Si fanno largo tra i passanti nella strada entrano in una banca e rapinano 3 milioni

Si fanno largo tra i passanti nella strada entrano in una banca e rapinano 3 milioni Tre banditi con armi, parrucche e passamontagna Si fanno largo tra i passanti nella strada entrano in una banca e rapinano 3 milioni Alle 13 in via San Donato - Scendono da una "127", attraversano il marciapiede e entrano nell'ufficio: "Tutti a terra, non fate scherzi, non vi capiterà nulla" - Altro fatto: in corso Svizzera ladri assaltano un'oreficeria e sparano agli inquilini che si affacciano al balcone Tranquilli, gentili, premurosi: in tre hanno assaltato l'agenzia del Banco di Napoli di via San Donato 78, hanno rassicurato i presenti che si trattava «soZo di una rapina, senza rischi per nessuno », hanno arraffato poco più di tre milioni e se ne sono andati su un'auto. E' il secondo colpo per l'Agenzia 3. L'altra irruzione avvenne il 10 novembre scorso: a metà mattino due banditi entrarono armi alla mano. Immobilizzarono nove persone, vi furono attimi di tensione estrema: i rapinatori tremavano dalla paura, parevano sul punto di perdere il controllo dei nervi, c'era il pericolo che qualcuno cominciasse a sparare. Anche la voce usciva a fatica dalle loro gole. Presero i soldi da un cassetto, sei milioni, e non si accorsero del gruzzolo ben più consistente che si trovava nella cassaforte aperta. L'assalto di ieri, poco prima delle 13. In strada traffico, via vai di pedoni, donne che rincasano con la spesa, impiegati che tornano per il pranzo. Da alcuni minuti una «127» con tre giovani incrocia in via San Donato, passa e ripassa davanti alla banca. Qualcuno la nota, nessuno sospetta. Quando i tre vedono attraverso le vetrate che nell'interno della banca sono rimasti solo due clienti e i cinque impiegati, parcheggiano l'auto a pochi metri. Sotto gli occhi increduli dei passanti due infilano parrucche, poi si coprono il volto con passamontagna colorati. Attraversano con passo rapido il marciapiede spalancano la porta e puntano le pistole. «Tutti zitti. Faccia a terra e niente scherzi». Poi, scorgendo i volti spaventati dei due clienti, aggiungono: «Guardate che si tratta solo di una rapina. State calmi e non succederà niente». Alcuni impiegati si sono alzati dalle scrivanie, gli altri si sono fermati. Uno dei banditi è rimasto sulla porta, il complice è passato dietro il banco e si è avvicinato al cassiere, Antonio Rinaldi, 37 anni: gli ha intimato di consegnare il denaro e visto che esitava ha aperto lui stesso il cassetto arraffando una manciata di banconote. Subito dopo è entrato nell'uffi. ciò del direttore, Ferruccio Chicco, 55 anni, e gli ha ordinato di aprire il forziere. I banditi sono rimasti all'interno non più di tre minuti. In strada si sono tolti parrucche e passamontagna e sono fuggiti sulla «127» in attesa. Sono accorsi gli uomini della Mobile, è stata fatta una battuta. * Quattro uomini hanno divelto, con la tecnica dello strappo, la saracinesca di un'oreficeria. Sono poi fuggiti rispondendo col fuoco a chi aveva « disturbato » la loro impresa. Il sonno degli inquilini di corso Svizzera 58 è stato turbato verso le 4,30 di ieri da un fragore di ferraglia. Veniva dalla gioielleria, negozio di cui è titolare Giovanni Peppino, 52 anni, che abita nella casa. Dopo aver attaccato una robusta catena alla saracinesca, i banditi l'avevano scardinata con una partenza improvvisa della loro 1750 bianca e poi si accanivano col cric contro il cristallo della vetrina. Dal secondo piano una donna ha gridato: « I ladri, i ladri ». Subito si sono spalancate altre finestre. Il geom. Giovanni Gheller, 26 anni, inquilino del terzo piano, si è affacciato impugnando una pistola calibro 6,35 e ha sparato alcuni colpi in aria. Per tutta risposta uno dei rapinatori ha estratto una grossa rivoltella (una calibro 9, si è visto dal bossoli trovati dalla polizia) e ha cominciato a sparare in direzione delle finestre, gridando « Bastardi, pensate ai fatti vostri. Andatevene a dormire ». Cinque colpi. La sparatoria ha svegliato anche il proprietario del negozio, al quinto piano. « Nel torpore del sonno ha pensato in un primo momento alla guerra ». Quando si è affacciato ha visto una vettura allontanarsi a tutta velocità. Nella concitazione della fuga i banditi avevano lasciato a terra un complice che si è messo a rincorrerli urlando. Dopo qualche metro la Giulia ha rallentato e lo ha recuperato. * Rapina ieri sera, all'ora di chiusura, nel negozio di acconciature di Maria Brucoli, in via Pavese 8/11. Verso le 20 la titolare sta finendo di pettinare l'ultima cliente; entrano tre giovani mascherati: « Mi sono arrivati alle spalle — racconta la donna — puntandomi una pistola alla schiena, hanno ordinato di consegnare l'incasso ». Paralizzata dal terrore la pettinatrice indica la cassa: rapidissimo un bandito l'apri', raccoglie tutto il denaro, 30 mila lire. Prima di fuggire si volta ancora verso la cliente, immobile sotto il casco: « Dammi la borsa, non fare storie ». La signora non può rifiutare. Impadronitosi del borsellino con pochi spiccioli il rapinatore raggiunge i complici sulla porta e fugge con loro. Alcuni passanti li vedono salire su una « 128 » scura ed allontanarsi verso il centro. * Continuano le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo sul traffico di stupefacenti alimentato da ricette rubate e contraffatte. L'anno scorso alcune ricette erano state sottratte al chirurgo prof. Matteo De Simone e poi utilizzate per acquisti di morfina. L'inchiesta ha ora portato alla denuncia, quale presunta autrice del furto, di Liliana Setti, 43 anni, via Violarbasse 22, già arrestata per essere stata sorpresa in una farmacia mentre tentava di ottenere stupefacenti con ricette sottratte a un altro medico Il direttore e gli impiegati dell'ufficio postale durante il sopralluogo della polizia

Persone citate: Antonio Rinaldi, Ferruccio Chicco, Giovanni Gheller, Giovanni Peppino, Maria Brucoli, Matteo De Simone