Nuovi mezzi per studiare le infermità dell'occhio

Nuovi mezzi per studiare le infermità dell'occhio UNA RICERCA DELLA SCUOLA TORINESE Nuovi mezzi per studiare le infermità dell'occhio Che cos'è la perimetria, significato della determinazione del campo visivo - L'analisi della funzionalità retinica facilitata dal laser - Possibilità di localizzare tempestivamente tumori ipofisari, diagnosi precoci per il glaucoma - Le prospettive del futuro Uno stato di sofferenza a livello retinico, delle vie di conduzione (nervo ottico, vie ottiche) e dei centri corticali ad esse collegati si manifesta attraverso alterazioni del campo visivo. Per campo visivo si intende l'insieme dei punti dello spazio che un occhio immobile può abbracciare. Esistono apparecchi atti alla sua determinazione. Quelli maggiormente in uso sono costituiti da una cupola emisferica convenientemente illuminata, sulla cui superficie interna vengono proiettati, da una sorgente di luce facente parte dell'apparecchio (vds figura), tests luminosi dei quali è possibile variare superficie e luminanza. Il fondo della cupola è un'immagine del campo visivo. In esso sono rappresentati tutti i punti dello spazio che un occhio immobile può abbracciare. Ogni punto di detta cupola ha il suo omologo sulla superficie retinica. Per cui proiettando uno stimolo luminoso bianco o colorato su un punto qualsiasi dello sfondo, si analizzerà la capacità funzionale del corrispondente punto retinico. Lo studio di questi fenomeni ossia dei caratteri del campo visivo in condizioni normali e patologiche spetta a quella branca dell'Oculistica chiamata perimetria. Tenendo presente che ogni unità funzionale della retina è collegata mediante sue proprie fibre con i corrispondenti centri corticali, è evidente che l'indagine del campo visivo fornirà utili dati anche nei riguardi dello stato di funzionalità delle vie di conduzione, dei centri corticali ad esse collegati e di tutte le strutture cerebrali circostanti, indipendentemente dalle loro cause. Per sondare lo stato di funzionalità del sistema suddetto, sono stati usati solitamente degli stimoli luminosi bianchi. Tentativi con mire luminose colorate sono stati compiuti in passato nella prospettiva di ottenere risultati migliori: nel senso cioè di un più precoce evidenziamento di eventuali deficit, intendendosi per deficit (o zone deficitarie) quelle zone sofferenti del campo visivo in cui la stimolazione luminosa non viene percepita dal paziente. Tale metodica è stata però quasi del tutto abbandonata in quanto non era possibile disporre di una sorgente colorata strettamente monocromatica il cui spettro fosse costante nel tempo. Ci è stato possibile superare questo ostacolo utilizzando una sorgente laser, pienamente rispondente ai requisiti richiesti per una corretta perimetria colorata. E' stato utilizzato a questo scopo un laser ad elio-neon della potenza di 0,5 milliwatt, di 6328 A di lunghezza di onda, di 0,1 A di ampiezza di banda; un laser cioè erogante una luce rossa strettamente monocromatica, coerente, unidirezionale e di livello energetico inferiore alla così detta soglia di lesione. Al fascio laser è stato interposto un sistema ottico costituito da una serie di filtri e lenti, al fine di poter disporre di ottanta tests di diversa luminanza e superficie. E' stato scelto un laser il cui spettro di emissione fosse nella regione del rosso in quanto esistono i presupposti per considerare la luce di tale colore come ottimale per il rilevamento precoce dei deficit funzionali. I risultati hanno confermato le aspettative e possono essere distinti in due gruppi. Nel primo di questi, comprendiamo tutti quei casi in cui con la nuova metodica è stato possibile evidenziare uno stato di sofferenza non ancora obbiettivabile con la perimetria a luce bianca. Nel secondo quei casi in cui i deficit già evidenti con la metodica tradizionale, venivano meglio caratterizzati con la luce laser, per quanto riguarda l'evoluzione e la sede della lesione. La casistica raccolta ha messo in evidenza che questa metodica si rivela utile nei casi in cui il processo morboso è in fase evolutiva. Risultati significativi si sono ottenuti sia nelle affezioni retiniche o del nervo ottico sia in alcuni processi espansivi (tumori, ascessi, raccolte emorragiche etc.) della fossa cranica anteriore e media, in cui l'utilità della perimetria laser emerge ogni qual volta l'esame del campo visivo è di importanza basilare per la diagnosi di malattia. Fatto, questo, che è stato possibile constatare in alcuni casi di glaucoma cronico semplice in cui il reperto campimetrico aveva un valore fondamentale nella formulazione diagnostica essendo gli altri dati clinici scarsamente indicativi. In questi casi attraverso l'indagine tradizionale a lu- p ce bianca spesso non era stato possibile trovare alcun deficit, deficit invece che con la perimetria laser appariva evidente. Risultati ancor più importanti dal punto di vista pratico si sono potuti ottenere in diversi casi di tumori ipofisari, in cui accanto a dati perimetrici non significativi ottenuti con la luce bianca, facevano riscontro chiari segni di sofferenza cerebrale localizzata con la perimetria laser. In queste occasioni evidente¬ mente una diagnosi precoce consentiva anche un più sollecito intervento operatorio. A tal proposito in alcuni casi di tumori ipofisari, da noi seguiti nel tempo, abbiamo potuto notare che deficit inizialmente messi in evidenza soltanto con la luce laser, e non ancora con quella bianca, diventavano obbiettivabili con questa a distanza di circa due mesi, confermando da un lato l'esattezza di rilevamento con luce laser e dall'altro aumentando le possibilità di inter¬ vento terapeutico precoce. Considerati i risultati ottenuti e tenendo presente nel contempo la facilità di esecuzione, anche in sede ambulatoriale, di tale esame, che è indolore e non presenta alcun rischio per il paziente, sarebbe auspicabile una sua introduzione nei metodi di indagine anche di routine dell'apparato visivo. Luciano Liuzzi e Franco Bartoli della Clinica Oculistica dell'Università di Torino Come si presenta un perimetro che agisca a luce laser

Persone citate: Fatto, Franco Bartoli, Luciano Liuzzi

Luoghi citati: Torino