Sciopero al "Messaggero,, per il cambio di direttore di Alessandro Perrone

Sciopero al "Messaggero,, per il cambio di direttore I redattori di guardia per impedirne l'ingresso Sciopero al "Messaggero,, per il cambio di direttore E' Luigi Barzini nominato dal gruppo di Ferdinando Perrone, che ha prevalso sul direttore Alessandro Perrone - Questi ha detto che la nomina non esiste, i sindaci del consiglio d'amministrazione ne negano la validità - Barzini si considera "un colonnello in pensione che ha nuovamente indossato l'uniforme per richiamo in servizio" - Duro giudizio della Fnsi (Dal nostro corrispondente) Roma, 27 giugno. Il Messaggero da oggi ha teoricamente due direttori: Sandro Perrone, che è anche comproprietario con due sorelle del 50 per cento del giornale, e Luigi Barzini, nominato dai rappresentanti dell'altro 50 per cento. E' una situazione preoccupante, oltre che assurda, che coinvolge direttamente il problema, quanto mai diffìcile da delineare, della libertà di stampa. Redattori e maestranze sono solidali con Sandro Perrone e hanno deciso un primo sciopero di tre ore (dalle 22 all'una di questa notte) poi hanno posto un servizio di guardia alla porta che dà sulla via del Tritone per impedire l'ingresso di Barzini. Insieme con il Secolo XIX di Genova il Messaggero era della famiglia Perrone, e i due cugini Sandro e Ferdinando (che rappresentavano gli interessi dei due rami) erano rispettivamente direttore e amministratore. Il 24 maggio il gruppo di Ferdinando cedette la sua quota (50 per cento) all'editore Rusconi (si dice per 15 o 20 mi- liardi) all'insaputa del gruppo di Sandro. Ma i redattori dei due giornali non accettarono la vendita, e nella loro azione di resistenza ebbero l'appoggio della federazione della stampa e dei sindacati dei poligrafici ed edicolanti. Ci furono manifestazioni, scioperi, il 5 giugno venne proclamata una « giornata del silenzio ». Soltanto l'associazione della stampa romana non aderì: associazione presieduta da Barzini. Domenica scorsa i giornalisti di Roma si riunirono in assemblea e ci furono scambi durissimi di accuse. Presente era anche Barzini il quale difese l'operato dell'associazione, ma nessuno ancora sapeva che già aveva accettato la direzione del Messaggero offertagli da Rusconi. Ieri pomeriggio alle 18 si è riunito il consiglio di amministrazione del Messaggero. Precisiamo: la famiglia Perrone era proprietaria dei due giornali, ma con due consigli di amministrazione diversi e, poiché le quote erano divise in parti eguali, nel consiglio del Messaggero il voto di Ferdinando Perrone contava per due, mentre contava per due il voto di Sandro nel consiglio del Secolo XIX. Va ancora detto che Rusconi, pur avendo acquistato le quote di Ferdinando, aveva lasciato a questi il diritto di rappresentarlo. Ieri quindi alle 18 si erano riuniti i due gruppi: Ferdinando con la sorella Leonice e il dottor Barluzzi, marito di una seconda sorella, e Sandro con due nipoti., figli di due sorelle. All'ordine del giorno c'erano questioni varie, di secondaria importanza. Senza alcun preambolo il gruppo di Ferdinando decideva per alzata di mano di togliere la fiducia al direttore Sandro Perrone. Questi protestava, affermando che il problema non era all'ordine del giorno, poi usciva con i due nipoti. Il gruppo di Ferdinando immediatamente nominava nuovo direttore Luigi Barzini. Ma i sindaci hanno negato validità a questa seconda deliberazione, in quanto mancava il numero legale (il Consiglio è regolarmente costituito quando i presenti sono almeno quattro). Alle 22,50 ieri sera veniva consegnata al Messaggero una raccomandata a mano con la quale si dichiarava che Sandro Perrone era destituito da direttore e che lo sostituiva Luigi Barzini. Oggi pomeriggio avrebbe dovuto riunirsi il consiglio di amministrazione del Secolo XIX di Genova, nel quale Sandro Perrone ha, come si è detto, la maggioranza. Ma la riunione è andata deserta, perché non si è presentato il gruppo di Ferdinando. Quindi, per il giornale di Genova, Sandro Perrone è ancora direttore. Oggi Ferdinando Perrone ha pubblicamente comunicato che la direzione del Messaggero è stata affidata al dottor Luigi Barzini, il quale « ha accettato di assumere l'importante incarico nella convinzione di poter contribuire con la sua opera e con la sua esperienza giornalistica allo sviluppo della linea democratica, laica e antifascista del giornale ». Per contro Sandro Perrone ha fatto sapere che Ferdinando Perrone non aveva mandato di nominare un nuovo direttore e che quindi la nomina di Luigi Barzini non esiste. Il giornale domani uscirà con la firma di Sandro Perrone, ma non con quella del vice direttore Giorgio Fattori. Fattori era stato avvicinato l'8 giugno da Rusconi, il quale gli aveva proposto di assumere la direzione del giornale. Non aveva accettato, poi aveva presentato le dimissioni a Sandro Perrone, accettando tuttavia di non renderle note. Barzini (65 anni, per tre legislature deputato liberale) avvicinato oggi ha detto di « considerarsi un colonnello in pensione che ha nuovamente indossato l'uniforme per richiamo in servizio ». Ha aggiunto « E' assurdo pensare di cambiare la linea polìtica del "Messaggero" perché dei due giornali romani indipendenti, uno, il "Tempo", è già a destra ». Contro di lui ha pronunciato un durissimo giudizio la federazione della stampa. E' sconcertante, si afferma « che il presidente dell'Associazione della stampa romana abbia accettato la nomina a direttore del "Messaggero", mentre è in atto una importante azione sindacale da parte del corpo redazionale, senza interpellare preventivamente la redazione stessa ». « Con tale gesto il presidente della "Romana", venendo meno ad ogni coerenza e correttezza sul piano sindacale, è oggettivamente diventato strumento del tentativo editoriale di vanificare, con un colpo di mano, la lotta dei redattori del giornale per ottenere, dopo gli ultimi avvenimenti collegati ai passaggi dì proprietà, stabili garanzie di libertà e di autonomia». g. tr.

Luoghi citati: Genova, Roma