Due ballerini torinesi al concorso di Mosca

Due ballerini torinesi al concorso di Mosca Due ballerini torinesi al concorso di Mosca Sono Gabriella Cohen e Luigi Bonino - Incontrano i più celebri danzatori del mondo Due ballerini torinesi rappresentano l'Italia al Concorso internazionale di Balletto che si sta svolgendo al Bolchoj di Mosca. Sono Luigi Bonino, 23 anni, e Gabriella Cohen, 19 anni, entrambi allievi della scuola di danza classica di Susanna Egri. « Ballare sotto lo sguardo di artisti come la Plisetkaya, la Ulanova o Moiseev è certo molto lusinghiero, ma mette tanta paura », spiegano i due danzatori poco prima della partenza per l'Unione Sovietica. Ad incutere soggezione non c'è soltanto la severità e la fama dei giudici. « Io mi accontenterei di superare gli esercizi obbligatori — dice Gabriella Cohen con modestia. — I concorrenti dell'Eu- | ropa orientale possiedono una tecnica perfezionatissima. Riuscire a restare al loro livello è già un grosso successo ». Con maggior fiducia nelle possibilità dei suoi allievi, Susanna Egri, che ha ideato le coreografie e curato la preparazione, fa previsioni più ottimistiche: « Partecipano alla gara ballerini di 25 Paesi — dice — alcuni hanno già nomi famosi in tutto il mondo. Ma se la fortuna ci aiuta negli " obbligatori " i nostri ballerini hanno tutte le carte in regola per poter aspirare a qualche premio con i numeri liberi ». Luigi Bonino eseguirà Chi sono io?, una sorta di manifesto danzante della vita artistica di un ballerino e dei suoi problemi esistenziali; '.a Cohen si esibirà in Canto alla Luna e Canto all'innamorato due brani popolari deWAzerbaigian musicati da Berio e cantati da Kathy Berberian. « Per noi il problema più grave è trovare il tempo per le prove — spiega polemico il ballerino costretto a sacrificare la preparazione per rispettare i contratti di lavoro con la Fenice e con la tv. — In molti Paesi i concorrenti alla manifestazione di Mosca hanno avuto sei mesi interi e stipendio assicurato per potere studiare con lo scrupolo necessario per questo impegno. In Italia chi vuole partecipare a competizioni del genere non riceve nessun aiuto. Pochi considerano la danza come un'arte ». Trecento ore di preparazione rubate ai giorni di festa, agli intervalli lasciati liberi dal lavoro e « alla discoteca dove vado a ballare con gli amici », dice Bonino. Tanta fatica e uguale paura, ma l'amore per la danza ed una comprensibile ambizione forniscono la volontà per trascorrere dieci ore della domenica in una palestra, davanti ad uno specchio, scrutando, con autocritica, ogni movimento, ogni passo, ogni gesto. « La vittoria rimane soltanto un'illusione — dice la Cohen — ma sarà comunque una eccezionale esperienza artistica. Importante è partecipare ». s. cas.

Luoghi citati: Italia, Mosca, Unione Sovietica