Le floride aziende piacentine di Bruno Pusterla

Le floride aziende piacentine Inchiesta sulle più avanzate zone agricole italiane Le floride aziende piacentine Sono abbastanza ampie, con una meccanizzazione razionale e imprenditori preparati - Produzioni specializzate: zootecnia, vini, pomodori, piselli, fagiolini, bietole, girasoli - Maiscoltura in sviluppo - Il miglior provolone d'Italia, un ottimo grana (che si vorrebbe includere nella zona del parmigiano) (Dal nostro inviato speciale) Piacenza, 23 giugno. Nel Piacentino, pur in presenza di un buono sviluppo industriale, l'attività agricola è ancora fondamentale, per la sua importanza economica non solo sul piano provinciale, ma anche nazionale e comunitario. Diversi fattori consentono all'agricoltura piacentina produzioni elevate e di pregio: la natura del terreno che, pur presentando in molte zone difficoltà meccaniche di lavorazione (frequenti sono i terreni argillosi) permette di coltivare le più svariate produzioni; la presenza di un buon numero di aziende di una certa ampiezza, tali da consentire un impiego economico di trattrici ad elevata potenza e di macchine operatrici; imprenditori capaci e professionalmente preparati. Mais da record Su una superficie agraria di circa 225 mila ettari, di cui due terzi di montagna e collina, il 2Z"h è coperto da aziende con superficie fino ai 10 Ha, il 260-'o da 10 a 20 Ha, 11 30"Zo da 20 a 50 Ha, il im da 50 a 100 Ha e VIVI* oltre i 100 ettari. In provincia di Piacenza le tradizioni cooperativo-associazionistiche risalgono ai primi del '900: oggi la cooperazione è sviluppata fino a mantenere una buona situazione di equilibrio fra la produzione e l'offerta all'industria. Caratteristica di questa a- gricoltura è l'ecletticità delle produzioni, con tendenza alla specializzazione. La zootecnia, collegata alle produzioni foraggere è molto sviluppata e numerose sono le aziende con bestiame selezionato, immune e ad alto reddito, ospitato in stalle esemplari per la loro funzionalità. Fra esse si possono citare quelle condotte da Luigi Dodi, Piero Palladini e Giulio Palladini, a Carpando; Carlo Calzarossa Lusardi a Piacenza; Giuseppe Mori e Paolo Fiorani, a Borgonovo; Demesio Bruschi a Monticelli; Ferrando Anguissola di Altoè, a Podenzano; Giuseppe Fioruzzi a Pittolo; Pietro Ambrogi a Settima; Massimo Bergamaschi a Besenzone; Pasquale Milani a Castel S. Giovanni; Giuseppe Chiapponi a Graguano; Angelo Dodi a Roncaglia; Lorenzo Valla e Angelo Riboni a Fiorenzuola; Gian Maria Visconti di Modrone, a Grazzano; Francesco Cremona a Pontenure; Carlo e Filippo Gazzola a Cerreto; Antonio Manfredi ad Alseno. Lo sviluppo zootecnico è stato favorito dalla presenza di una vivace Associazione allevatori — presieduta da Carlo Calzarossa Lusardi — la quale gestisce anche un centro di fecondazione artificiale. Le coltivazioni del pomodoro, del pisello e del fagiolino in pieno campo, trovano collocazione, ad uso industriale, nei nv.merosi sta bìlimenti conservieri esistenti in provincia. Numerosi agricoltori gestiscono stabilimenti conservieri per la lavorazione del prodotto delle proprie aziende o d'acquisto, fra essi il dott. Agostino Fioruzzi di S. Giorgio, agricoltore particolarmente versatile (è stato il primo in Italia ad introdurre la raccolta meccanica del pomodoro), i fratelli Montesissa di Carpaneto e i fratelli Squeri di Caorso. Gli agricoltori piacentini vantano anche l'unico esempio in Italia di cooperazione nel settore conserviero: la cooperativa Arp (Agricoltori Riuniti Piacentini), della quale è presidente Agostino Serena e consigliere delegato Luigi Fornari, entrambi agricoltori d'avanguardia. Colture eclettiche Le bietole vengono trasformate in stabilimenti che assorbono anche parte della produzione del Vogherese e delle plaghe limitrofe. Con l'introduzione degli ibridi, la maiscoltura ha registrato un notevole sviluppo; si cita in proposito l'azienda di Giorgio Gorra, ad Alseno, da anni ai primissimi posti nella graduatoria nazionale per resa unitaria ed aziendale. Anche il girasole ha trovato qui appassionati coltivatori, riuniti in un consorzio presieduto da Giuseppe Cella, conduttore di una bella azienda in S. Giorgio Piacentino. Le aziende vitivinicole di larga rinomanza sono: Arrigo Zerioli e Pietro Calabresi di Ziano, Raffaele Sforza Fogliani di Vicobarone, Francesco Montesissa di Carpaneto, Carlo Dondoli di Castellarquato. Otto Barattieri di Ponte dell'Oglio, Vincenzo Romagnoli di Vigolzone, Arturo e Fausto Capelli di Rivergaro. Nella provincia ha ottenuto la denominazione di origine controllata il « Guttornio dei Colli Piacentini », mentre sono in corso di istruttoria le pratiche per altri vini pregiati: il « Monterosso Val D'Arda » e il « Trébbianino Val Trebbia ». Discreta è anche la diffusione della frutticoltura nella zona di Cortemaggiore e delle ciliegie in comune di Villanova. Fra le migliori aziende si citano: a Villanova, Angelo Lodigiani ed Enrico Mingardi; a Castelvetro Luigi Pezzardi e Antonio Politi; a Cortemaggiore Colla e Maldotti; a Gragnano Giuseppe Chiapponi; a Gossotengo Gian Carlo Vegezzi. Nel Piacentino vengono prodotti i formaggi « grana » e « provolone »: 35 sono i caseifici sociali che trasformano oltre un terzo del lat¬ te prodotto; il maggiore è il caseificio « Aurora », presieduto da Camillo Vegezzi. I piacentini vantano, come originaria della provincia, la lavorazione del formaggio grana e quindi mal sopportano l'esclusione dalla zona del parmigiano-reggiano e la conseguente inclusione nella troppo vasta ed eterogenea zona di produzione del padan-grana. Il « provolone » prodotto a Piacenza è invece esplicitamente riconosciuto come il migliore d'Italia ed è di questi giorni l'iniziativa della locale Camera di commercio per la costituzione di un consorzio di tutela del provolo ne piacentino. Si potrebbe essere tentati di affermare che questa agricoltura ha oggi raggiunto il massimo della sua espressione. Eppure anche per l'agricoltura piacentina, vivace e sostenuta da una classe im prenditoriale preparata ed attenta, esistono ostacoli: il costante ribasso dei prezzi all'ingrosso a fronte di un rialzo presso il consumato re e, non ultimo, l'ostacolo legislativo dato dalla presenza di blocchi e vincoli con trattuali che hanno fermato ogni immissione di nuovi capitali e frenato, in buona parte, il processo di ammodernamento delle strutture aziendali, almeno di quelle concesse in affitto — più di un terzo della superficie totale — in gran parte di proprietà di Opere Pie. Bruno Pusterla Piacenza. Una macchina americana per la raccolta automatica del pomodoro (Foto Croce)