Inchiesta del direttore del manicomio per i pazienti "trattati,, con la droga LSD

Inchiesta del direttore del manicomio per i pazienti "trattati,, con la droga LSD L'episodio di Collegno denunciato in un convegno romano Inchiesta del direttore del manicomio per i pazienti "trattati,, con la droga LSD Il prof. Mossa sostiene: "L'esperimento, se c'è stato, era clandestino" - Ma i tre medici ammettono: "Era una pubblicazione ufficiale, a quei tempi l'Lsd si usava per le diagnosi in psichiatria" - Il dottor Pascal: "Oggi tuttavia sono contrario a quei metodi" Polemiche per la notizia resa nota al convegno «Droga e libertà » all'Istituto di Sanità di Roma secondo cui all'Ospedale psichiatrico di Collegno sarebbero stati compiuti esperimenti su malati non consenzienti: ad essi sarebbero stati iniettati allucinogeni ed in particolare Lsd-25. Due ricercatori dell'Istituto dì Sociologia dell'Università di Trento, Cisco e Cornacchia, casualmente si sono imbattuti in uno studio pubpublicato da una rivista specializzata in psichiatria dal titolo: « Il disegno dell'albero applicato allo studio delle modificazioni psicopatiche indotte dalla ditilammide dell'acido lisergico in schizofrenici ». Le firme in calce sono quelle di tre noti psichiatri torinesi, il prof. Gamna, il dott. Enrico Pascal ed il prof. Giuseppe Gomirato. Ai ventitré pazienti scelti tra malati degenti dell'ospedale psichiatrico di Collegno — risulta dallo studio — è stata iniettata una dose di Lsd-25 a scopo sperimentale. Poi minuto per minuto, rea- zione dopo reazione, il loro dramma è stato registrato. I rilievi desunti dai « casi » osservati sono un elenco sconcertante di sofferenze: disturbi neurologici (sintomi di irritazione nervosa, spasmi, tremori); disturbi vegetativi, nausea, parestesia, scialorrea); disturbi della sfera Umica (euforia, ansietà); disturbi dispercettivi (nello schema corporeo); disturbi della coscienza (stati sognanti, depersonalizzazione, confusione); accentuazione della sintomatologia mentale precedente (aumento della dissociazione, del negativismo, dell'autismo). Ma secondo i due ricercatori di Trento che hanno portato la denuncia al convegno si arriva al peggio quando i tre medici si dedicano alla descrizione delle reazioni degli ammalati. In moltissimi casi — viene riferito — i pazienti non avevano alcun interesse a disegnare l'albero e la loro resistenza sarebbe stata piegata con la minaccia di sottoporli all'elettrochoc. Le reazioni degli interessati sono state tempestive e la polemica è in pieno svilup po. Il prof. Giacomo Mossa, direttore dell'Ospedale psichiatrico di Collegno (che ricopriva già questo incarico nel 1958, periodo nel quale è stata preparata la tesi di specializzazione), ha smentito seccamente: « Non mi risulta che nel mio ospedale siano stati fatti esperimenti del genere e ritengo di poter definire estremamente improbabile la possibilità che essi siano stati attuati a titolo di iniziativa personale da qualche elemento dell'ospedale. In ogni modo se anche fossero stati eseguiti clandestinamente, esperimenti del genere debbono necessariamente risalire a parecchi anni or sono; infatti la casa farmaceutica produttrice dell'allucinogeno, che si dice sia stato utilizzato, da molti anni non produce più tale sostanza. Comunque si tratta di un fatto molto grave. Sin da domani mattina ordinerò un'indagine in ospedale, assumerò tutte le informazioni possibili in proposito e informerò la magistratura nel caso che sussistano gli estre¬ mi per un intervento dell'autorità giudiziaria ». La smentita contrasta con l'annotazione contenuta nella pubblicazione che fa preciso riferimento: « I pazienti utilizzati sono degenti dell'Ospedale psichiatrico di Collegno diretto dal professor Mossa ». Del resto i tre diretti interessati, il prof. Gamna, il dottor Pascal e il prof. Gomirato (attualmente titolare della cattedra di neurologia dell'Università di Pisa) non negano minimamente il tipo di ricerca, limitandosi semmai ad escludere la parte che riguarda la non volontarietà dei pazienti e le minacce nei casi di non collaborazione. Il prof. Gamna: « Questi ed altri preparati venivano allora usati a scopo psicodiagnostico come indicato dalle case produttrici. Il soggetto veniva messo al corrente che si faceva un esame diagnostico senza precisare la natura del farmaco e se si rifiutava non si procedeva. Così come per tutti gli altri esami. Su questo argomento ho scritto anche due monografie e ci sono dei capitoli su questi aspetti di liceità e fin dove può arrivare questa liceità ». « Mi sono occupato molto di psicodiagnostica fino ad una decina di anni fa, attualmente ho interessi diversi. Di preciso ricordo che era una tesi di specializzazione che portava la mia firma, quella di Gomirato e quella di Pascal ». Il prof. Gomirato ci ha detto: « Di come sia stata compiuta la sperimentazione non posso dire nulla. Se ne sono occupati direttamente il prof. Gamna e il dottor Pascal. Io all'Ospedale psichiatrico di Collegno non ho mai lavorato. Non si è certamente trattato di uno studio clandestino dal momento che è stato pubblicato ad- dirittura sotto il titolo della clinica delle malattie nervose e mentali di Torino. Ma non capisco il clamore. Ricerche di questo genere erano state compiute da Offman nel 1943, poi da Abiamson nel '56, poi da due italiani, Sogliani e Sacripanti. In quell'epoca il Delysid venduto liberamente in Svizzera veniva usato abbastanza comunemente come psicodiagnostico e talvolta dava anche risultati terapeutici. Credo di essermi occupato comunque soltanto della prefazione e dell'analisi dei dati raccolti. Ritengo che i pazienti venissero avvertiti della cura ». Il dott Pascal: « Ero allievo specializzando alla clinica e mi era stato assegnato questo argomento di tesi. L'ho svolto come comunemente si usava a quei tempi, sebbene oggi quel tipo di indagine non mi troverebbe più consenziente. In questo senso le accuse che sono state mosse sono valide se intendono denunciare quanto io stesso ho spesso criticato. Quello che spiace, semmai, ed è grave, è che la questione non venga inquadrata in un contesto generale. Oggi sono allineato con la contestazione: non ho difficoltà ad ammettere che i metodi usati (ma è vasta purtroppo la consuetudine della manipolazione dei pazienti) mi trovano apertamente contrario ». lvessumtl Un paziente ricoverato in un reparto dell'ospedale psichiatrico di Collegno - Il direttore, professor Giacomo Mossa

Luoghi citati: Collegno, Roma, Torino, Trento