Il cane non è più un hobby ma un "affare" di miliardi

Il cane non è più un hobby ma un "affare" di miliardi A STUPINIGI LA 42A MOSTRA INTERNAZIONALE Il cane non è più un hobby ma un "affare" di miliardi Negli ultimi anni il consumo degli alimenti in scatola è aumentato del 150 per cento Volete un cucciolo di razza? Costa 200 mila lire - Il più bello: un fox terrier a pelo ruvido Ieri si è avuta un'altra bella edizione della mostra internazionale canina, a Stupinigi. Per la quarantaduesima volta, l'ha organizzata il «Gruppo Cinofilo Torinese». Esemplari in catalogo 744, 150 le razze presenti, espositori e giudici da tutta Europa, una decina di milioni di spese organizzative. Già nelle sue dimensioni, la manifestazione di Stupinigi dà la misura di una passione che sta diventando anche un «mercato». Negli ultimi due anni, in Italia, il consumo di alimenti in scatola per «gli amici fedeli» è aumentato del 150 per cento. «Ora, i vostri cani mangeranno all'italiana », diceva ieri un grande cartellone piazzato proprio all'ingresso del parco. Reclamizzava certe scatole contenenti, oltre a carne, soia, uova, composti chimici vari, persino spaghetti per la gioia delle bestie nostrane. Quasi un miliardo se ne va ogni anno in «accessori»: guinzagli, collari, museruole, spazzole. Un cucciolo di buona razza può costare anche 150-200 mila lire, gli allevamenti si moltiplicano e fanno tutti buoni affari. Anche nelle città di provincia si aprono attrezzatissime «case del cane» che assicurano tosatura, bagni medicati, massaggi per bestie intorpidite dalla vita in appartamento. «Assistenza pre e post-operatoria, raggi X, apparati per elettroencefalogramma, convalescenze» dice l'annuncio di una clinica canina che ha sede nella tranquillità di un parco nella provincia torinese. «La passione cinofila era tra le più "pure", ora rischia di diventare un affare dai risvolti poco puliti», commentava ieri un espositore arrivato dal Veneto con una coppia di splendidi bull-dog. Altri appassionati, attorno, si associavano al coro di lamentele: molti allevatori dilettanti hanno patronimici nobili, altri sono ufficiali o professionisti, soprattutto avvocati. Guardano con inquietudine e sospetto a un hobby che era di pochi e ora sta diventando «di massa». «Fobie aristocratiche — replicano in molti —. In realtà, è positivo questo allargamento della passione cinofila a persone i cui padri conoscevano soltanto i cani da pagliaio. Il mercato che si è creato attorno agli animali è un segno di maggiore maturità, il manifestarsi di una sensibilità meritoria». Si fanno esempi di operai, di contadini, di piccoli artigiani che con competenza e passione allevano razze pure e ne selezionano le qualità. Si parla dei sacrifici affrontati per tenere bestie, magari di grossa mole, in piccolissimi appartamenti. «Il cane nelle metropoli è una delle tante forme di protesta contro una vita sempre meno naturale, è un tentativo di accostarsi alla natura — dice Gianfranco Arduino, uno degli organizzatori della mostra di Stupinigi —. C'è chi sta scoprendo che, per i bambini quasi murati in casa, un amico a quattro zampe è sempre più prezioso». Nel grande prato dietro alla palazzina, tra le gabbie e i box da esposizione, si intrecciavano anche lamentele sui «viali ridotti a parcheggi», i «giardini che mancano», i gas i di scarico delle auto che «dro¬ gano gli animali, tanto che non si sa più dove portarli a passeggio». Anche la cinofilia diventa ecologica. Verso sera, al termine di laboriose discussioni, si è avuta la proclamazione del «best-in- show», del cane più bello di tutta l'esposizione. E' Cripsey Townville T'other'un, un foxterrier a pelo ruvido di due anni e mezzo, importato dall'Inghilterra dall'industriale Benelli di Prato. v. m. r i Due magnifici esemplari di cani presentati alla mostra di Stupinigi: a sinistra un levriero afgano e, a destra, un dobermann

Persone citate: Gianfranco Arduino

Luoghi citati: Europa, Inghilterra, Italia, Prato, Veneto