Forse un'unica banda rapì Torielli e Mirko
Forse un'unica banda rapì Torielli e Mirko A Bergamo il giudice di Vigevano Forse un'unica banda rapì Torielli e Mirko Una stessa "mente" avrebbe guidato due differenti "commandos" - Interrogati numerosi pregiudicati (Dal nostro corrispondente) Bergamo, 12 giugno. Il giudice istruttore Turane, che indaga sul rapimento dell'industriale vigevanese Torielli si è recato a Bergamo dove si è incontrato con gli investigatori del caso Panattoni. A quanto si è appreso sembra sarebbero stati trovati dei punti di contatto tra le due vicende. Il dottor Turone giovedì prossimo interrogherà nelle carceri di Lodi Angelo Carlessi, il giovane di origine bergamasca arrestato perché indiziato di aver partecipato materialmente al sequestro di Torielli. La voce, tuttavia, che i rapitori di Mirko possano essere i medesimi che sequestrarono l'industriale di Vigevano non viene confermata, ma non può neppure essere smentita. Fra le due imprese criminose vi sono senza dubbio molte analogie, ma ciò non significa che siano state compiute necessariamente dalla stessa banda. Non può essere comunque trascurata l'eventualità che, pur trattandosi di differenti «commandos», gli autori dei due rapimenti abbiano agito sotto la direzione della stessa «mente». Intanto il sostituto procuratore di Bergamo, dottor Giancarlo Battila, che dirige la difficile inchiesta sul rapimento del piccolo Mirko si incontrerà probabilmente nei prossimi giorni ancora con il bambino, nella speranza di poter raccogliere ulteriori elementi utili. Il bambino ha riferito delle sue lunghe ore, durante le quali leggeva tanti e tanti giornaletti, utilizzando una torcia elettrica, e ha precisato che quasi sempre, sia a mezzogiorno sia a cena, su sua precisa richiesta, mangiava cannelloni, che gli piacciono molto, e frutti di mare. I cannelloni erano ben caldi e gli venivano portati nelle caratteristiche confezioni di stagnola proprie delle tavole calde e delle pizzerie. Da qui la speranza che qualche titolare di locali pubblici potesse aiutare gli inquirenti. Sembra molto strano, infatti, che non ci si ricordi del volto di chi, per 17 giorni, ha praticamente acquistato a mezzogiorno e a sera sempre gli stessi cibi. Eppure, finora, benché tutti abbiano dato il massimo risalto alla questione dei cannelloni, non si sono avute segnalazioni di sorta. Ciò fa supporre che, eventualmente, il titolare del ristorante o della pizzeria che ha fornito i cannelloni per il piccolo Mirko possa essere complice dei banditi. Magistratura, carabinieri e polizia stanno seguendo molte altre piste e, in particolare, continuano lo scrupoloso controllo dei pregiudicati bergamaschi e delle loro amiche. Non vi sono dubbi che i banditi, anche se provenienti da altre province o regioni, abbiano avuto l'appoggio di elementi del Bergamasco, così come è certo che siano coinvolte anche delle donne. Carabinieri e polizia hanno invitato nei loro uffici molti pregiudicati e anche parecchie prostitute, ma non è stata data notizia di alcun fermo. Gli inquirenti, anche oggi, si sono limitati a dichiarare che lavorano ventiquattro ore su ventiquattro, ma l'inchiesta si presenta lunga e particolarmente laboriosa. Fra l'altro, il dottor Battila, che dirige l'inchiesta in questi giorni, è particolarmente impegnato: oltre al caso del piccolo Mirko è occupato anche come pubblico ministero.
Persone citate: Angelo Carlessi, Giancarlo Battila, Panattoni, Torielli, Turone
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