Coppola "sta male,, e non parla forse verrà interrogato martedì di Fabrizio Carbone

Coppola "sta male,, e non parla forse verrà interrogato martedì L'accusa è di "concorso in tentato omicidio,, Coppola "sta male,, e non parla forse verrà interrogato martedì "Io non avrei niente in contrario a parlare — ha detto il vecchio boss — perché tanto io non c'entro e non ho nulla contro Mangano, ma questa sera mi sento peggio di sempre" Ascoltato per 5 ore Sergio Bollì, uno dei due arrestati a Milano - Alcuni giorni prima dell'attentato l'uomo si trovava davanti all'abitazione del questore in atteggiamento sospetto (Nostro servizio particolare) Roma, 23 giugno. Frank Coppola sta male: ha il fegato ingrossato, l'artrosi, la prostata infiammata e il cuore che fa le bizze. Quindi non parla e non parlerà fino a quando non si sentirà meglio. Questo ha detto stasera il vecchio boss ai magistrati Imposimato e Di Nicola, presente il suo difensore, Mirabile. I due giudici erano andati a Regina Coeli per interrogarlo, dopo aver ascoltato per 5 ore Sergio Boffi, arrestato a Milano e subito trasferito a Rebibbia. Alle 18 i magistrati sono entrati nel carcere di via della Lungara: poco dopo nella stanza degli interrogatori è sceso Coppola. Si appoggiava al bastone e aveva una smorfia di dolore sul viso. « Non posso, dottore, proprio non posso », ha detto accennando un sorriso. Gli ha fatto eco il difensore: « Lo guardi, ha detto, non è in grado di parlare. Anzi a questo proposito le chiederei che venisse trasferito in ospedale ». Coppola si era già fatto ricoverare nell'infermeria. I magistrati, di fronte a questo imprevisto, hanno dovuto abbassare le armi e se ne sono andati. Lo interrogheranno la prossima settimana, forse martedì. L'interrogatorio dell'uomo di Partinico, tanto atteso dagli investigatori, è stato quindi un monologo breve: « Io non avrei niente in contrario a parlare, perché tanto io non c'entro e non ho nulla contro Mangano. Ma, ha ripetuto, questa sera, mi sento peggio di sempre. A 74 anni ho il diritto di curarmi ». La visita dei magistrati a Coppola è servita a rompere il muro di silenzio circa il contenuto del mandato di cattura. « Concorso in tentato omicidio di Mangano e Casella. Dalle risultanze obiettive delle indagini di polizia giudiziaria, si legge, risulta che Boffi si trovava in via Tor tre teste, davanti all'abitazione del questore, alcuni giorni prima dell'attentato (del 5 aprile scorso) in atteggiamento sospetto. Sospetta è pure la condotta tenuta dagli airestati, Coppola Boffi e Bossi, in epoca immediatamente precedente e successiva all'attentato ». Le dichiarazioni fatte da Mangano agli inquirentti sono un altro elemento che ha fatto scattare l'operazione. Al mandato di cattura si è opposto l'avvocato Mirabile, presentando ricorso in cassazione, affermando che sono stati presi come indizi semplici motivi di sospetto e congetture. L'inchiesta, ripartita di slancio, dopo un silenzio di due mesi e mezzo è costretta a fermarsi. Per Imposimato comunque non pare sussistano dubbi: Bossi e Boffi (o uno dei due) conoscono bene Coppola e sono stati sempre in contatto con ambienti mafiosi. Coppola non può fare altro che negare e, per prendere tempo, vuole farsi ricoverare. Prima di ascoltarlo il magistrato vuole metter a confronto Boffi con il questore, per lo sperato riconoscimento. Anche Bossi dovrà essere trasferito a Roma, per accertare se è stato lui a sparare a bruciapelo contro il funzionario, già ferito da una scarica di lupara. Mangano quindi entrerà in scena al più presto: è in perfetta forma, abbronzato, e pare non interessarsi alla vicenda. Ieri ha detto di aver appreso la notizia dell'arresto di « Tre dita » guardando la televisione. Ma, è proprio il mandato di cattura a confermarlo, il poliziotto ha un ruolo importante in tutta questa vicenda. La sua deposizione è ritenuta dal giudice istruttore fondamentale per arrestare tre persone e cercante altre due in tutt'Italia. L'atmosfera che circonda l'ultimo « Caso Coppola » è un misto di ottimismo e pessimismo. « Forse ci siamo mossi troppo presto, si diceva stasera in questura, e non abbiamo stretto la rete fino in fondo ». I due pesci sfuggiti all'operazione dovrebbero essere gli altri due killers che dovevano giustiziare il funzionario della Criminalpol. Un elemento sconcertante è questo: l'auto dei banditi non è stata mai ritrovata, ma alcuni testimoni erano riusciti a rilevare il numero della targa. Bossi o Boffi sono i proprietari dell'Alfa? Come mai uno dei milanesi era stato visto « in atteggiamento sospetto » davanti all'abitazione del questore prima dell'attentato? Chi lo controllava? Mangano stesso, che aveva paura di essere fatto fuori? Si pensa, a questo punto, che i due arrestati di Milano non si conoscano neppure: si somigliano solo di nome e per questo sono stati arrestati. Uno dei due farebbe il killer, ma bisogna stabilire chi. Contro i pessimisti c'è l'inchiesta di Imposimato e Di Nicola, sempre precisi nel seguire le piste e schivi della pubblicità. Ma il personaggio chiave è Mangano: ha dato importanti elementi ai magistrati contro Frank Coppola, un vecchio che non parla e che non si scopre. Mangano deve essere convinto della sua colpevolezza al cento per cento, per averlo fatto finire in galera. Fabrizio Carbone

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