Le parole del Presidente mettono d'accordo quasi tutti di Maria Corbi

Le parole del Presidente mettono d'accordo quasi tutti I PRIMI A CONGRATULARSI CON CIAMPI SONO STATI GIOVANNI PAOLO II E BERLUSCON Le parole del Presidente mettono d'accordo quasi tutti Verdi e comunisti dissentono: serviva più coraggio su pace e clemenza Maria Corbi ROMA Un messaggio di fine anno che accontenta tutti, o quasi. Fiace alla maggioranza, piace all'opposizione e sollecita solo xiche voci contrarie. I primi a congratuarsi con il Fresidente Ciampi sono stati il Papa e Berlusconi con due telefonate di auguri che hanno raggiunto il Presidente ancora nello studio. Da Forza Italia il portavoce Sandro Sondi sottolinea la sintonia tra il Presidente della Repubblica e il capo del Governo. «Entrambi esprimono quel sentimento positivo di fiducia nella possibilità di una crescita economica e civile del nostro Paese nella concordia sociale e nella comune adesione ai principi fondamentali della nostra nazione». Per il ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano «l'architrave» del discorso di Ciampi «è che occorre un dibattito politico sano, basato sulla reciproca legittimazione, senza il quale sono convinto che quello che si deve fare non si farà». Rocco Buttigliene, ministro per lo politiche comunitarie, ringrazia il Presidente. Senza di lui, dice, «non sappiamo dove lo scontro tra maggioranza e opposizione avrebbe potuto far precipitare il paese». Un discorso di grande respiro, lo giudica Mario Landolfi, portavoce di Alleanza nazionale, che vi legge un indicazione alla politica per un «impegnativo cammino di riforme, volte al completamento della democrazia dell'alternanza attraverso nuove regole e attraverso una vera e praticata pacificazione nazionale». Insomma, un discorso talmente lodato che Raffaele Costa (Forza Italia mette in guardia: «C'è da augurarsi che il discorso del Capo dello Stato non venga trattato in modo elastico con ciascuna parte protesa a dire "ci ha dato ragione"». Il leader Umberto Bossi è soddisfatto (conferma la sintonia dopo il recente scambio di auguri natalizi al Quirinale): «Mi è piaciuto in particolare il richiamo che ha fatto alla famiglia va a finire che gli diamo la tessera di leghista ad honorem». Dissente il capogruppo leghista alla Camera, Alessandro Gè: «È stato un discorso ecumenico, tendenzialmente retorico e sicuramente privo di quello slancio riformista che necessita al Paese». L'Ulivo applaude con la riserva, sul tema della pace, di Verdi e Pdci. Qualche problema di interpretazione. Il quotidiano «Il Riformista» legge in chiave antipresidenzialista le parole di Ciampi mentre Bocchino di An replica: «non credo, e se fosse così sarebbe una grave ingerenza...». Il leader della coalizione di centrosinistra, Francesco Rutelli sottolinea il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica é il suo «richiamo energico alla coesione e all'unità come condizioni per la fiducia della nazione». Secondo il segretario Ds, Piero Fassino (che nota la differenza di stile tra il messaggio pronunciato da Ciampi e «il discorso propagandistico del presidente del Consiglio»), a partire dal quadro indicato da Ciampi è possibile «mettere in campo le riforme necessarie per evitare il rischio di un declino del Paese». Il capogruppo diessino a Montecitorio, Luciano Violante, spera invece che «Berlusconi abbia attentamente ascoltato le parole di Ciampi e che ne tragga partito». «Si è trattato - commenta - di un discorso sobrio, schietto e concreto. Particolarmente apprezzabile il riferimento ai giovani, anche quando dissentono. Il riferimento alla guerra e all'impegno dell'Italia per la pace è quello al completamento delle riforme istituzionali». Meno complimentosi i verdi che attraverso il presidente nazionale Alfonso Pecoraro Scanio fanno sapere: «Mi aspettavo più coraggio sui temi della pace, dell'ambiente, della clemenza e della globalizzazione». «Di fronte a un mondo che cambia - ha spiegato - con il pericolo di una nuova guerra, con le grandi speranze dei movimenti per ima nuova globalizzazione, la pace e la salvaguardia dell'ambiente mi sarei aspettato un preciso riferimento del presidente sulla necessità di nuove istituzioni politiche ed economiche mondiali nonché una parola sul tema della clemenza per i detenuti». Critiche dai radicali. Il segretario Daniele Capezzone, osserva: «Va con dolore constatato che il Presidente abbandona il ruolo di garante super partes per entrare nell'agone politico. Nel suo messaggio ha snocciolato i punti di un vero e proprio programma di governo. Secondo la Costituzione il Presidente dovrebbe astenersi dall'intervenire nel dibattito politico e parlamentare. Invece, duole constatare che Ciampi sceglie di fare politica».

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