QUALCHE TITOLO IN VETRINA

QUALCHE TITOLO IN VETRINA QUALCHE TITOLO IN VETRINA Fin dal suo primo apparire la teoria psicanalitica di Freud fu giudicata una sorta di contestazione distruttiva delle norme etiche tradizionali in materia di sesso; e a questa interpretazione contribuirono in seguito sia gli anatemi dei dissenzienti, sia le mitizzazioni dei fautori acritici. La divulgazione di massa della teoria psicanalitica e la sua riduzione a moda hanno ulteriormente aggravato l'equivoco negli ultimi decenni, così che ancora oggi si parla con leggerezza di un'antitesi radicale fra psicanalisi e morale. Tuttavia, a ridimensionare questa visione manichea giunge opportunamente un saggio di Claude Geets, Psicanalisi e morale sessuale, pubblicato da Mursia (L. 2500). Divi¬ so in due parti, intitolate rispettivamente « Psicanalisi della morale » e « Morale della psicanalisi », lo scritto è una nitida confutazione delle tesi sopra esposte: la sostanza più genuina del messaggio freudiano, afferma l'autore, si trova proprio in un'opera come Totem e tabù, che rappresenta la prima sintesi delle idee di Freud sull'origine della moralità umana. Se è vero che per Freud la coscienza morale è il risultato di una lunga serie di costrizioni e repressioni, è anche vero che nella psicanalisi, dottrina essenzialmente scientifica, c'è una morale implicita che guida fin dall'inizio lo sforzo dello scienziato, volto a liberare il paziente e a renderlo padrone del proprio io. Dall'ormai lontano Tecnica e cultura, che risale al 1954 ma fu tradotto in Italia solo nel 1961, all'ultima sua opera, Il pentagono del potere, recentemente pubblicata dal Saggiatore (L. 4700), Lewis Mumford ha condotto una revisione critica di rara compiutezza e coerenza su certi miti e deformazioni della cultura moderna e contemporanea. Nel suo saggio più recente il sociologo statunitense definisce e analizza come « complesso di potere », o sistema di potere, tutto ciò che finora, con deliberata imprecisione, aveva racchiuso nella definizione « mito della macchina », vale a dire la costellazione di forze, interessi e valori che le società umane, dal XVII secolo ad oggi, hanno posto al centro della loro organizzazione e della loro visione del mondo. Il sistema di potere, dice Mumford, è definito dall'impegno di tutti i membri a perseguire costantemente il massimo possibile di profitti lucrativi, e tale impegno costituisce al tempo stesso l'unico fine accettabile per il sistema. Scuola, chiesa, fabbrica, museo: ovunque si recita quotidianamente lo stesso identico dramma del potere, ovunque si marcia al medesimo ritmo e sotto le stesse insegne. La tecnologia, posta su un piedistallo pressoché sacro, finisce per minacciare numerose altre funzioni della vita. m. b.

Persone citate: Claude Geets, Freud, Lewis Mumford, Mumford

Luoghi citati: Italia