II "vertice,, imminente Nixon-Breznev è agevolato dall'accordo sull'Indocina di Ennio Caretto

II "vertice,, imminente Nixon-Breznev è agevolato dall'accordo sull'Indocina II lavoro delle diplomazie americana e sovietica II "vertice,, imminente Nixon-Breznev è agevolato dall'accordo sull'Indocina Pressioni degli Usa su Saigon e di Mosca e Pechino su Hanoi - Già pronti per la firma cinque protocolli tra Stati Uniti e Urss: studi marini, scambi scientifici e culturali, trasporti, problemi fiscali, ricerche agricole (Dal nostro corrispondente) New York. 13 giugno. La conclusione dell'« accordo interpretativo » tra Kissinger e Le Due Tho a soli quattro giorni dall'arrivo del leader sovietico Breznev a Washington rappresenta un successo personale del presidente Nixon, e in definitiva delle grandi potenze. Alla sua base, infatti, v'è sia il massiccio sforzo della diplomazia americana sia l'intesa « operativa » dell'Urss, degli Usa e della Cina, per la distensione nel mondo, e soprattutto nel Sud Est asiatico. Ne sono prova le pressioni compiute do. un lato da Nixon sul presidente sudvietnamita Thieu, pressioni giunte fino alla minaccia di sospensione degli aiuti militari ed economici in caso di mancata firma dell'accordo; e il curioso comunicato di Pechino sugli incontri tra Ciu En-lai e i leaders nordvietnamiti, in cui i cinesi non hanno promesso appoggi agli alleati in caso di nuove guerriglie o conflitti. Proprio questo quadro consente agli americani un'interpretazione ottimistica dei patti di oggi. Essi ritengono che Washington, Mosca e Pechino si siano resi segretamente garanti della stabilità in Indocina, facendo capire tanto ad Hanoi quanto a Saigon che non vogliono più crisi. Sono altresì convinti che il disimpegno possa finalmente consolidarsi con la cessazione dei bombardamenti sul Cambogia, e delle altre operazioni militari nel Laos, e il parallelo anche se graduale ritiro delle truppe nordvìetnamite dai due Paesi. Rimane tuttavia qualche dubbio: questo scetticismo e stato riassunto dal senatore democratico Mansfield, questa sera, nell'annuncio che il Congresso si pronuncerà lo stesso entro la fine della settimana su una mozione contro ogni intervento militare nel Sud Est asiatico, e la revoca dei fondi relativi. Gli americani contano inoltre sui contatti che Hanoi dovrà tenere per la sua ricostruzione economica. Solo la pace consentirà all'ex nemico la ripresa industriale. Va notato che anche la Cina e l'Urss hanno scelto una formula del genere per j loro aiuti. Per i nordvietnamiti, combattere diventa contrario al loro interesse. A Washington pochi dubitano che essi eserciteranno un certo controllo sul Vietcong. Ma se tutto dovesse fallire? E' una domanda che il Paese rifiuta di porsi: esso è stanco, e aspira a togliersi al più presto dal Vietnam. « L'accordo interpretativo » di Parigi è di buon auspicio per la visita di Breznev dal 18 al 26 prossimo. Il protrarsi delle ostilità più che lo scandalo Watergate, avrebbe potuto danneggiarla. Ora Breznev e Nixon sono liberi di stipulare altri compromessi. Genericamente, dal loro « vertice » si attendono «sensibili progressi » sui grandi negoziati ora in corso: la seconda limitazione delle armi strategiche, la riduzione equilibrata delle forze della Nato e del Patto di Varsavia, la sicurezza in Europa. Non è neppure escluso che scaturisca da esso un'iniziativa sul Medio Oriente, o la crisi energetica. Ma il « vertice » dovrebbe dare l'esito migliore nel settore dei rapporti bilaterali. Breznev infatti ha chiesto di incontrare anche alcuni senatori, i massimi esponenti dell'industria, e rappresentanti della pubblica opinione. Il New York Times scrive stamane che cinque protocolli sono già quasi pronti per la firma. Il primo stabilisce un programma di collaborazione nell'esplorazione e studio delle profondità marine. Il secondo un'espansione dell'attuale programma di scambi scientifici e culturali, il terzo un programma di reciproca assistenza tecnica nel settore dei trasporti, il quarto un accordo fiscale, il quinto un programma di ricerche agricole comuni. Secondo il quotidiano, sia Nixon sia Breznev vogliono accelerare il processo di ravvicinamento dei loro Paesi avviato con la carta della coesistenza di Mosca del maggio del '72. Va notato che l'itinerario di Breznev non è ancora stato fissato. Passerà la maggior parte del tempo a Washington, comunque. Ennio Caretto Richard Nixon e Leonid Breznev, visti da Levine (Copyright N. Y. Revicw ol liooks. Opero Mundi e per l'Italia La Stampa)