Monzon in palestra pensando a Griffith

Monzon in palestra pensando a Griffith Dopo il "knock down,, della sorte Monzon in palestra pensando a Griffith Il campione del mondo ha rinunciato a tornare in Argentina: il facile k.o. su Roy Dale ha fatto capire che Carlos deve lavorare ancora molto per essere in perfetta forma il 2 giugno per il match mondiale (Dal nostro inviato speciale) Roma, 6 maggio. Carlos Monzon ha già ripreso a « vivere ». Il campione del mondo dei pesi medi, messo moralmente al tappeto dalla drammatica morte del fratello, poche ore prima del confronto di ieri sera a Roma con Roy Dale, ha reagito alla tragedia con il tipico fatalismo della sua razza india: Carlos ha ceduto ad un breve, cupo dolore, poi la rassegnazione e la forza di reazione hanno avuto il sopravvento. Uno come lui, « duro » di fuori e di dentro, non poteva agire diversamente; la vita continua e la sua vita è sul ring. Gli è bastato ritrovarsi nel suo ambiente, in mezzo al palco cordato, per riprendersi dal « knock down » impostogli dalla sorte: Monzon ha scaricato la sua tensione nervosa addosso al povero Roy Dale, mandandolo k. o. in cinque riprese. Un risultato secondo pronostico, che rassicura sufficientemente sul futuro del campione del mondo. Dopo il match, Monzon ha accettato di restare a Roma, rinunciando al ritorno in Argentina per le esequie del fratello. Una decisione maturata sia in seguito all'opera di convincimento in tal senso effettuata dall'organizzatore Sabbatini e, per telefono, dall' impresario argentino Tito Lectoure e dalla stessa sorella del campione, sia per un'obiettiva, personale valutazione dell'inutilità e dei rischi di un viaggio che avrebbe potuto compromettere irrimediabilmente il futuro immediato di Carlos. Oggi il campione del mondo si è concesso una giornata di « relax », trascorsa facendo il turista, in giro per Roma, con i fi¬ glioletti e la moglie Mercedes. Bastava vedere la famiglia Monzon a passeggio in piazza San Pietro, per rendersi conto che l'indio aveva ormai smaltito lo choc della tragedia. Da domani Carlos riprenderà la strada della palestra dello Stadio Flaminio, insieme ai suoi « sparring-partners » Cabrerà e Campanino e al procuratore Amilcar Brasa. Tra un paio di settimane (ma Sabbatini spera di convincerlo a partire anche prima) il campione del mondo si trasferirà a Bordighera, dove completerà la preparazione in vista della sfida del 2 giugno a Montecarlo contro Emile Griffith. E' una data che sembra ancora lontana, ma il match con Roy Dale ha detto invece che essa è abbastanza vicina e che non c'è tempo da perdere per riacquistare la forma. Il monologo contro l'allampanato negro di Cincinnati ha fornito infatti elementi rassicuranti sull'integrità fìsica del campione, ma ha dato la conferma di quanto il suo peso di 74 chilogrammi abbondanti aveva già anticipato: Monzon, a ventisette giorni dalla difesa del titolo mondiale, è a malapena al 40 per cento del suo rendimentostandard. Ogni dubbio sulla completa funzionalità del braccio destro, lesionato nel misterioso incidente di due mesi fa, è stato rapidamente fugato: Carlos ha esitato per pochi minuti, boxando prevalentemente con il sinistro, ma poi quando il primo destro gli è partito, quasi meccanicamente, andando a segno con la consueta efficacia, il campione si è sbloccato ed è tornato ad essere, in debita proporzione con le sue imperfette condizioni di forma, quello di sempre. Roy Dale, come collaudatore, valeva quel che valeva, ma era l'avversario che ci voleva per una circostanza del genere. E' chiaro che contro un rivale maggiormente dotato di potenza, certe lacune difensive del campione, legnoso nei movimenti sul tronco, ancor più lento del solito sulle gambe, frequentemente esposto ai colpi d'incontro del negro, avrebbero potuto as sumere maggior evidenza Ma Roy Dale, nei suoi one sti limiti, è servito proprio a questo: a dare garanzie sul recupero fisico del campione del mondo, uscito praticamente indenne da un incidente che avrebbe potuto chiudere la carriera, ed a far capire che i sei mesi di inattività (Carlos non combatteva più daini novembre scorso) han no fatto accumulare parecchia ruggine nei muscoli dell'indio. Rimane il dubbio sulla resistenza ai colpi da parte del campione del mondo, che era apparsa leggermen te incrinata sia nell'incon tro parigino con Jean-Claude Bouttier, sia nell'ultima difesa del titolo contro Benny Briscoe. Ma non era certamente Roy Dale, poco po tente e più che altro preoc cupato di prendere il meno possibile, il « test » più adatto per collaudare le fa colta d'incassatore dell'ar gentino. Tony Mundine, lo spilun gone australiano che aspi ra ad un confronto per il titolo mondiale, ha detto che, contro di lui, Monzon non durerà nemmeno sei riprese. Può darsi che ab bia ragione il ventunenne picchiatore di Sydney, ma sarà soltanto Griffith, il giugno, a dire se la stella di Monzon è veramente avviata al tramonto. Gianni Pignata Città del Vaticano. Carlos Mcnzon con la moglie e i figli in piazza S. Pietro (Tel. Ap)

Luoghi citati: Argentina, Bordighera, Cincinnati, Montecarlo, Roma, Sydney