Storie di malavita e d'amore

Storie di malavita e d'amore LE PRIME VISIONI SULLO SCHERMO Storie di malavita e d'amore "Regolamento di conti": due gang di contrabbandieri corsi - "L'insolente": come frodare gli ex compagni di rapina - "Un solo grande amore" : drammone sentimentale Regolamento di conti di Daniel Vigne, con Michel Constantin, Marcel Bozzuffi, Nicole Calfan, Henry Silva. Francese-italiano a colori. Cinema Ambrosio. (a. v.) Contrabbandieri di sigarette e probabilmente anche di stupefacenti, tutti di origine corsa, si fronteggiano in una rivalità senza quartiere, che si concreta nell'eliminazione violenta di qualcuno di loro. Un regolamento di conti apre una serie di vendette tipicamente isolane, destinate a non avere tregua: una catena di atti criminosi i cui anelli si prolungano all'infinito. L'odio atavico che divide i contendenti si perpetua nel tempo: nipoti e figli non si sentirebbero degni di nonni e genitori se non li vendicassero nella maniera più spietata. Un bandito è ucciso negli Anni 50: quelli del suo « clan » credono di doverne attribuire l'assassinio alla ghenga rivale e regolano perciò con questa un conto sbagliato. Il tragico errore sarà punito ventanni dopo da un non immemore discendente dell'ucciso. Attorno a questo filo narrativo si sviluppano le imprese di fuorilegge tanto implacabili allorché sparano o effettuano i loro colpi, quanto affettuosi e teneri in famiglia nei giorni in cui dall'inferno degli angiporti di Marsiglia si trasferiscono nei remoti villaggi della loro isola dove il tempo s'è fermato. Il contrasto è visto in superficie e lascia spazio a tocchi convenzionali, tipici di certo repertorio gangsteristico di imitazione. Tuttavia la parte conclusiva non è priva di una intensità drammatica che riscatta le precede..ti smagliature, e dà modo agli interpreti, specie a Michel Constantin e Marcel Bozzuffi, di conferire accenni di sofferta verità alla recitazione. * * L'insolente di J. C. Le Roy, con Henry Silva, André Pousse, George Geret. Francese a colori. Cinema Metropol. (a. v.) Manuel, detto « l'insolente », è un gangster evaso dì galera che si reinserisce nel giro della malavita giocando d'astuzia con una ghenga alla quale vende, dietro lauto compenso, il frutto di una finta rapina di lingotti d'oro. Questi sono falsi, come d'altronde non sono spendibili le banconote date in pagamento a Manuel. Match nullo: ma lo zero a zero, dà inizio a una bagarre nella quale tutti vogliono vendicarsi e tutti, a farla breve, finiscono morti ammazzati. E' uno dei tanti sotto prodotti di film sulla malavita imitati un po' dai modelli francesi un po' da quelli americani con risultati pedestri. Nonostante la grinta di Henry Silva, che è « l'insolente », anche l'interpretazione non raggiunge i toni aspri e risentiti adatti a rendere in qualche modo convincente la vicenda. ^ ^ Un solo grande amore di Claudio Guerin Hill, con Lucia Bosè, Glen Lee, Ornella Muti. Spagna-Italia, colori. Cinema Torino. (s. c.)Le storie d'amore bisogna saperle raccontare molto bene. Quando il narratore ripete una serie di luoghi comuni con passioni travolgenti, idilli campestri, sperico¬ late corse in auto, incontri furtivi, gelosìe e puntuale lieto fine, rischiano di diventare lastidiose. Questa « love story » ha come protagonisti una vedova fascinosa, la figlia collegiale, ed un play-boy a lungo indeciso tra le due donne. Fabrizio ama la madre, ma viene da lei abbandonato per i suoi loschi precedenti. Vendicativo, il giovane ne circuisce e seduce la figlia strappandola alla quiete del suo collegio di suore. La mamma, scoperta la tresca, rientra con tutta la forza della sua esperienza nella competizione e pare ottenere un immediato successo. Ma nel cuore di quello scapestrato, la purezza e la fiduciosa dedizione della giovane ha scavato un solco profondo. Quando la ragazzina ormai disperata e sconvolta compie una strage di innocenti colombe, l'amato ritorna e questa volta per non lasciarla mai più. Raccontata senza invenzioni né alcun approfondimento psicologico, la novelletta procede in un crescendo di « scene madri » fino alla sequenza conclusiva, dove si assiste ad un inspiegabile assedio di uccelli dal vago sapore hitekeockaino. Tra frequenti simbolismi e qualche ambizione calligrafica, il film stenta a trovare il ritmo e la tensione giusti. Coinvolta in questo drammone, Lucia Bosè offre la sua bella figura al personaggio della madre rivale.

Luoghi citati: Marsiglia, Torino