Una francese e un russo, Wiener in salsa europea di Giangiorgio Satragni
Una francese e un russo, Wiener in salsa europea NEL CLASSICO CONCERTO DI CAPODANNO AL MUSIKVEREIN DI VIENNA HARNONCOURT HA INSERITO ANCHE BRAHMS E WEBER Una francese e un russo, Wiener in salsa europea Sette novità nell'omaggio agli Strauss, gemellaggio Graz-San Pietroburgo Giangiorgio Satragni IL mito danubiano si nutre del culto dell'età absburgica eternata in moderni riti come il Concerto di Capodanno, nuovamente affidato ieri - dopo soli due anni - a Nikolaus Harnoncourt. Forse i Wiener Phiharmoniker, nella sempre luccicante Sala d'Oro del Musikverein a Vienna, hanno trovato nel direttore e filologo un maestro per variare col gusto della rarità il programma delle musiche di danza quasi tutto consacrato alla dinastia Strauss, in testa Johann junior. Seppure identica fosse la mise di Harnoncourt - fiocco austriaco al posto della cravatta, giacca grigia di foggia absburgica ottocentesca - c'erano molte curiosità: la «Hellenen-Polka» in omaggio alla Grecia che assume il semestre di presidenza europea e con ballerini dell'Opera fuori il grecizzante Tempio di Teseo nel Volksgarten viennese, la «BauemPolka», la «Polka dei contadini» con gli strumentisti che cantano lo jodel, e nella prima parte il «Delirien-Walzer» di Josef Strauss, per nulla delirante - alme¬ no diretto così - ma con uno spessore da poema sinfonico nell' introduzione. Alle scelte sovrintende Franz Mailer, presidente della Società Strauss di Vienna, ma ci dev'essere lo zampino di Harnoncourt nell'inserimento della Quinta e Sesta Danza ungherese di Brahms secondo la ritrovata orchestrazione d'epoca di Friedrich Reichert; in realtà una sembra identica al solito bis di tutte le orchestre (pietà, basta), l'altra dà modo a Harnoncourt di dirigere accentando seccamente gli accordi, la sua maniera tipica, più adatta alla scansione delle marce o ai ritmi serrati delle polke e meno al fascino dei valzer: Harnoncourt è un austriaco atipico nel dirigere, tende a rendere meccanico lo scorrere del valzer, perfino a stendere un velo di noia su capolavori come il «Kaiserwalzer» o «An der schò nen blauen Donau». Altra curiosità era la «Aufforderung zum Tanz», r«Ipvito alla danza» di Cari Maria von Weber nell'orchestrazione di Hector Berlioz, onorato così all'inizio dell'anno bicentenario dalla nascita: i viennesi hanno applaudito prima della chiusa in pianissimo, l'invito a danzare di Harnoncourt era piuttosto marziale, ma il pubblico di Raiuno ha dovuto fame a meno a causa del protrarsi dell'Angelus, e il collegamento sul pezzo successivo già iniziato, la «Sekunden-Polka». non è stata di nuovo una bella figura. I più avranno atteso la replica serale anche per il singolare brano d'apertura nella prima parte, di Johann jr. la «Marcia di giubilo per il salvataggio dell'Imperatore Francesco Giuseppe», con tanto di citazione dell'Inno imperiale scritto da Haydn, Sottolineato con pagine del soggiorno russo di Strauss jr. e con i danzatori del Kirov il gemellaggio fra Graz, capitale europea della cultura nel 2003, e San Pietroburgo, che festeggia quest'anno il terzo centenario della fondazione, restano le solite chiacchiere sui Wiener e le ormai ammesse donne. Però l'arpista Anna Lelkes, la prima a divenir membro dei Filarmonici, è già in pensione, al suo posto c'è il savoiardo Xavier de Maistre, con accanto Charlotte Balzereit, tedesca di origine francese, inquadrata da lontano a differenza della violista Ursula Plaichinger. La vera novità è che dei Wiener non fanno più parte solo i viennesi, bensì i migliori virgulti della nuova generazione: in orchestra suonano ora molti più giovani, anche un violinsta russo, con un ricambio perfettamente omogeneo al raffinato e al repertorio. g.satragni@tin.it Il direttore d'orchestra Harnoncourt Un po' marziale l'invito a danzare del direttore viennese Qualche perplessità per «Danubio blu» Gioioso il canto jodel dei musicisti durante la «Polka dei contadini»
Luoghi citati: Grecia, San Pietroburgo, Vienna
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