Paolini campione a sorpresa

Paolini campione a sorpresa Gimondi (come Merckx) non ha vinto il titolo Paolini campione a sorpresa Il nuovo "tricolore" è un marchigiano di 28 anni - Una carriera sfortunata, con cadute gravi, poi il trionfo - Al secondo posto Marcello Bergamo, 3" Zilioli, 40 Bitossi - Gimondi soltanto 12, a quasi un minuto e mezzo - Troppo facile il percorso della Tre Valli Varesine? (Dal nostro inviato speciale) Cuvio, 24 giugno. Nella lotta tra anziani e giovani per la maglia tricolore di ciclismo, ha vinto un rappresentante della generazione di mezzo, il ventottenne Enrico Paolini. Sul traguardo di Cuvio, al termine della Tre Valli Varesine, prova unica valevole per il campionato italiano, il marchigiano della Scic si è affermato in volata su una pattuglia di altri nove concorrenti, comprendente anche Bitossi, Marcello Bergamo, Zilioli, Panizza e Fabbri. Il campione d'Italia uscente, Felice Gimondi, pre¬ ceduto dall'iridato Marino Basso nello sprint per l'undicesimo posto, è giunto con l'23" di ritardo sul drappello di testa dopo essersi rassegnato nel finale a lasciare via libera ad avversari, almeno in questa circostanza, più freschi e più scattanti di lui. Un nome nuovo compare nel libro d'oro del campionato italiano che negli ultimi anni aveva ospitato soltanto personaggi illustri come Gimondi, Adorni, due volte Bitossi e poi ancora Gimondi. Può sembrare un passo indietro rispetto al recente passato, una diminuzione del pre- i stigio della maglia tricolore,' ma in realtà non è così: Paolini non è un campione affermato, ma neppure una comparsa. E il trionfo di oggi nella «Tre Valli» costituisce un primo regolamento di conti tra lui e la malasorte nei confronti della quale il marchigiano era largamente in credito. Paolini nella sua carriera ha pagato un enorme tributo alla sfortuna: tutti ricordano la tremenda caduta a Thononles-Bains nel Giro di Francia di tre anni fa, in seguito alla quale il marchigiano rimase per parecchi giorni in fin di vita. Altri incidenti — la frattura d'una clavicola l'anno dopo a Poitiers, la recisione di un tendine, una caduta nel Giro d'Emilia dell'anno scorso — avevano addirittura fatto paventare la possibilità che il corridore della Scic fosse costretto a chiudere anticipatamente la sua carriera legandola al brillantissimo Giro d'Italia di due anni fa ed a quella che era fino a ieri la sua vittoria più bella, la volata conclusiva del Giro l'anno scorso in piazza del Duomo a Milano. Paolini non si è arreso a questo cumulo di disavventure, è tornato alla bicicletta con la patente del «quasi miracolato» dopo l'imprevista perfetta saldatura del tendine lesionato in Emilia, ha trovato nella sua squadra, la Scic, dirigenti e compagni disposti ad attendere pazientemente che finalmente anche per lui la ruota della fortuna girasse per il verso giusto. Dopo un Giro d'Italia in sordina, il marchigiano è andato a completare il rodaggio al Giro della Svizzera dove ha acquistato, senza dare nell'occhio, il fondo necessario per giocare la sua grande carta nella maratona della Tre Valli Varesine. La sua volata, dopo 257 chilometri di montagne russe sulle colline del Varesotto, è stata impeccabile: a un chilometro e mezzo dal traguardo era scattato Conti, riacciuffato da Riccomi, gregario di Bitossi; aveva poi tentato ancora, ma senza esito, Santambrogio della Bianchi, il cui allungo aveva tuttavia avuto un effetto determinante per il successivo sviluppo dello sprint. Bitossi, uno dei favoriti, era venuto a trovarsi troppo presto allo scoperto e ai 350 metri era stato praticamente costretto a condurre la volata in testa. Alla sua ruota era Marcello Bergamo, seguito da Panizza, dallo stesso Paolini e da Zilioli. tm(nmpnMpncpètsmntgmciBFo o o e o a e . ale, 8; mRivivendo, sia pure in maniera meno vistosa, il dramma della volata iridata dell'anno scorso a Gap, «cuore matto» si è progressivamente spento man mano che si avvicinava allo striscione dell'arrivo. Ad 80 metri dal traguardo Bergamo e gli altri lo hanno inesorabilmente saltato e proprio negli ultimissimi metri in un entusiasmante testa a testa con Bergamo, Paolini è riuscito a proiettare la sua ruota per primo al di là della linea di quel tanto sufficiente da garantirgli senza discussione alcuna la maglia tricolore. Al secondo posto, come si è detto, Marcello Bergamo davanti al sorprendente Italo Zilioli, Bitossi e a Fabbri. Nella Tre Valli Varesine si guardava soprattutto a Gimondi, anche se il campione d'Italia uscente dopo un sopralluogo sul percorso si era escluso dal pronostico considerando il tracciato insufficientemente selettivo. Il bergamasco rimaneva tuttavia il faro della corsa che, in attesa che proprio lui si decidesse a prendere l'iniziativa, si è dipanata stancamente con una fuga di tre comparse: Boifava, Brentagani e Lanzafame, rimasti al comando per circa 120 km, arrivando ad un van- taggio massimo di quasi sei minuti sul gruppo. Ripresi i tre battistrada (dopo che il colle San Antonio era riuscito soltanto a dimezzare la consistenza del plotone) avevano assunto l'iniziativa i gregari di Gianni Motta. Una breve fuga di Crepaldi presto ripreso dal plotone, poi all'inizio del circuito conclusivo del Brinzio, da ripetersi quattro volte, Conti si è fatto protagonista della sortita decisiva. Sulla sua scia si sono lanciati dapprima Riccomi, poi Santambrogio, Giuliani e Paolini, poi via via quanti nel gruppo degli inseguitori guidati dal marcatissimo Gimondi avevano ancora sufficienti energie per sganciarsi in avanti, cioè Panizza, Zilioli, Bitossi, Marcello Bergamo e Fabbri. All'ultimo passaggio sul traguardo di Cuvio prima dell'arrivo Gimondi e gli altri inseguitori erano ormai staccati di 45": il campione d'Italia uscente, piuttosto provato, sembrava ormai rassegnato all'abdicazione. Non aveva l'aria soddisfatta, questo no, ma sembrava sereno, scaricato di ogni responsabilità dopo aver predetto la sua sconfitta già alla vigilia. Gianni Pignata Ordine di arrivo: 1. Enrico Paolini (G.S. Scic), km 257,300 in 6 ore 34'01", alla media di km 39,956; 2. Bergamo; 3. Zilioli; 4. Bitossi; 5. Fabbri; 6. Conti; 7. Panizza; 8. Santambrogio; 9. Giuliani, tutti col tempo del vincitore. 10. Riccomi a 9"; 11. Bassso a l'23"; 12. Gimondi; 13. Motta; 14. Battaglin; 15. Schiavon; 16. Moser; 17. Farisato; 18. Poggiali, Cuvio. La volata di Paolini su Bergamo e Zilioli (Telef.)