Fiasconaro campione vero

Fiasconaro campione vero Tutto il mondo ci invidia il primatista degli 800 Fiasconaro campione vero Padre (e passaporto) italiano, madre belga, scuola sportiva di stampo inglese: Marcello ha classe, potenza, ma non accetta l'agonismo come ossessione - Strappato due volte al rugby, lo riprenderà dopo Montreal '76 - Ha rivisto la sua gara a Roma in tv, prima di partire per il Sudafrica: "Adesso ci credo" Marcello Fiasconaro ha rivisto ieri in tv, a Roma, i suoi «800 mondiali», e si è divertito moltissimo. «Adesso ci credo», ha detto scherzando, poi ha aggiunto: «Non pensavo certo a realizzare un tempo del genere, ma quando ai 400 il professor Vittori mi ha urlato un "51" di passaggio, ho intuito che qualcosa stava succedendo». A qualche ora di distanza, il campione ha modificato leggermente le dichiarazioni milanesi, quando a caldo disse di aver pensato solo a battere Plachy, e niente altro. Stanotte, Marcello è partito per il Sudafrica, lo aspettano la famiglia, gli amici del club, e Stewart Banner, il trainer al quale va una parte di merito del fantastico exploit di mercoledì sera. Tornerà l'8 luglio, lo attendono i campionati italiani e poi la semifinale di Coppa Europa ad Oslo, nella quale correrà 400, 800 e 4 x 400. Col padre ha già parlato per telefono subito dopo la gara, ed ancora ieri a Roma; Gregorio Fiasconaro si è detto felice che il figlio sia arrivato al record proprio in Italia. La segreteria della Fidai, a Roma, è stata tempestata di telefonate. Da tutto il mondo si vogliono particolari sul record di «March», chiedono i tempi di passaggio, le impressioni del campione. La «Bild Zeitung» ha voluto sapere cosa aveva mangiato Marcello al pomeriggio in attesa delle gare, pretendeva i minimi particolari. Non mancano, in alcuni commenti, le solite voci stonate, c'è ancora in Europa chi non ha «digerito» che lo sport italiano abbia ricevuto in dono questo meraviglioso campione. Si può dire tutto, so stenere che la «scuola» sportiva di Fiasconaro non è stata la nostra, ma non che la Federazione di atletica non sia in regola. Con un certificato in data 14 giugno '71 il console d'Italia a Capetown, dottor Luchino Cortese, ha precisato che il «signor Fiasconaro Marcello Luigi, nato a Capetown il 19 luglio 1949 e ivi residente al numero 603 di Devonshire Hill, Grotto Road, Rondebosch, è cittadino italiano e come tale trovasi iscritto nei registri dei nazio¬ nali del Consolato». Discorso chiuso quindi. E' più interessante notare come per arrivare ad un campione di tale livello sono state necessarie componenti diverse. Sangue italiano da par¬ te di padre, belga da parte di madre (c'è in Marcello, quindi, qualcosa dei Puttemans e dei Roelants), la formazione sportiva in un paese che sotto questo aspetto — per chi fa parte di un certo clan — è ideale, di stampo anglosassone. Lo sport come divertimento, mai l'ossessione dell'agonismo. E' quello che Marcello rifiuta, è quello che più gli dà fastidio in Italia. Forse per questo i risultati migliori li ottiene proprio quando c'è meno attesa attorno a lui. Soltanto così, con motivi soprattutto psicologici, si spiega come mai Fiasconaro abbia corso gli 800 metri il 19 giugno ad Helsinki, in un clima ideale anche se un po' freddo, nel tempo di l'46"3, e dopo nove giorni nella fornace dell'Arena gli sia riuscito un clamoroso l'43"7, due secondi e sei decimi in meno. C'è anche chi sostiene come Marcello in questo intervallo sia stato aiutato molto dalla Fidai a tenersi su binari più consoni ad un atleta delle sue possibilità, mentre prima di Helsinki «March» si fosse un po' lasciato andare. Tutto è utile a capire genio e sregolatezza di questo campione assoluto, che se sapesse anche programmarsi e controllarsi sarebbe un vero «mostro». Non va dimenticato che Fiasconaro viene dal rugby, e che in tutto il mondo rugbisti e pallanuotisti — gli sport degli uomini forti, che non hanno paura dei colpi — sono gli atleti più istintivi, turbolenti, amanti della vita libera e di un tipo di agonismo piuttosto improvvisato nello sforzo, se non negli schemi di gioco. Stewart Banner, sudafricano, allenatore di atletica ed ex mezzofondista, è l'uomo che ha strappato due volte Marcello al rugby. Prima a cavallo fra il '69 ed il '70, poi l'autunno scorso, quando Fiasconaro rientrò in Sudafrica distrutto dalla mancata partecipazione alle Olimpiadi e dal turbinio di polemiche che l'aveva investito. I risultati della «cura Banner», continuata in Italia dal professor Vittori che è in contatto con il tecnico sudafricano, sono riassunti dallT43"7 di mercoledì sera, punto d'arrivo di una serie di risultati in crescendo iniziati sin da febbraio. Può migliorare ancora Fiasconaro? Certamente, anche se il tempo realizzato a Milano è già degno di una leggenda. La nuova regolamentazione degli 800, che nelle grandi competizioni vanno corsi in corsia per i primi 300 metri, agevolano un campio ne come Marcello, gli riduco no di molto le eventuali complicazioni tattiche. Dopo 300 metri «alla Fiasconaro» in corsia, nove volte su dieci Marcello si troverà in testa, con la possibilità di partire per la seconda volta. Ora si attende un'occasione in cui egli sbuchi ai 300 in un gruppetto, per vedere come sa cavarsela nella bagarre. Per il resto non ci sono dubbi, è il più forte del mondo, e con netto margine. Bruno Perucca Il recordman del mondo Fiasconaro visto da F. Bruna