La ricerca polifonica della Stefano Tempia

La ricerca polifonica della Stefano Tempia Si è conclusa la stagione La ricerca polifonica della Stefano Tempia Il concerto diretto da Alberto Peyretti, col soprano Silvana Gherra e un giusto riconoscimento al direttore artistico Virgilio Bellone Come ultimo concerto della stagione il coro dell'Accademia «Stefano Tempia», che il maestro Alberto Peyretti guida con sapienza di creI scente specializzazione, ha presentato tre nobili pagine d'alta polifonia di Josquin I Des Prés, di Palestrina e di Alessandro Scarlatti ed alcuni esempi di quella polifonia leggera e ridanciana cui diedero mano, tra gli altri, il Gastoldi, il Pesenti e l'Azzaio| lo: questi appunto gli autori eseguiti l'altra sera. C'è un abisso tra i due tipi d'espressione musicale, e questo abisso fu felicemente colmato da un lungo intermezzo di canto monodico cinque e seicentesco, sostenuto dal soprano Silvana Gherra, con l'accompagnamento al clavicembalo del versatile ed esperto Roberto Cognazzo. Apprezzata nella scorsa stagione del Teatro Nuovo per l'interpretazione di un'opera di Banfield e per alcune repliche di Bohème, la Gherra si è cimentata con alcune splendide pagine di Monteverdi, tra cui il Lamento d'Arianna, e in altre di Falconiei ri, Bencini e Pasquini, senza j che nello stile castigato della vocalità barocca ne sca pitassero per niente la sua ricchezza di mezzi e la pre gevolissima uguaglianza in ogni parte del registro. Particolarmente bene è riuscita la Gherra nella sublime passacaglia finale del Didone ed Enea di Purcell, che dovette replicare su pressante richiesta del pubblico. Durante una pausa del con certo l'on. Emanuela Savio l'on. Giuseppe Botta consegnarono al maestro Virgilio ■^Bduvrrfr, "duèttufìi artistico della «Stefano Tempia», le in segue della Commenda al me rito della Repubblica Italiana e la medaglia d'argento per i benemeriti della cultura e dell'arte: giusti riconoscimenti all'opera infaticabile di questo musicista, che col suo fattivo entusiasmo e I cotz la sua competenza ha let¬ teralmente rianimato la vecchia Accademia torinese da un pericoloso assopimento e ne ha fatto ora un organismo vivo, circondato dall'affetto d'un pubblico fedele, e capace di andare incontro al suo prossimo centenario (1S75) con rinnovate energie.

Luoghi citati: Palestrina, Repubblica Italiana