A New York si vende benzina a borsa nera di Lino Manocchia
A New York si vende benzina a borsa nera L'automobilismo negli Stati Uniti: problem e novità A New York si vende benzina a borsa nera La crisi del carburante sta portando a un generale razionamento - Difficoltà per l'apertura dell'oleodotto dell'Alaska (Nostro servizio particolare) Chicago, giugno. E' scattata a Chicago l'operazione « ripuliamo l'aria che respiriamo ». Nei prossimi mesi, la complessa macchina muoverà i suoi ingranaggi anche nelle altre grandi città degli Stati Uniti. Entro il mese di giugno del 1975, tutte le auto americane avranno dovuto superare il « test » per il controllo delle emissioni nocive. Bisogna dire che — forse perché l'esame non era obbligatorio — le sette « stazioni di servizio » dislocate in altrettanti punti strategici della metropoli, non sono state prese d'assalto dai chicagoani. Chi lo ha fatto, comunque, non ha perduto più di due minuti di tempo, poiché il controllo è praticamente affidato ai più moderni « computers ». Una ragione di questo primo rifiuto al «test» potrebbe essere psicologica. Giornali, radio e tv, infatti, non fanno altro che ripetere che « esiste oggi, in Usa, una crisi nel campo dei carburanti ». Incredulo, ma comunque messo di fronte alla prova dei fatti, l'americano si preoccupa piuttosto della carenza di benzina che delle emissioni di « veleno » dal tubo di scarico della sua macchina. Una crisi del carburante, in effetti, esiste, nessuno può negarlo. A New York i benzinai non vendono più di quattro dollari di carburante alla volta. Con quattro dollari si acquistano meno di dieci galloni di benzina (qualcosa come 34-35 litri), che sarebbero tanti in Italia ma sono pochi negli Stati Uniti, ove una macchina di media cilindrata consuma in città quattro litri ogni dodici chilometri. In Florida c'è già il razionamento. Dieci galloni al giorno e basta. Hanno distribuito speciali cartellini che il benzinaio timbra una volta al giorno. Nel Wisconsin ci sono zone ove il carburante costa un dollaro (seicento lire) al gallone (circa quattro litri). Va ricordato che, normalmente, la benzina in Usa costa sessanta lire al litro. A New York è già iniziato il « black market », il mercato nero: chi ha bisogno di benzina la trova, basta pagare la somma richiesta. Nella Carolina del Sud e in Georgia c'è il razionamento. In sostanza, questi primi passi non sono altro che mosse psicologiche tendenti ad avvisare gli americani che « qualcosa di grave è nell'aria ». L'americano è sconcertato ed incredulo al tempo stesso. Aveva sempre pensato di vivere in uno dei « colossi » mondiali del petrolio. In effetti, la crisi era stata prevista da tempo. Nixon stesso aveva ammonito gli americani a usar meno le auto. « Cosi facendo — aveva ripetuto — consumeremo meno benzina e non inquineremo l'aria ». S'era dapprima sperato che la crisi potesse essere evitata con l'apertura dell'oleodotto dell'Alaska, regione vergine il cui sottosuolo è particolarmente ricco di « oro nero ». Ma quando tutto era pronto e molti miliardi di dollari erano stati già spesi, lo Stato dell'Alaska vietò la messa in moto dell'operazione. Il petrolio grezzo — dissero i senatori statali alaskani — doveva «muoversi» nelle tubature ad un certo calore, altrimenti il freddo intenso delle tundre di quella regione l'avrebbe congelato. Però, le tubature sono troppo vicine al suolo, l'intenso calore scioglierebbe i ghiacci, finirebbe col guastare l'aspetto ecolo- gico della zona. Niente da fare. Il progetto è ancora sul tavolo dei legislatori. In mezzo a questo trambusto, era quasi normale che i « tests » di Chicago non ottenessero — almeno per il momento — un grosso successo. Il sindaco, Richard Daley, si è detto tuttavia convinto che, per la fine dell'anno, un milione e duecento mila veicoli (tanti quanti sono registrati in questa città) avranno superato il « test ». Chicago vuole arrivare al 1975 in regola con la legge, che prevede l'arresto (e una multa) della persona che guida una macchina che non ha superato il « test » per il controllo dell'emissione di monossido di carbonio. Si vuole ridurre non soltanto questo, ma anche gli ossidi di azoto e gli idrocarburi incombusti emessi dagli scarichi dei motori. Si vuole, insomma, ripulire l'atmosfera. Gli americani ci riusciranno. Ed in questo, oggi come oggi, sono aiutati dalla crisi di carburante che sta prendendo alla gola il povero automobilista, già tanto assillato dal traffico e dai parcheggi. Lino Manocchia
Persone citate: Nixon, Richard Daley
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