Non tutta la plastica "avvelena,, il sangue
Non tutta la plastica "avvelena,, il sangue Il problema dei contenitori di plasma Non tutta la plastica "avvelena,, il sangue E' il parere del direttore del Centro nazionale trasfusioni - Per non esaurire le scorte il contenuto dei sacchetti è stato conservato - Sarà sottoposto ad analisi (Dalla redazione romana) Roma, 12 giugno. La carenza di sangue, che mantiene in costante crisi l'attività trasfusionale, rischia di aggravarsi in seguito alla messa al bando dei contenitori di plastica sospetti di inquinare il plasma. Le sacche, che fino a pochi giorni fa venivano destinate alla conservazione del sangue, sono state sequestrate in tutto il territorio nazionale; ma il loro contenuto non è stato gettato via: la prudenza e il bisogno di non ridurre al minimo le scorte hanno consigliato di agire con cautela. Si è deciso di non distruggere il plasma ma di esaminarlo prima di utilizzarlo. Il direttore del centro nazionale trasfusioni sangue, il dottor Angeloni, ha detto che non tutti i contenitori di plastica si sono rivelati inidonei alla conservazione del sangue. Infatti, se realizzati secondo le più recenti disposizioni del ministero della Sanità, gli involucri non producono conseguenze dannose per l'organismo. La legge dispone che il materiale plastico adoperato, cioè il cloruro di polivinile, non deve contenere più di una certa percentuale di sostanza organica, che nel caso è il dioctilftalato. Tale sostanza, se in percentuale superiore al consentito, rischiti di reagire con alcuni componenti del sangue, producendo sostanze dannose. E' accaduto così in passato che alcuni contenitori hanno causato l'«inquinamento» del sangue determinando conseguenze che dovranno essere accertate nel corso dell'inchiesta giudiziaria condotta dal pretore Gianfranco Amendola. In particolare si sta cercando di stabilire se esista un nesso tra i contenitori di plastica irregolari e la morte di alcuni pazienti subito dopo trasfusioni di sangue. Comunque è certo che trasfusioni con plasma «inquinato» non hanno certamente giovato agli ammalati, come hanno accertato gli esperimenti compiuti dal Consiglio superiore della sanità e dall'ufficio igiene e profilassi di Roma. La Guardia di finanza, che ha condotto le indagini, ha spiegato che gli involucri contenenti sangue e anticoagulanti presentano una forte evaporazione, concentrando notevolmente la soluzione. Il fenomeno da luogo a migrazioni di sostanze nocive nel sangue del soggetto sottoposto a trasfusione, provocando effetti di accumulo nel fegato e nel cuore e, nella migliore delle ipotesi, forme di allergia di cui finora non si conoscevano le cause.
Persone citate: Angeloni, Gianfranco Amendola
Luoghi citati: Roma
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