Sciopero alle prove di Giorgio Viglino

Sciopero alle prove Ancora molto pericolosa la pista di Abbazia Sciopero alle prove Per la prima volta i piloti si sono rifiutati di scendere in pista - Lo faranno oggi quando saranno sistemate 2500 balle di paglia sul tracciato (sinora ce n'erano soltanto 450) - MV, Harley Davidson e Yamaha solidali con i loro corridori - Agostini in testa alle contestazioni e l e . a e i r i n a n (Dal nostro inviato speciale) Abbazia, 15 giugno. Sciopero nel motociclismo. Per la prima volta nella storia dei campionati del mondo, i piloti si sono rifiutati di prendere parte a prove in vista di un Gran Premio. E' accaduto oggi ad Abbazia, dove domenica si disputerà il Grand Prix di Jugoslavia. Agostini e compagni hanno ritenuto che la pista fosse rimasta pericolosa come lo scorso anno. Tuttavia domani saliranno in sella alle loro moto: gli organizzatori hanno assunto l'impegno di distribuire lungo il tracciato altre 450 balle di paglia in aggiunta alle 2500 già esistenti. E' questo il primo risultato di quella azione rivolta contro i circuiti poco sicuri, decisa dalla Harley Davidson, dalla MV Agusta e dalla Yamaha all'indomani della tragedia di Monza. Sull'onda dell'emozione suscitata dalla morte di Pasolini e Saarinen si svolse una riunione in cui le Case stabilirono una serie di direttive per fissare determinati livelli di sicurezza. In proposito, venne spedita una lettera agli organizzatori delle gare di Jugoslavia e del Belgio con l'invito ad adeguare i circuiti ad una serie di ben precisi standard. Alla decisione clamorosa di scioperare e, quindi, di non partecipare a questa prima sessione di prove, i corridori sono giunti dopo una lunga trattativa con gli organizzatori. I piloti avevano delegato una commissione composta da Agostini, Lansivuori, Braun, Anderson, Nieto, Mortìmer, Read, Dodds e Devries. Essi rappresentavano italiani, finlandesi, tedeschi, svedesi, inglesi, australiani e olandesi. Lo sciopero è nato da un sopralluogo lungo la pista compiuto in mattinata da Devries e Braun in automobile. I due, tornati ai box, hanno espresso a tecnici e colleghi le loro perplessità sulla reale sicurezza del tracciato di Abbazia. Giacomo Agostini ha compiuto nel pomeriggio un giro del circuito e si è trovato d'accordo con gli altri nelle critiche. La contestazione è stata comunicata agli organizzatori, i quali hanno pregato i piloti di compiere ugualmente le prove oggi accorciandone la durata. Al secco « no » dei motociclisti, è seguita la promessa che domani verrà aumentato, come si è detto, il numero_ delle balle di paglia. Agostini ha dichiarato: «Cadere in prova o cadere in corsa è egualmente pericoloso, quindi sarebbe stato ridicolo scendere in pista oggi. Lo faremo domani, se la sicurezza sarà maggiore. Non è possibile in 24 ore far diventare sicuro questo circuito, ma almeno lo si può migliorare. La nostra contestazione proseguirà a Francorchamps, Brno ed Imatra, perché il nostro è uno sport rischioso, ma non assurdo, e non si deve esagerare. Affermo questo serenamente, anche perché che corra o non corra domenica sarò rimborsato lo stesso di tutte le spese dalla MV, che mi darà anche l'ingaggio pattutito con la Federazione jugoslava ». Contro Agostini si è schierato Luigi Rinaudo, un pilota italiano che corre nella classe 50 ce. con una moto di produzione jugoslava, la Tomos. Ha affermato Rinaudo: « Prima eravamo d'accordo dèmGspfcsrbgssP—ebAipss di cominciare le prove, poi è arrivato Agostini ed è cominciata la contestazione. Se Giacomo, invece di presentarsi ad Abbazia soltanto un'ora prima dell'inizio delle prove, fosse venuto ieri, questa incresciosa situazione non si sarebbe verificata. Sono sicuro che gli organizzatori avrebbero ascoltato i suoi consigli ed esaudito le sue richieste ». Per gli organizzatori jugoslavi ha parlato il signor Pradrag Grguric. « Ci dispiace — ha detto — che Agostini e colleghi siano giunti ad Abbazia all'ultimo momento. Avrebbero dovuto sollevare il problema in anticipo: un pomeriggio di prove in più sarebbe stato utile per gli stessi piloti. Noi, inoltre, ci troviamo in una situazione spiacevole: il pubblico si era già disposto lungo la pista ed ora dovremo rimborsare i biglietti ». Naturalmente, nella confusione odierna, non si sono visti rappresentanti della federazione motociclìstica italiana. Eppure era noto che ad Abbazia sarebbero sorte difficoltà e ben si conosceva il punto di vista della MV. Ma certi personaggi amano comparire soltanto nei momenti lieti e mimetizzarsi in quelli difficili. Infine, un ultimo particolare: il circuito (sei chilometri tra rocce, marciapiedi, pali della luce e segnali stradali) ha ricevuto l'approvazione della federazione internazionale. Ma per i dirigenti della Fmi quale pista non è perfetta e sicurissima? Giorgio Viglino

Luoghi citati: Belgio, Jugoslavia, Monza