E' difficile la fusione tra la Libia e l'Egitto

E' difficile la fusione tra la Libia e l'Egitto Sadat discute con Gheddafi E' difficile la fusione tra la Libia e l'Egitto La politica estera e quella interna dei due Paesi sono divergenti - Ostacoli nuovi sono creati dalla fanatica "rivoluzione culturale" del leader libico - Due giorni di colloqui a Tripoli (Nostro servizio particolare) Il Cairo, 10 giugno. Il presidente egiziano Anwar Sadat si è recato oggi in Libia, su invito del capo del Consiglio rivoluzionario libico colonnello Moammar Gheddafi, per discutere con lui la progettata fusione fra i due Paesi. Ufficialmente, il motivo dell'incontro è la partecipazione di Sadat ai festeggiamenti per il terzo anniversario della restituzione, da parte degli Stati Uniti, della base aerea militare di Wheelus. Da parte egiziana non si fa mistero sul fatto che molti contrasti esistono fra la politica adottata dal Cairo e quella di Tripoli, sia all'interno che all'estero. Al Cairo, comunque, come del resto a Tripoli, si insiste molto sui progressi che si starebbero compiendo verso la fusione dei due Paesi, in programma per il primo settembre prossimo. Egitto e Libia, come noto, sono già aderenti, insieme alla Siria, ad una Confederazione delle Repubbliche arabe, i cui legami interni appaiono molto lenti. La Siria non parteciperà alla fusione prevista fra Egitto e Libia. Queste sono alcune delle molte e rilevanti divergenze che sembrano ostacolare non poco i progressi verso la fusione. In politica estera, Gheddafi spinge per una presa di posizione dura e combattiva nei confronti di Israele, mentre Sadat ha ripetutamente sottolineato la sua preferenza per una soluzione pacifica della crisi medio orientale. La Libia, inoltre, mantiene relazioni diplomatiche a livello di ambasciata sia con gli Stati Uniti che con la Cina nazionalista, mentre il Cairo ha rotto le sue relazioni con Washington sin dal 1967, e mantiene relazioni diplomatiche con la Repubblica popolare cinese. In politica interna, la cosiddetta «rivoluzione culturale» proclamata da Gheddafi sei settimane fa e tuttora in corso, ha l'aspetto di un eccesso di fanatismo religioso. Essa incita infatti al rifiuto delle ideologie provenienti da Est o da Ovest, e preme per un ritorno totale alla fede dell'Islam. L'Egitto, per contro, con la sua minoranza di sei milioni di cristiani su 36 milioni di abitanti, è uno Stato decisamente laico. Una questione apparentemente secondaria è quella dei consumi alcolici, che, proibiti assolutamente e drasticamente in Libia coerentemente con i dettami del Corano, sono liberamente disponibili al Cairo, che non sembra minimamente disposto a farne a meno per non danneggiare il forte afflusso turistico dall'estero, che con le sue 600 mila presenze annue apporta molta valuta pregiata La «rivoluzione culturale», proclamata da Gheddafi a così breve distanza dalla data prevista per la fusione, sem¬ bra a molti osservatori destinata a sottolineare questi contrasti, ed altri ancora, proprio nel momento in cui i due Paesi dovrebbero invece sottolineare i loro caratteri ed interessi comuni, per preparare le masse popolari alla fusione proposta da Gheddafi. Oggi dunque comincia la discussione al massimo livello fra Sadat e Gheddafi su questi argomenti, ed i due statisti continueranno a discutere domani. Ufficialmente, i due statisti parleranno delle modalità della fusione, che prevede la costituzione di un comune ministero degli Esteri e di altri importanti dicasteri in comune, ed un solo Capo di Stato. (Associated Press)