Oggi sentenza contro i quattro imputati per l'assassinio del gioielliere Baudino

Oggi sentenza contro i quattro imputati per l'assassinio del gioielliere Baudino Anche il processo d'appello sta volgendo alla fine Oggi sentenza contro i quattro imputati per l'assassinio del gioielliere Baudino In primo grado, due erano stati condannati all'ergastolo, gli altri a pene minori - Il p. m. ha ora chiesto per tutti il carcere a vita - La difesa sostiene che gli indizi non sono sufficienti Questa sera la corte d'assise d'appello presieduta dal dott. Baietto (giudice relatore Heer) pronuncerà la sentenza per Panizzari, Cardillo, Ferrara e Di Luciano, i quattro giovani accusati di aver ucciso nel corso di una rapina l'orefice Baudino. Con loro saranno giudicati altri imputati minori, tra cui Rita Gorgone, la ragazza che Giorgio Panizzari ha sposato un mese fa nel carcere di Favignana. I difensori hanno quasi terminato il loro compito: stamane parlerà l'avv. Gian Vittorio Ga- bri, per il Di Luciano, quindi i giurati (quattro uomini e due donne), si ritireranno in camera di consiglio con i giudici tegati per decidere. Un verdetto non facile per due motivi. Primo, perché il sostituto procuratore generale , dott. Caccia, nella sua requisitoria, ha chiesto pene più severe di quelle inflitte dalla corte d'assise; secondo, perché uno degli imputati, il Ferrara, ha dato una nuova versione dei fatti che, se dovesse essere accolta dai giurati, sconvolgerebbe tutta la causa. La storia del Ferrara è singolare: al momento dell'arresto scoppiò a piangere e confessò: « Sì, la rapina l'abbiamo fatta noi, Cardillo, Panizzari, DI Luciano ed io, che guidavo la macchina ». Poi ritrattò: « Non e vero niente, non ne so nulla del colpo e dell'uccisione dell'orefice. Ho confessato per vendicarmi del Panizzari che mi aveva rubato la ragazza ». In appello, una settimana fa, ha detto: « Ecco la verità: io ho preso parte alla rapina con Prestigiacomo, Pinto e un certo Giovanni. Sono entrato nell'oreficerìa e ho sparato con gli altri. Mi sono deciso a raccontare tutto perché non è giusto che Cardillo, Panizzari e DI Luciano rimangano in carcere per colpa mia. Non avevo parlato prima perché ero sicuro che i miei tre amici sarebbero stati assolti. Ma adesso non ne posso più ». La nuova confessione, però, non è stata suffragata da prove concrete, soprattutto perché Prestigiacomo non si è presentato al processo, Pinto è stato ucciso due anni fa, « Giovanni » non ha cognome, né volto. Ma, al di là di queste considerazioni, resta un interrogativo sconcertante: come mai il giovane Ferrara, condannato in primo grado a 18 anni per la sua minor partecipazione alla tragica rapina (avrebbe fatto da autista e non sarebbe sceso dalla macchina), in appello si incolpa di un reato molto più grave, e cioè di aver esploso colpi di pistola contro l'orefice? A parte questo fatto nuovo, nelle sei udienze scorse non è emerso nulla di concreto a favore degli imputati. Restano le accuse gravi e circostanziate (le auto di Cardillo e Panizzari sul luogo della rapina, l'impronta digitale del Di Luciano), i riconoscimenti, l'inconsistenza degli alibi. Per tutti e quattro l'accusa ha chiesto la condanna all'ergastolo, mentre la corte d'assise aveva inflitto il carcere a vita soltanto a Cardillo e Panizzari (Di Luciano, riconosciuto seminfermo di mente, era stato condannato a 30 anni). Ieri hanno parlato l'avv. Rodolfo De Marsico, di Milano, per Ferrara e l'avv. Di Giovanni, di Roma, per Panizzari. Il primo ha concluso: « Di Ferrara sappiamo con certezza una cosa sola: che ha rubato l'auto per compiere la rapina. Il resto sono confessioni ritrattate, ammissioni che non reggono davanti a riscontri obbiettivi n. Il secondo: « Non ci sono prove, solo indizi ». Ferrara, Panizzari, Di Luciano e altri imputati minori, durante una delle udienze per l'omicidio dell'orefice Baudino

Luoghi citati: Favignana, Ferrara, Milano, Roma