Alessandria-Avellino sospesa (Invaso il Flaminio dai tifosi campani)
Alessandria-Avellino sospesa (Invaso il Flaminio dai tifosi campani) Nei "supplementari,, i grigi vincevano 4 a 2 Alessandria-Avellino sospesa (Invaso il Flaminio dai tifosi campani) In parità (2-2) dopo 90' nella finale di Coppa Italia dei semiprofessionisti - Al secondo gol di Lorenzetti (con Musa in sospetto fuorigioco) 20 persone sono entrate in campo - Sette fermati (Dal nostro inviato speciale) Roma, 29 giugno. L'Alessandria ha vinto la Coppa Italia semiprofessionisti al termine di una gara combattuta, diffìcile, e con un finale giallo, cioè un'invasione di campo, con lancio di numerose bottigliette di vetro, con fuga dell'arbitro e dei suoi collaboratori negli spogliatoi a sette minuti dalla fine del secondo tempo supplementare. Non è stata neppure effettuata la premiazione sul campo come prescrive il regolamento. Il timore di altri incidenti ha consigliato di spostare la cerimonia nell'intimo degli spogliatoi, mentre la folla — circa cinquemila avellinesi accorsi per festeggiare i loro beniamini — rumoreggiava ed inveiva contro le forze dell'ordine debitamente sistemate nell'interno e all'esterno del campo per evitare ulteriori incidenti. L'esplosione della protesta è stata improvvisa. Nessuno poteva temere tanto. La partita era stata combattuta ma mai cattiva. S'erano registrati gol validi e gol «mangiati», ma tutto pareva orientato verso il solito finale tranquillo. Al momento del «dramma » le due squadre erano in parità 2 a 2. Aveva segnato per prima l'Alessandria con il terzino Maldera che di testa girava in rete una punizione calciata da Lorenzetti (20'), e aveva pareggiato al 48' Bongiorni con un tiro al volo molto bello. Al 65' i biancoverdi avellinesi realizzavano ancora con Falazzesi che sorprendeva Pozzani con un tiro da oltre venti metri. Ai grigi sono bastati pochi secondi per acciuffare il 2 a 2. Il merito era di Dolso che serviva Lorenzetti; tocco a Cini e gol. I campani gridavano al fuori gioco, ma fuori gioco non era. Il pubblico — tutto di parte avellinese — si indispettiva, urlava il suo disappunto L'Avellino attaccava e l'Alessandria si difendeva. Male diremmo, perché il reparto meno efficiente della squadra piemontese è proprio la retroguardia. In un paio di occasioni di Brino e Paparelli si sono arrangiati alla meglio, lasciando nella gente l'impressione di falli rimasti impuniti. A nostro avviso solo il fallo di Brino su Bon¬ giorni poteva rischiare il penalty, ma Levrero è stato di diverso avviso. Si arriva al 90' con il risultato di parità. Occorrevano i tempi supplementari. La situazione tattica non mutava. Nell'Alessandria perdeva efficienza Lorenzetti, il migliore ed il più attivo sino allora, ma gli avellinesi non sapevano tradurre in gol la loro superiorità territoriale. Al 99' l'episodio decisivo: su contropiede fuggiva Palazzesi platealmente trattenuto da Mayer. Levrero fischiava la punizione, ma Palazzesi a gioco fermo colpiva con una gomitata al volto i) suo avversario diretto. Era un fallo evidente ed intenzionale. Poiché Palazzesi era già stato ammonito, veniva esnulso. Giocare in dieci diventava difficile per l'Avellino. E difatti al 108' una limpida azione alessandrina portava il gol: era Salvadori l'autore della manovra. Il neo granata (che è parso il più tecnico ed il più in palla fra i grigi) avanzava a serpentina superando ti e avversari e dava al centro area dove Lorenzetti riusciva a colpire di testa battendo imparabilmente Violo. Era il gol decisivo. Per gli spettatori si trattava di una autentica mazzata. Ma non era finita: 113' era ancora Lorenzetti il protagonista, avanzava tra avversari ormai fermi come birilli, fintava il passaggio a Musa in fuori gioco, ma calciava direttamente a rete segnando. Per Levrero era gol, per il pubblico era il motivo della contestazione. Cinque, dieci, quindici ragazzi invadevano il campo saltando il recinto dal lato opposto alle tribune. Intanto dagli spalti piovevano decine e decine di bottiglie di vetro, pesanti e pericolose. Giocatori e guardalinee correvano verso il centro del campo seguiti dall'arbitro Levre-
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