Minor ama di lusso e milioni di peones di Ferdinando Vegas

Minor ama di lusso e milioni di peones Convegno sul Sud America Minor ama di lusso e milioni di peones Relazioni conclusive dei cileni Tomic e Valdés - E' necessaria una "volontà politica" che rafforzi la collaborazione internazionale (Nostro servizio particolare) Milano, 16 giugno. Il «Seminario internazionale Europa-America latina», che era cominciato il 12, è terminato oggi, dopo cinque giorni veramente intensi di relazioni, dibattiti e «tavole rotonde» sul tema così importante ed attuale dei rapporti politici, economici, sociali e culturali fra il vecchio continente e il nuovo sub-continente. Organizzato dall'Unione internazionale dei giovani democratico-cristiani, il seminario non è stato, però, un semplice fatto interno di questo movimento e non è stato neppure riservato soltanto ai giovani. Si sono così ascoltate le considerazioni e proposte di personalità autorevoli, fra le più qualificate per la loro esperienza ad affrontare i gravi problemi in discussione. sz—s«cmimcdlslsdnnizslDa parte europea, precisa-1 mente italiana, l'impostazione 1 era stata formulata, all'aper tura dei lavori, nella relazione generale introduttiva dell'onorevole Bonalumi e negli interventi del professor Patrilli e dell'onorevole Malfatti. I punti di vista dei latino-americani hanno trovato poi l'espressione più organica e decisa nelle ampie relazioni di due cileni ben noti sul piano internazionale: Radomiro Tomic, il capo dell'ala progressista della de cilena, avversario di Allende nelle elezioni presidenziali del 1970, e Gabriel Valdés, già ministro degli Esteri con Frei ed ora segretario generale aggiunto dell'Onu, specificamente responsabile del Programma di sviluppo per l'America latina. Tomic, che ha parlato il 13, ha presentato il problema dell'America latina in termini crudi, ma realistici: essa è infatti «la zona dì maggior tensione rivoluzionaria interna nel mondo contemporaneo. In nessun altro continente le contraddizioni che marcano l'esaurimento di un sistema di valori e di istituzioni si trovano più vicine alla "mas- sa critica" — tanto per utilizzare la terminologia atomica — che precede e annuncia l'esplosione». Una duplice contraddizione «giustifica e rende legittimo il cambio rivoluzionario nell'America latina»: da una parte, il grado intollerabile in cui rimangono insoddisfatte le necessità di centinaia di milioni di uomini, dal pane, alla scuola, alla casa, alla salute, al rispetto della «dignità essenziale»; dall'altra parte,, il contrasto fra l'immenso potenziale disponibile nell'America latina ed i miseri risultati che sinora hanno saputo ricavarne i sistemi nazionali di organizzazione socio-economica, gestiti dalle tradizionali classi governanti a base minoritaria. In queste condizioni, ha proseguito Tomic, per i popoli poveri non esiste una « via capitalistica di sviluppo» con " ciliabile con la democrazia. E ormai troppo tardi perché «il futuro dell'America latina possa essere ciò che fu il passato dell'Europa nel secolo XIX». Il futuro, sta, invece, nella socializzazione dell'economia, nell'integrazione regionale di mercato e nella pianificazione comune dello sviluppo; ed anche, in particolare, nella collaborazione tra Europa e America latina, «necessaria perché il processo liberatorio ed irreversibile in America latina si svolga sotto un segno umanista e totalmente democratico». Ieri, Valdés ha integrato il discorso di Tomic, mettendo anzitutto in rilievo il dualismo sociale esistente in America latina fra piccoli gruppi di livello europeo e la grande massa di peones. I livelli di consumo delle società ricche, pertanto, non sono adatti al sub-continente; la tecnologia di cui esso ha tanto bisogno deve essere una «tecnologia di base per necessità di base», non la tecnologia più avanzata, del supersonico o dell'ultimo tipo d'auto. Non è ammissibile che le esportazioni aumentino del 6,5 per cento all'anno mentre i pagamenti delle royalties per patenti e brevetti aumentano del 17 per cento annuo. Anche per Valdés la soluzione sta nella volontà politica di cooperazione fra i Paesi latino-americani e fra essi tutti e l'Europa. Nel documento finale, approvato oggi a chiusura del seminario, il tema dominante è appunto quello della solidarietà e della cooperazione fra i «poli emergenti» e le forze politiche più avanzate. Ferdinando Vegas

Persone citate: Allende, Bonalumi, Gabriel Valdés, Tomic