La coppia flrese-Del Buono

La coppia flrese-Del Buono Arena di Milano: l'atletica azzurra dà Tesarne contro la Cecoslovacchia La coppia flrese-Del Buono I due fondisti impegnati nel confronto con avversari di valore, ma anche in uno scontro diretto - Sono rivali ma si stimano reciprocamente - Da loro si aspetta un progresso di forma continuo fino al traguardo delle semifinali di Coppa Europa in agosto a Oslo - Presto il recupero del martellista Vecchiatto (Dal nostro inviato speciale) Milano, 26 giugno. Uno in arrivo dai boschi di Turku, l'altro dalle colline del Varesotto, Franco Arese e Gianni Del Buono, si sono ritrovati a Milano per combattere una ennesima battaglia in maglia azzurra, avversari i cecoslovacchi. Due personaggi di spicco nella nostra atletica, due carriere che si sono intersecate per anni, prima con la netta superiorità del piemontese arrivato nel '71 al titolo europeo dei 1500 metri, adesso con il crescendo del marchigiano, ancora alla ricerca per altro di un titolo, di una vittoria che rimanga al di la dei records. Nemici quindi, Arese e Del Buono? Nemici no, ma rivali accesi di certo. Un dualismo alimentato rispettivamente dal clan, da mezze frasi, da sussurri ed occhiate. Del Buono, che solo da poco ha trova¬ to a fianco del valido trainer Tordelli il giusto equilibrio, ha speso gli anni migliori per cercare di battere Franco, ed ora che è il suo momento ecco Arese negargli la soddisfazione più completa giocando d'anticipo: «Adesso è Gianni il più forte, tocca a lui vincere. Io farò quel che posso, si va da vecchietti...». Da vecchi leoni che aspettano il momento buono per ridare la zampata, ma questo Arese non lo di¬ ce. Vuole restare al coperto, aspettare il pieno della forma per tornare a fare certi discorsi. L'antica saggezza contadina viene a galla ed insegna ad aspettare. Faccia a faccia non si sono mai fatti la guerra, ma in pista è diverso. A parole si stimano, e poiché entrambi faticano per fare lo sport che amano (o che amavano, ma dal quale non sanno distaccarsi) il rispetto reciproco è sincero. Dice Del Buono, ragazzo difficile ma di certo intelligente: «Due sono i compagni con i quali mi sono trovato meglio nel clan azzurro. Eddy Ottoz ed Arese. Il primo l'ho sempre ammirato per la vitalità, lo spirito, l'esuberanza. Di Franco mi ha impressionato sin dal primo contatto la capacità di pesare il prossimo. Quando dà un giudizio, su un uomo, raramente si sbaglia ». Che cosa dice Franco Arese, che per ammissione dello stesso rivale sa «fotografare» il prossimo, di Gianni Del Buono? «Di certo ha gambe buone, una velocità in finish notevole. Ha avuto spesso l'abilità, e la fortuna, di imbattersi in gare adatte a fare i tempi, cosa che a me è successa di rado. Come atleta lo apprezzo molto, come ragazzo lo trovo un po' chiuso, un po' troppo riservato». Del Buono accetta il giudizio, specie per la parte finale. «E' vero — dice — spesso mi isolo, ma non sono un musone. Semmai sono un perfezionista, un tipo che vorrebbe tutto secondo i suoi gusti, anche se poi so adattarmi. Dalla bistecca in tavola ai legacci delle scarpe, ogni piccolo contrattempo mi può innervosire. Ma adesso mi sento diverso anche in questo, più sicuro e sereno. Ho quasi trent'anni, li compirò il 1" ottobre. Franco ne ha ventinove. Io dico che è un peccato che siamo così vecchi. Con cinque anni di carriera davanti adesso verrebbe il bello, ci sarebbe da divertire la gente. Ma pazienza, teniamo duro almeno fino agli "europei" del '74». Che tengano sino al 74 è sicuro, l'atletica azzurra ha troppo bisogno di loro, come di tutti i pochi elementi di punta. Ci sarà già da lottare uniti, ed al massimo della condizione, i primi d'agosto ad Oslo nella semifinale di Coppa Europa. Il presidente della Fidai, Nebiolo, darebbe un anno di vita per portare la squadra in finale, ad Edimburgo in settembre. E' un po' il traguardo dell'anno quello di Oslo, tutto viene fatto in funzione di quella data. Si sta facendo il possibile per recuperare all'attività ad alto livello il martellista udinese Vecchiatto, per sanare in parte le difficoltà del settore lanci. Vecchiatto ha un problema di lavoro (è impiegato di banca), la Fidai ha cercato di sistemarlo al meglio. Il martellista udinese dovrebbe farsi rivedere agli assoluti. Bruno Perucca Del Buono, fuoriclasse del mezzofondo, visto da Bruna

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Edimburgo, Europa, Milano, Oslo