Si vola di più

Si vola di più Dopo la crisi dell'anno scorso Si vola di più Positivo il bilancio dell'Alitalia per il primo quadrimestre '73 Soddisfacente quello dell'Ari - Ma aeroporti e controllo della navigazione sono inadeguati - A che punto è lo stanziamento di 220 miliardi per migliorie proposte dopo il "Rapporto Lino"? (Nostro servizio particolare) Roma, 25 giugno. Le compagnie aeree italiane si vanno riprendendo dalla «crisi» che le aveva colpite l'anno scorso, quando scioperi, intasamenti di aeroporti, congestione di aerovie e altri inconvenienti provocarono una flessione del traffico senza precedenti. L'Alitalia ha chiuso il primo quadrimestre 1973 con un bilancio nettamente soddisfacente, la consociata Ati ha anch'essa registrato risultati positivi. Sulla rete dell'Alitalia sono stati trasportati un milione 600 mila passeggeri: l'8,7 per cento in più rispetto al primo quadrimestre del '72. Ancora più forte l'incremento delle merci: 36.340 tonnellate, con un aumento record del 31,2 per cento. Queste le cifre in assoluto. Altrettanto lusinghiere quelle relative al traffico chilometrico, derivanti dal rapporto fra passeggeri e merci trasportati, e le distanze percorse. Per i viaggiatori si è avuto un aumento del 16,7 per cento, per le merci del 49,5. Il primo quadrimestre di quest'anno non ha dato all'Ati risultati buoni come quelli dell'Alitalia. Per esempio i passeggeri sono diminuiti del 12,51 per cento, passando dai 559 mila del primo quadrimestre '72 a 489 mila. Ma se si rileva che la razionalizzazione della flotta e delle linee ha portato a un aumento del 5 per cento del coefficiente di occupazione dei posti, e del 3,30 per cento di quello di utilizzazione globale degli aerei, si può senz'altro riconoscere che anche per l'Ati il consuntivo per questo scorcio di anno è pienamente soddisfacente. Nel resto del mondo, intanto, il trasporto aereo continua a svilupparsi secondo i parametri degli ultimi anni, anche se il recente cataclisma valutario ha provocato qualche rallentamento. In base a questi parametri gli esperti sono concordi nel ritenere che entro il 1980 il traffico raddoppierà e che nel 1990 sarà sei volte maggiore di quello attuale. Secondo Knut Hammarskjoeld, direttore generale della lata (l'associazione internazionale che raggruppa le principali compagnie aeree) le aerolinee di tutto il mondo trasporteranno 900 milioni di viaggiatori nel 1980, un miliardo 300 milioni nel 1985 e 2 miliardi nel 1990. Il trasporto delle merci si accrescerà in misura ancor più elevata: si moltiplicherà per 3,5 fino al 1980 e decuplicherà nel 1990. Dai 4 mila aerei che costituiscono le flotte attuali si salirà a 6 mila nel 1980, alcuni del quali con 750 posti, ben più grandi dei già mastodontici jumbo, mentre nel 1985 ci saranno velivoli in grado di portare mille viaggiatori e « cargo » con una capacità di 500 tonnellate di merci. Nel 1970 il 35 per cento del traffico di linea venne smistato da 5 aeroporti: Chicago, Los Angeles, New York, Londra e San Francisco. In ognuno di essi passarono più di 20 milioni di passeggeri. Il direttore della lata ritiene che questi «big» dovranno affrontare nel 1980 qualcosa come 50 milioni di viaggiatori sempre che i loro impianti siano in grado di smaltirli. Nel frattempo gli altri 16 maggiori aeroporti mondiali, tra i quali Roma, si avvicineranno a grandi passi alle posizioni attualmente detenute dai cinque, «big». Sempre nel 1970 vi furono soltanto 6 aeroporti in tutto il mondo che registrarono più di 200 mila fra arrivi e partenze di aerei. Il direttore della lata ritiene che per il 1985 il loro numero salirà ad almeno 20, compreso Fiumicino, per il quale è previsto il più forte incremento dei passeggeri dopo Rio de Janeiro e Tokio. La maggior parte del traffico continuerà a essere «prodotta» da Europa e Nord America. In Europa dai 75 milioni di viaggiatori del '71 si salirà a 175 nel 1980 e a 420 nel 1990. Rispetto al '70 il volume dei passeggeri si accrescerà in maniera tale da raggiungere nel 1980 queste proporzioni: 5 volte di più in Europa e Sud America, 3 volte in Nord America e 7 volte in Estremo Oriente. Come denotano le previsioni della lata per l'Europa e Roma, l'Italia ha un ruolo notevole nell'espansione del traffico aereo. Purtroppo, però, mancano ancora le condizioni ideali per rendere possibile questo sviluppo: gli aeroporti sono inadeguati e insufficienti sono anche gli impianti per la sicurezza della navigazione aerea. «L'aviazione commerciale in Italia — scrive l'agenzia Airpress — si trova nell'identica crisi in cui era 13 mesi or sodediscsmnivealmzinesdessecrc9nnsuvsvsptpsdgsafgm sono, peggiorata dall'aumento del traffico. La tragica notte di Punta Raisi non è servita a scuotere l'apatia e l'assenteismo degli uomini politici. L'unico provvedimento che il governo potè decidere, di fronte alle reazioni suscitate dalla maggior catastrofe dell'aviazione italiana, fu la costituzione di una commissione di esperti che attraverso un'indagine completa indicasse le esigenze degli aeroporti e dei servizi per il controllo e la sicurezza della navigazione aerea». La commissione, come si ricorda, presentò al governo il 9 novembre le sue conclusioni: il cosiddetto «Rapporto Lino». Un mese più tardi il Consiglio dei ministri predispose un decreto con il quale veni' vano stanziati 170 miliardi da spendere in 4 anni, per «interventi urgenti e indifferibili» su tutti gli aeroporti italiani, più 50 miliardi per il completamento di Fiumicino. Ora il provvedimento è fermo e non si sa quando passerà al vaglio delle Camere. Sorte non migliore ha avuto la proposta di stanziare 172 miliardi per adeguare il controllo del traffico aereo alle pressanti esigenze, in modo da integrare i miglioramenti degli aeroporti. Siamo così ad un black-out totale, come osserva l'agenzia Airpress. Ci troviamo in una situazione che rischia di compromettere la ripresa delle compagnie aeree italiane e di riportare fra pochi mesi alla paralisi gli aeroporti Aldo Vite

Persone citate: Aldo Vite, Knut Hammarskjoeld, Raisi