Un premio-partita di 5 mila lire per i campioni del Monferrato di Carlo Moriondo

Un premio-partita di 5 mila lire per i campioni del Monferrato Sport genuino nel torneo calcistico di "Stampa Sera,, Un premio-partita di 5 mila lire per i campioni del Monferrato L'incontro con la squadra di Galliate, in uno scenario agreste, tra filari di pioppi e frinire di cicale - I rintocchi dell'antico campanile scandiscono il ritmo della partita - Nella deliziosa piazza di San Salvatore discussioni fino alle ore piccole (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 10 giugno. Da Ajax - Juventus vista a Belgrado, a Monferrato Galliate vista a San Salvatore, due passi da Alessandria. Il salto è forte, direi, eppure anche questa è una partita di Coppa dei Campioni: il concorso di Stampa Sera riunisce in un girone le quattro squadre che sono passate dalla prima categoria alla serie Promozione, ed alla vincitrice del torneo andrà una coppa. Così lo sportivo mai sazio di calcio (ma lo sportivo in senso vero, che non si limita a sbraitare dalle gradinate) può fare, seguendo queste partite, un tuffo nel passato, tornare all'età della pietra o, meglio, all'età d'oro del calcio, quando correvano meno biglietti da centomila, ma il football era vero divertimento, vero sport invece che spettacolo e circo equestre, sia pure di alta classe. Intanto, qui, a San Salvatore, aiuta la suggestione del luogo, poiché siamo in pieno territorio di Alessandria e subito vien voglia di cercare fra gli spettatori la calvizie del sommo Baloncieri o quella del due volte campione del mondo Giuvanin Ferrari, che erano proprio di queste parti. Od anche di scrutare se fra i ragazzi che menano pedate al pallone sia già spuntato, e sarebbe ora, l'erede di quel Rivera, che passò d'un balzo dall'oratorio Don Bosco di Alessandria al grande palcoscenico del Milan. E poi il campo è un sogno in technicolor, in un paesaggio disegnato apposta da uno scenografo all'antica: molli ondulazioni su cui svetta un campanile di mattoni rossi (è facile sapere a che punto è la partita, basta guardare il grande orologio od ascoltare i rintocchi della campana); filari di pioppi mossi dal vento leggero, prati verdi per le pioggie recenti, che invitano alla meditazione, o meglio ancora, alle prime merende all'aperto. In questo scenario agreste, sotto voli di rondini, mentre tutt'attorno frinivano le prime cicale, si sono dati battaglia i prodi dell'U.S. Monferrato e del Galliate. Il botteghino (biglietto lire mille, ma solo per questa occasione, il prezzo abituale è di lire cinquecento) è una sedia impagliata con una scatola di cartone messa sopra; le tribune sono formate da due gradoni di cemento; la rete di recinzione corre ad un i*t (tuni^iufii; 1.1/1 i c. u.it. metro dalle linee bianche del campo: sembra di tornare giovani, al campo di corso Marsiglia, al terreno di corso Filadelfia, perché sì vedono bene le smorfie dei calciatori, si distinguono le gocce di sudore, si sentono i colpi sugli stinchi, le parolacce, le grida strozzate. E si capisce anche che per fare l'arbitro occorre un gran fegato oppure una certa vocazione al martirio. E' già un campo modello, questo di San Salvatore. Intanto è di proprietà della società, e quindi non occorre più pagare affitto a chicchessia; poi ha i suoi bravi spogliatoi, divisi in due, uno per squadra, con uno sgabuzzino per l'arbitro, e fra poco avrà persino un muro di cinta, necessario per salvare gli in¬ cassi: c'era troppa gente che entrava carponi, per i buchi della rete. Sono tutti lavori pagati dal consiglio direttivo, cioè dal presidente, che è l'avvocato Palmisano, e da pochi altri, dato che l'incasso record quest'anno è stato di 150 mila lire, sì che alla fine dell'anno il passivo si aggira sempre sui due o tre milioni. Direte: si capisce, con quello che prendono i calciatori al giorno d'oggi! Il fatto è che gli introiti dei giocato¬ ri, in queste categorie mi- . . .. .. . . T . . non sl aitano ai rimborsi spese, quando vanno a giocare fuori e viaggiano con la loro auto, ed ai premi di partita, che sono di 3500 lire a punto se si gioca fuori casa, di duemilacinque se si gioca in casa. Grosso modo una vittoria esterna frutta tanto da farci una Genetta. I calciatori sono quindi pregati di cercarsi un lavoro e di mantenersi con quello che guadagnano. Vediamo un po' la composizione di questo U.S. Monferrato: il portiere Serazzi, un marcantonio alto un metro e novanta, amministra, beato lui, le sue proprietà; Barile fa il rappresentante. Migliore il meccanico, Angeli il magazziniere, Masiero è studente d'ingegneria, Boscaro orefice, Corbellini studente di medicina, Mometti orefice, De Ambrogio e Maccarini meccanici. Alla fine del campionato ci possono essere scambi fra le squadre, corre qualche quattrino: un bravo calciatore può essere pagato anche mezzo milione, fino ad ottocento mila lire, cifra record, di cui gli va solo una piccolissima parte: ma quello che conta di più, quello che tutti cercano, è il posto di lavoro, è la sicurezza di un impiego. Per cui, fortunati i presiden¬ ti che hanno un'industria o molte conoscenze, che possono piazzare i loro bravi assi in un'officina ed in un ufficio, in modo che, avendo lavorato sei giorni, possano riposarsi alla domenica correndo a perdifiato per un'ora e mezzo, prendendo calci, restituendo zuccate. Ed ecco spiegato anche il motivo per cui molte squadre in queste categorie hanno come presidente un macellaio: oltre ad essere generalmente ben provvisto di portafogli, può fornire ai suoi ragazzi bistecche sottocosto. Difficilmente qualcuno dell'U.S. Monferrato verrà schierato giovedì contro la selezione inglese; e d'altra parte anche il Galliate ha scarsa probabilità di incontrare un giorno o l'altro l'Ajax, ma che importa? Il football ufficiale, quello dove girano miliardi, appartiene ad un altro mondo. Qui si gioca in senso puro, e si gioca sul serio, con ringhii, grinta e botte. Perciò quando dal campanile scende il rintocco delle diciassette e mezzo, e contemporaneamente il pallone entra nella rete moni'errino, è come se un'ombra di lutto si stendesse sulla campagna, i papaveri sembrano appassire, tacciono le cicale. Ma subito dopo, con assalti furibondi, i giallo blu locali pareggiano, poi passano a condurre, ed i tifosi (ce ne sono con bandiere, striscioni, persino — ed è un gran peccato, in questa quiete — con clacson elettrici, proprio come al Comunale di Torino) tumultuano ed esultano. La luna sorge dietro i filari dei pioppi; passano sulla strada che costeggia il recinto lenti trattori che trascinano maestosi carri di fieno: l'aria è piena di un profumo che noi, poveracci che viviamo in città, abbiamo dimenticato da un pezzo. La partita finisce così, due a uno; i locali potranno incassare le loro brave cinquemila lire a testa. La gente sfolla e, duecento metri dopo, è subito in piazza, a dare la notizia del risultato, a commentarlo. Ci saranno crocchi di tifosi, in questa deliziosa piazza di San Salvatore, fino alle due di notte, perché è stata una vittoria importante e bisogna anche solennizzarla con bottiglie di barbera, pura e genuina come questo pomeriggio di sport. Carlo Moriondo (Vedere a pag. 14 il resoconto della partita). S. Salvatore Monferrato. Pubblico entusiasta aua panna eie! concorso ai «Stampa Sera»