Panatta: "Non siamo ribelli non meritiamo squalifiche,,

Panatta: "Non siamo ribelli non meritiamo squalifiche,,Panatta: "Non siamo ribelli non meritiamo squalifiche,, Il campione italiano e Bertolucci, rientrati a Roma, spiegano il boicottaggio dei tennisti - Adriano non teme sanzioni dalla Fit e conta di giocare in Coppa Davis a Torino (Dal nostro corrispondente) Roma, 24 giugno. Panatta e Bertolucci sono rientrati in Italia dopo le burrascose vicende che hanno indotto la maggior parte dei tennisti iscritti al torneo di Wimbtedon a disertare le gare in segno di protesta contro la squalifica di Pilic. Il nostro «numero uno» ha ribadito i motivi che hanno spinto sia lui che Bertolucci ad ignorare le disposizioni della Fit, la quale aveva ingiunto ai due tennisti di giocare. «Ci tengo a precisare — ha dichiarata Panatta — che il nostro atteggiamento non costituisce un gesto di ribellione verso la Federazione italiana. Io e Bertolucci abbiamo ritenuto opportuno aderire alla protesta, perché la ritenevamo giusta. E' stata una vicenda che ci ha chiamati in causa personalmente, una questione di principio che ha interessato sul piano umano e del prestigio l'intera categoria dei giocatori. Tutto ciò esclude che si sia voluto agire in maniera provocatoria verso la Federazione». Tuttavia, è stato fatto notare a Panatta, la Fit ha minacciato severe sanzioni che potrebbero anche concretizzarsi in una lunga squalifica. «Non ho ancora parlato con nessuno — ha replicato Panatta — quindi non conosco quale sia l'atteggiamento chsintendono assumere i nostri dirigenti. Voglio ancora ripetere, però, che lo e Bertolucci ci siamo trovati al centro di una situazione particolare che merita un attento esame prima di esprimere giudizi affrettati. Bisognava stare a Londra per comprendere il clima che ha provocato il nostro rifiuto di giocare. Nei giorni in cui si sono svolte riunioni, assemblee, discussioni, è stato con noi l'inviato della Federazione Paolo Angeli che ha avuto così modo di vivere gli episodi della contestazione. Sono sicuro che la sua relazione sarà obiettiva e che riuscirà a mettere in chiara luce il nostro comportamento. Ho parlato a lungo per telefono anche con il presidente Neri il quale ha capito perfettamente le ragioni che ci hanno consigliato di aderire al boicottaggio del torneo». — Lei spera, quindi di non disertare l'impegno di Coppa Davis, ormai prossimo, che attende l'Italia a Torino? «E' una scadenza importantissima per me e Bertolucci. A questo confronto teniamo molto perché stiamo giocando bene e sarebbe davvero un peccato toglierci la possibilità di tentare il successo». Per concludere, Adriano ha desiderato tornare brevemente sulla natura della protesta messa in atto a Wimbledon, facendo chiaramente capire che la categoria dei campioni della racchetta sta cercando di stabilire con i dirigenti un dialogo nuovo, adeguato ai tempi. «Il caso Pilic — ha detto Panatta — è stato lo spunto per una azione a largo respiro contro i metodi delle varie federazioni che sono vecchi». mt D-

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