Due mondi in attrito

Due mondi in attrito Due mondi in attrito Dirigenti dilettanti per giocatori professionisti. E' il grave problema che travaglia il tennis federale. Sono due mondi inevitabilmente in attrito, nell'ambito della Filt (la Federazione delle federazioni) e della stessa Fit (la Federazione italiana). Il nuovo consiglio federale ha avuto il grande merito di regolarizzare al massimo la posi zione dei giocatori di interesse nazionale. Sono tutti stipendiati, senza ricorrere a sotterfugi come avveniva in passato. I contratti di Panatta, Bertolucci, Zugarelli, Barazzutti figura nei libri contabili con tanto di «imprimatur» del Coni. Il tennis non va alle Olimpiadi e pertanto i giocatori possono esser regolarmente stipendiati. La cifra è buona per Panatta, campione d'Italia, decente per gli altri tre «moschettieri» ma non eccezionale (lo stipendio di un buon impiegato di prima catego¬ ria). Purtroppo il contratto presenta tutte quelle imperfezioni di un primo rapporto. Errori di buona fede sia da parte dei dirigenti federali, smaniosi di fare bene e subito, e nello stesso tempo degli stessi giocatori. Così si è giunti all'iscrizione di Panatta e Bertolucci, i nostri due «big», all'Atp (Associazione Giocatori Professionisti) che raggruppa tutti i più forti tennisti del mondo con l'intento di disciplinare l'attività e difendere i giocatori dai dirigenti non molto abili. In pratica l'iscrizione ad un sindacato. Un organismo di giocatori professionisti che se guadagnano cifre notevoli devono pure pensare al futuro, dato che la carriera intensiva degli ultimi tempi impone un'usura più rapida di quanto non si verificava in passato. Logico, quindi, che l'Atp abbia cercato di avere sempre maggior voce in capitolo nell'ambito delle varie federazioni. Queste, invece, hanno cercato di fare quasi sempre orecchie da mercante come il più retrivo dei datori di lavoro, salvo qualche rara eccezione. Condannare ora l due giocatori nel processo che si tiene oggi non avrebbe alcun significato. Sarebbe un'autocondanna della stessa federazione che non ha impedito, quando poteva, l'iscrizione dei due giocatori all'Atp. La federazione ha invece l'occasione di affrontare in modo realistico e pratico il nuovo corso del tennis ad alto livello. La sincerità di Panatta e Bertolucci in tutta la vicenda è indiscutibile, come la passione tutta emiliana del presidente Giorgio Neri, solo che il «caso» Wimbledon non può essere affrontato dal punto di vista sentimentale o romantico. Ci auguriamo che la riunione si svolga con serenità e consapevolezza e se invece del processo a Panatta e Bertolucci si farà il processo alle vecchie ed inadeguate strutture del tennis non sarà un gran male. Non avranno vinto Panatta e Bertolucci, avrà vinto il grande tennis. E Torino potrà festeggiare quest'avvenimento ospitando il più emozionante incontro di Coppa Davis degli ultimi anni, fra azzurri e spagnoli. Rino Cacioppo

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