Tra schede e pallottole di Mario Ciriello

Tra schede e pallottole ANALISI Tra schede e pallottole (Nelle elezioni per il Parlamento dell'Ulster, l'occasione per lasciare la spirale della violenza) Londra, 6 giugno. Si è appena finito di votare nell'Ulster e già i nordirlandesi si apprestano a tornare alle urne. La settimana scorsa si sono tenute le elezioni amministrative, il 28 giugno si eleggerà la nuova assemblea, cioè il parlamento locale. Sono settimane decisive. Si saprà fra non molto se l'Ulster potrà sollevarsi dalla faziosità religiosa e civile che l'ha insanguinato: o se imboccherà invece una strada piena d'incertezze e di pericoli, come se a nulla fossero serviti gli ottocento morti degli ultimi quattro anni. Nessuno osa fare previsioni, l'Irlanda del Nord si è rivelata la tomba di ogni ottimismo: si spera, questo è tutto, e sono speranze fievolissime. Non potrebbe essere altrimenti dopo l'esito delle elezioni amministrative, che, nonostante la novità della proporzionale, hanno confermato lo spirito di parte della popolazione. Gli unionisti, cioè i protestanti, hanno stravinto, com'era prevedibile data la loro forza numerica; ma purtroppo il loro successo non è stato bilanciato da una affermazione dei partiti moderati del centro. Sono queste considerazioni che fanno temere per il futuro. E' in giuoco il piano del governo britannico, esposto in un recente « libro bianco », che mira ad avviare un nuovo e costante dialogo politico al posto dell'atroce circolo vizioso della violenza, della controviolenza e della repressione. Per arrivare a questo traguardo, il piano di Londra ha stabilito che il futuro « esecutivo » — cioè l'organo che amministrerà la provincia — dovrà accettare il principio del power-sharing, della divisione del potere. In linguaggio più semplice, il governo nordirlandese non dovrà più essere monopolio dei protestanti, ma contenere anche cattolici e moderati interconfessionali. Vero è che l'executive dovrebbe essere scelto non dall'assemblea ma dal rappresentante di Londra a Belfast, cioè dall'abile e tenace segretario di Stato William Whitelaw: ma che avverrà se il 28 giugno si voterà più o meno come la settimana scorsa, se l'assemblea sarà ampiamente controllata dagli unionisti e se i cattolici innalzati a questo parlamento reagiranno rifiutando ogni collaborazione? Il progetto di Heath e di Whitelaw fa assegnamento sulla presenza nell'assemblea di una maggioranza di « cittadini ragionevoli », quale che sia la loro fede: se mancherà, non soltanto si avrà un conflitto con l'« esecutivo » e con il Parlamento di Westminster, ma la riforma costituzionale stessa diverrà forse impossibile. Qualche raggio di luce non manca. Le elezioni amministrative hanno mostrato che la gente vuole votare (si è avuta una media del 70 per cento, con punte fino a 90), che fra bullets and ballots, pallottole e schede, preferisce le seconde. I cattolici non si sono lasciati intimorire neppure dai Provisionals dell'Ira. Vi è inoltre la possibilità che Brian Faulkner, il leader unionista, non si lasci spingere verso posizioni oltranziste dai « duri » come Ian Paisley e William Craig, i quali insistono che l'executive deve riflettere la composizione dell'assemblea. I commentatori e i funzionari si aggrappano a queste speranze, perché — diceva il Sunday Times — « tutto attorno è un gran buio ». E, se naufragherà l'esperimento del power-sharing, naufragherà forse l'Ulster stesso. Il premier Heath userà ogni mezzo per impedire il ritorno a un'egemonia protestante, ma se l'ostacolo si mostrerà insuperabile non potrà ignorare a lungo la crescente esasperazione del pubblico inglese (circa 180 soldati sono morti in quattro anni). Ecco perché oggi non si esclude più che Londra dia l'indipendenza alla provincia (abbandonando i cattolici al loro destino) o la spartisca assegnando le aree più cattoliche all'Irlanda del Sud. Sarebbe triste, e lo sarebbe tanto più ora che Dublino collabora con Londra nella lotta contro l'Ira e nella ricerca di soluzioni. L'elezione a Dublino di un presidente protestante, Erskine Childers, è un simbolo della nuova atmosfera. Mario Ciriello

Persone citate: Brian Faulkner, Erskine Childers, Ian Paisley, Whitelaw, William Craig, William Whitelaw