensione determinata dai rapporti con b Medio Oriente, creando realtà economiche anche contraddittorie. Ad esempio, le vendite natalizie sono state le peggiori degli ultimi trent'anni secondo quanto segnalato dabe grandi catene commerciab, tanto che i «saldi» sono iniziati il giorno dopo Natale e gb ordini di beni durevoli, ossia quelli destinati a durare almeno tre anni, sono calati a sorpresa. Contemporaneamente si è registrata però una caduta nelle richieste, di sussidi alla disoccupazione e un aumento deba produzione industriale stimata, su base annua, in crescita dell'l;80Zo, con un incremento maggiore per la sola industria automobbistica. E' una riprova secondo gb esperti - deb'incertezza in cui si dibatte l'economia americana. Da una parte la realtà di consumi in contrazione, dall'altra segnali inattesi di possibili miglioramenti futuri. Comunque, in un'analisi di Sannldiwt(vendile ne^li U1998 15.598.01999 16.959.02000 17.402.02001 17.177.0Stime FoN QuoUblgthiM A) (GM. foid, Ch^lft) 00 70,2% 00 70,9% 00 68,1%- 00 65,8% nte Automotive ws Ddta Center medio periodo, isegnab di rabenamento sembrano prevalere su quebi di ripresa. Il grande interrogativo riguarda soprattutto la stabbila deba domanda e, in proposito, l'andamento deU'occupazione è importante. Oggi è al 6% e non sembra possa contrarsi almeno nel primo trimestre 2003. A queste incertezze se ne aggiungono altre, recentemente ricordate dal governatore della Banca Centrale, Alan Greespan, tra cui la possibilità deba guerra all'Iraq, lo spettro di nuovi atti terroristici, le ripercussioni tuttora possibili del dopoboom a Wall Street, l'andamento del prezzo del greggio, legato aba situazione medio-orientale. Però, le maggiori industrie del settore, pur risentendo del clima congiunturale, chiudono il 2002 megbo di altre. La General Motors si prepara ad affrontare una nuova battaglia per riorganizzare la Saab che in 12 anni, da quando è stata rilevata, ha registrato soltanto due bilanci in attivo. Anche la Opel, la sua emanazione europea, conclude i dodici mesi ancora in perdita, ma a fine 2003 potrebbe arrivare al pareggio. Ciononostante U consuntivo 2002 per Gm sarà migliore del previsto. Anche la Ford, dopo la cura choc costata migliaia di posti di lavoro, conclude bene b 2002 e le previsioni per il 2003 sono soddisfacenti. Altrettanto dicasi per la Chrysler (Gruppo DaimlerChrysler), tornata nel 2002 all'utile operativo nonostante i costi di ristrutturazione, mantenendo la quota di mercato al 13,2nZo, con previsioni al 140Zo per b 2003. Aba debole congiuntura si affianca la debolezza del dollaro soprattutto nei confronti dell'euro, anche se tale andamento potrebbe rappresentare, secondo il parere di numerosi esperti, l'arma segreta di Bush. Una bella svalutazione del dollaro potrebbe rilanciare il Made in Usa anche nell'auto, riconquistando parte del terreno perduto per colpa di europei e giapponesi, sostenere quindi gli utbi aziendali, facendo ritornare fiducia, consumi e investimenti. Tre ghiotti traguardi che il presidente potrebbe buttare sul piatto deba bilancia in previsione deba fatidica data del novembre 2004 quando, anche in base al suo operato economico, potrà, o meno, essere rieletto. E' in questo intreccio economico-pobtico che si apre b Salone di Detroit, un auto-show che offre all'industria di casa l'occasione di un rilancio deciso, insidiando in qualche modo la cavalcata dei giapponesi e le mire espansionistiche dei costruttori europei che, comunque, proprio a Detroit si presentano con una produzione tecnologicamente avanzata e stibsticamente agguerrita. Sannldiwto QuoUblgthiM (vendile ne^li USA) (GM. foid, Ch^lft) 1998 15.598.000 70,2% 1999 16.959.000 70,9% 2000 17.402.000 68,1%- 2001 17.177.000 65,8% Stime Fonte Automotive News Ddta Center

Persone citate: Alan Greespan, Bush

Luoghi citati: Detroit, Iraq, Medio Oriente, Nord America, Usa