Asilo politico di Guido Guidi

Asilo politico Asilo politico (Nostro servizio particolare) Roma, 27 maggio. Gli ufficiali e i marinai del cacciatorpediniere greco « Velos » hanno avuto l'assicurazione dal governo italiano che sarà loro concesso l'asilo politico, ma corrono il rischio di finire nel campo di concentramento « Patriciano » a Trieste per qualche settimana. E' il pericolo che stanno cercando di scongiurare in queste prime ore di soggiorno in territorio italiano. Le procedure e le pratiche perché il provvedimento sia ratificato da una speciale commissione paritetica composta da funzionari del ministero degli Esteri e del ministero dell'Interno sono particolarmente complesse. Occorre del tempo prima che i 6 ufficiali, i 23 sottufficiali e il marinaio della nave da guerra greca sbarcati ieri siano dichiarati « eleggibili quali profughi alle Nazioni Unite ». La legge che prevede la concessione dell'asilo politico prende le mosse da una norma costituzionale. « Lo straniero — stabilisce l'art. 10 della nostra Costituzione — al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge ». In altre parole, si concede asilo politico, su richiesta dell'interessato, a chi abbia subito o possa subire nel proprio Paese persecuzioni materiali e morali per le sue idee politiche e non possa esprimere liberamente le proprie opinioni. La conseguenza di queste norme prevede che sia pur formalmente la commissione interministeriale interroghi ognuno dei 31 membri dell'equipaggio greco per accertare che abbiano i requisiti previsti dalla legge. La commissione si riunisce a Trieste e la prassi prevede che a Trieste siano riuniti tutti coloro che chiedono asilo politico. E' possibile evitare che gli ufficiali e i marinai del «Velos» finiscano in un campo di concentramento? « E' possibile — sostiene l'avv. Giorgio Kuratos, un legale greco che ha assunto il patrocinio degli uomini del cacciatorpediniere — e farò tutto perché il comandante Pappas e i suoi marinai non si muovano da Roma. D'altro canto, soltanto sette o otto di loro intendono rimanere in Italia perché non sanno dove andare: gli altri sperano di trovare una sistemazione di lavoro o negli Stati Uniti o in Inghilterra. Comunque non esiste un problema di sostentamento. Siamo pronti, infatti, a offrire per ciascuno una garanzia bancaria che consenta loro di affrontare questa prima fase del soggiorno italiano mentre tutti si sono impegnati a non svolgere in Italia alcuna attività politica». La prima giornata romana dei 7 ufficiali, dei 23 sottufficiali e del marinaio del «VeZos» è stata particolarmente intensa. Dopo avere concesso l'intervista al collega Fabrizio Carbone, il comandante del cacciatorpediniere ha presieduto una conferenza stampa alla quale hanno partecipato tutti gli uomini sbarcati dalla nave greca. « L'equipaggio — ha spiegato Pappas — ha deciso di chiedere asilo politico l'altro giorno quando si stava navigando ad Est della Sardegna ed abbiamo appreso che qualcosa era accaduto in Grecia. La nostra impresa avrebbe potuto essere più clamorosa: avremmo potuto fermarci in una isola greca, ad esempio, e con la minaccia dei nostri cannoni (avevamo a disposizione ottomila proiettili) avremmo potuto compiere una azione del tipo tupamaros e chiedere la scarcerazione degli ufficiali detenuti, sicuri che l'Aviazione greca non si sarebbe schierata contro di noi. Non l'ho fatto perché non ho voluto provocare una guerra e ho voluto evitare uno spargimento di sangue in Grecia». Il comandante del «Velos» ha escluso che il suo caccia facesse parte del tentativo di ribellione organizzato da alcuni ufficiali della Marina greca, ma ha aggiunto che il «regime dei colonnelli» può fare affidamento soltanto sulla polizia militare attraverso i suoi rigidi controlli. «Nell'Esercito, nell'Aviazione e nella Marina — ha sottolineato Pappas — l'opposizione, però, è fortissima. I 31 profughi, prima c sbarcare dal «Velos», hanno portato con loro la bandiera della nave ». Guido Guidi cd«Pflpd

Persone citate: Fabrizio Carbone, Giorgio Kuratos, Pappas