Al Consiglio atlantico il dramma della Grecia di Vittorio Zucconi

Al Consiglio atlantico il dramma della Grecia Al Consiglio atlantico il dramma della Grecia Improvvisa conferenza stampa, alla vigilia della sessione Nato, del comandante del "Velos" che si è ribellato ad Atene - "Le forze armate elleniche sono paralizzate, la Nato è sguarnita su quel versante" (Dal nostro inviato speciale) Copenaghen, 13 giugno. Se nelle relazioni Est-Ovest sembra giunto il momento delle grandi speranze, nei rapporti fra gli alleati occidentali serpeggia, improvviso ma non inatteso, un evidente malessere. Nella capitale danese comincia domani la «sessione primaverile» della Nato, che vedrà riuniti i ministri degli Esteri dei quindici Paesi atlantici, per due giorni, e molte inquietudini agitano queste ore di vigilia. Le incombenti trattative politicoeconomiche fra Usa ed Euro¬ pa provocano innegabili attriti, mentre lo spettro della dittatura greca, che inutilmente si è cercato finora di esorcizzare, si avverte sempre più sensibile. Stamani l'ha rievocato un inaspettato avvenimento, l'arrivo da Roma del capitano Nikolas Pappas, il comandante del «Velos», il caccia greco ammutinato e rifugiatosi a Fiumicino. Pappas ha ottenuto, nonostante le pressioni del governo greco, piena ospitalità dai danesi che gli hanno offerto addirittura un salone del ministero degli Esteri per una conferen- e za stampa. A tutto ciò si aggiunge l'accoglienza riservata da Copenaghen alle assise Nato: la città ha accolto con freddezza, quasi con ostilità l'avvenimento: l'anima socialista e neutralista del Paese, che ha sempre tollerato più che amato la partecipazione all'Alleanza atlantica, tenta una sorta di operazione di rigetto. Trentacinque leghe di giovani, intellettuali e militanti pacifisti, dai cattolici ai comunisti passando per i liberali, hanno organizzato manifestazioni di protesta: giovani perfettamente travestiti da militari di tutti i paesi atlantici pattugliano la città a fianco dei poliziotti e dei militari autentici (in pieno rispetto reciproco), i giornali più autorevoli dal Politiken al Beri linske Tidente (entrambi moderati) sono pieni di appelli redazionali e di inserzioni a pagamento che invitano la Nato a sconfessare i colonnelli greci, sospendere ogni aiuto indiretto alla repressione coloniale dei portoghesi, intervenire nella difesa degli interessi islandesi. E' certo comunque che il fatto più spinoso del mom-rito, anche per i suoi riflessi emozionali sull'opinione pub blica, resta la dittatura greca Proprio mentre Nikolas Pappas parlava, attorniato dai giovani ufficiali che l'hanno seguito nell'esilio, le fonti della Nato negavano l'esistenza di un nuovo problema greco in sede atlantica, come ha detto il segretario generale Luns nella sua conferenza stampa di presentazione. Tuttavia si è appreso che domani la delegazione olandese porterà ufficialmente alla riunione ministeriale la questione greca. La conferenza dell'ufficiale, in divisa così come i suoi subalterni («Ho già incassato lo stipendio per giugno — ha detto scherzando — dunque mi devo considerare ancora in servizio») è durata oltre due ore, davanti ai giornalisti di tutto il mondo. Entrando nel salone del ministero degli Esteri, a sua disposizione perché «ta Danimarca è un paese libero» (ha detto un portavoce di Copenaghen) un uomo sui cinquant'anni è sbucato dal gruppo dei gionalisti correndo ad abbracciare Pappas. E' un avvocato di Atene che proprio ieri è fuggito dal suo Paese per unirsi ai connazionali in esilio. Senza retorica, ma con grande dignità, l'ufficiale ha poi aperto la conferenza stampa. «Porto l'appello della marina, dell'aviazione, dell'esercito greci all'opinione pubblica e ai ministri europei. Parlo a nome degli ufficiali che in questo momento stesso vengono arrestati, incarcerati e torturati (Pappas ha citato un interminabile elenco di nomi) colpevoli di essere rimasti fedeli al loro giuramento, fatto alla legalità e al popolo greco, non al gruppo di ufficiali rinnegati che ora sono al potere». Perché mai questo appello dovrebbe essere ascoltato, è stato chiesto in maniera provocatoria a Pappas? «Perché, al di là delle potenti ragioni politiche e militari, la Nato ha un vitale interesse strategico a che la Grecia ritrovi la libertà e la legalità. Oggi infatti le forze armate del mio paese sono paralizzate: le basi navali in mano alle forze speciali preposte alla repressione, gli specialisti in carcere e le navi americane e inglesi alla fonda da giorni senza poter essere rifornite. La maggior parte degli equipaggi dei sommergibili sono anch'essi in carcere e posso dirvi che occorreranno almeno due anni ai colonnelli per addestrarne dei nuovi. In conclusione, se vogliamo restare sul piano strategico, la situazione greca attuale significa che il fianco sud-est dell'alleanza è praticamente sguarnito». Per concludere, il capitano del «Velos» ha rivelato che sabato scorso un alto ufficiale dell'esercito greco in servizio allo Shape, il quartier generale della Nato a Bruxelles, ha dato le dimissioni per protesta contro il regime, lasciando il servizio. Altri ufficiali greci sono stati immediatamente richiamati in patria per prevenire il pericolo di nuove defezioni. La notizia delle dimissioni allo Shape, da noi controllate, è risultata esatta, ir*.. . n * Vittorio Zucconi

Persone citate: Beri, Nikolas Pappas, Pappas