Monzon al bivio

Monzon al bivio Griffith aveva perduto? Monzon al bivio Riacquistare la grinta di un tempo o pensare seriamente al ritiro - Se continua, Bouttier e Mundine lo aspettano per quest'autunno (Dal nostro inviato speciale) Montecarlo, 3 giugno. Carlos Monzon ha festeggiato la notte scorsa in un locale caratteristico di Vallecrosia, presso Bordighera, la vittoria su Emile Griffith, che lo ha confermato camptone del mondo dei pesi medi. Griffith, che abbiamo incontrato due ore dopo il match mentre rientrava in albergo sereno e quasi sorridente, stamane è partito dall'aeroporto di Nizza alla volta degli Stati Uniti. Ci ha ripetuto quello che aveva detto ieri notte al termine delle entusiasmanti, e sotto un certo aspetto drammatiche, quindici riprese: « Non so che cosa avrei dovuto fare di più per poter vincere un match di questo tipo. Comunque nessun dramma, la vita continua ». Monzon ha ammesso: « All'ottava ripresa non ero io, non so cosa mi sia successo. Mi ero preparato coscienziosamente, non mi aspettavo quel cado improvviso e inspiegabile ». L'argentino, forse per la prima volta in vita sua, ha capito sabato notte di non essere più il picchiatore implacabile che soltanto due anni or sono, sullo stesso ring di Montecarlo, aveva costretto Benvenuti all'abbandono al terzo round. Monzon, soprattutto, sì è accorto in questa occasione che a far male non sono soltanto i suoi pugni, ma anche auelll dell'avversario. Si discuterà forse ancora a lungo dì questo campionato del mondo il cui esito è stato così polemicamente contestato dalla grande maggioranza dei circa diecimila spettatori. Emile Griffith, 35 anni, quindici di carriera professionistica alle spalle, ha disputato probabilmente il più bel match di tutta la sua lunga attività. Il verdetto (Brambilla 147 a 145, Baldeyroux 147 a 143, Berthet 147 a 144, tutti per Monzon) come sapete, i stato contestato e non soltanto dal pubblico. Mike Duff, il noto organizzatore londinese di boxe, nel suo cartellino aveva Griffith vincente per due punti; Benvenuti addirittura di quattro; molti altri esperti erano indecisi, o non consideravano Monzon in vantaggio così netto come lo hanno dato l'arbitro ed i due giudici. Bisogna comunque ammettere che l'atmosfera, l'ambiente passionale che ha circondato il match, può avere infiuto sul giudizio Monzon è stato messo in difficoltà dal negro statunitense, ma non si può non riconoscere che le sue doti sono ancora tali da poter superare indenne anche questi brutti momenti. Non è più, come abbiamo accennato, il Monzon che umiliò Benvenuti. Rispetto a due anni or sono '.'urgentinò sembra aver perso in cattiveria, in mobilità (che non è mai stata la sua dote migliore), in precisione. Griffith, in sostanza, ha dimostrato che Monzon non è imbattibile, che il suo fisico comincia ad accusare ì colpi. Molto probabilmente Monzon deve questo appannamento a se stesso. Cresciuto in una famìglia ai povera gente, Carlos ha conosciuto da ragazzo sacrifici e pr* vazioni. Quando, grazie alla boxe, ha potuto concedersi il lusso dì non dover più fare alcuna rinuncia, di potersi permettere qualsiasi capriccio, non ha saputo evidentemente imporsi un tenore di vita come si conviene ad un campione del mondo, a cominciare dai piaceri della tavola. Si è un pochino « imborghesito », adagiato nella vita comoda perdendo così quella carica di cattiveria che costituiva la principale premessa alle sue affermazioni sul ring. Adesso per Monzon è arrivato il momento della riflessione. Lo ha ammesso lui stesso, annunciando che vuole riposarsi ed esaminare bene la situazione prima di prendere una decisione sul suo futuro. Può darsi che a settembre, ancora qui a Montecarlo, metta il titolo in palio con il francese Bouttier; può darsi che opti per l'australiano Mundine, stella nascente nel firmamento mondiale dei medi, può darsi addirittura che chiuda con la boxe. Quale che sia la decisione dovrà vagliare attentamente, in primo luogo, le proprie possibilità. Per il campione del mondo, Griffith ha rappresentato un campanello d'allarme che sarebbe pericoloso per Monzon voler ignorare per troppa presunzione. Vittorio Preve

Luoghi citati: Bordighera, Montecarlo, Nizza, Stati Uniti, Vallecrosia