Mirko (pagato il riscatto) sarà libero entro domani ?

Mirko (pagato il riscatto) sarà libero entro domani ? Trecento milioni sono stati versati ai rapitori Mirko (pagato il riscatto) sarà libero entro domani ? La cifra è stata lasciata in una località prestabilita nella notte di domenica; lunedì sarebbe giunto dai banditi il segnale di "ricevuto", col quale promettevano di rilasciare il bambino entro tre o quattro giorni - Sul volto dei familiari non c'è più la tensione dei giorni scorsi (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 6 giugno. La liberazione di Mirko Panattoni, dopo diciassette giorni di prigionia in mano ai banditi, doveva avvenire oggi. Invece non è accaduto nulla e si continua ad aspettare. I familiari ed i parenti del bambino sembrano tranquilli, sui loro volti non traspare più l'angoscia di tre giorni or sono, segno che qualcosa è cambiato, che Mirko sta bene, che il ritardo nel rilascio del piccolo ostaggio non ha valore determinante per una lieta conclusione della vicenda. Diciamo lieta perché qualcuno ha spesso dubitato che Mirko potesse tornare a casa: in realtà, questo atto criminale, nuovo in Italia, costerà al padre del bambino rapito il frutto di una vita dedicata al lavoro. Enrico Panattoni ha dovuto pagare trecento milioni (ormai è inutile tenere un segreto che altri hanno svelato senza mezzi termini, malgrado gli appelli alla prudenza in un momento delicato dopo le ultime trattative con i rapitori) e per averli ha rinunciato al frutto del suo lavoro, cominciato a Bergamo, nel 1948, quando giunse dalla Toscana e si mise a vendere gelati e castagnaccio. Diventato proprietario del ristorante «La Marianna» e gestore di altri due locali, ora per salvare la vita del figlio minore (Mirko ha otto anni, i genitori ne hanno 47) ha dovuto ipotecare i suoi beni. Il riscatto è stato pagato nel Lodigiano, nella notte tra domenica e lunedì. Non è stato consegnato in mano ai banditi ma lasciato in una località prestabilita ed era in biglietti da cinquemila e diecimila. Il segnale di «ricevuto» deve essere giunto lunedì: i rapitori promettevano di rilasciare Mirko entro tre-quattro giorni. Per questo si era pensato che la vicenda potesse avere la sua conclusione oggi: è stato un errore di calcolo, in quanto, stando alla parola dei banditi, c'è tempo sino a venerdì. Se entro quel giorno Mirko non dovesse ritornare a casa, allora si dovrebbe forse modificare i giudizi sui fini del rapimento e prendere in considerazione ipotesi diverse da quelle sinora fatta: l'estorsione. Negli ultimi giorni, il piccolo Mirko avrebbe comunicato due volte con i genitori. La , i o o r e o o a a i a e prima sabato o domenica, la seconda ieri. Il bimbo avrebbe scritto di suo pugno una frase (con particolari che i banditi non potevano conoscere) sulla testata di un quotidiano della sera di Roma. Lunedì e stamattina la maestra di Mirko, la signora Anna Granelli, si è recata in visita al Panattoni; non è escluso che sia stata chiamata per stabilire se fosse autentica la calligrafia di Mirko o se non si trattasse invece di un falso. La risposta deve essere stata affermativa, ma l'avvocato Tremaglia aveva già ufficialmente confermato domenica sera che Mirko è vivo: ora i familiari del piccolo rapito appaiono distesi, malgrado siano passati due giorni dalla consegna del riscatto. Mirko potrebbe essere abbandonato vicino a una scuola, a un chiosco di benzina, a una chiesa nelle prime ore del mattino quando le strade sono deserte. In quale luogo? Sinora i banditi si sono dimostrati abili ed esperti, perciò potrebbero tentare di creare una situazione di imbarazzo tra le forze dell'ordine. Infatti, se Mirko fosse liberato fuori della provincia di Bergamo, la direzione dell'inchiesta cambierebbe sede e passerebbe alla procura della zona dove il bimbo è stato rilasciato. L'invio degli atti (che può avvenire soltanto per posta), il cambio di giudice e i noti intralci della burocrazia, concederebbero ai rapitori almeno altre ventiquattro ore di ritardo nell'inizio dell'inchiesta. Se l'ostaggio fosse invece rilasciato nel Bergamasco, i rapitori sanno che entrerebbero subito in azione la squadra mobile della polizia e i carabinieri, che ancora oggi si astengono dal compiere qualsiasi indagine. Un fulmine ha messo fuori uso la centrale ricetrasmittente della polizia e per alcune ore le radiomobili sono rimaste senza contatti con il centro operativo; poi è stato fatto arrivare un furgone con le apparecchiature adatte a sostituire momentaneamente i relais fusi, ma i banditi non hanno approfittato di questa situazione di difficoltà per liberare il piccolo Mirko. Anche in casa Panattoni il temporale ha bloccato la linea telefonica. L'avvocato Tremaglia si è allora recato alla direzione della Sip e ha chiesto una riparazione d'urgenza. I genitori di Mirko non attendono (almeno così si crede) un segno particolare dai banditi, ma sperano che qualcuno telefoni loro d'aver trovato Mirko. Dalle 18,30 alle 20,30 di ieri sera nessuno ha parlato con casa Panattoni, né ha potuto telefonare dal loro apparecchio. Nella notte il telefono è squillato diverse volte (alle 3,40, alle 4, alle 5,30) ma nessuno è andato a rispondere. Alle sei, sono usciti l'avvocato Tremaglia e Marzio Panattoni, il fratello di Mirko che ha 18 anni. Sono partiti sulla «128» bianca per tornare verso le sette. A quell'ora, il legale si è recato a casa sua. Non si attribuisce un significato particolare a questo viaggio. L'avvocato Tremaglia smentisce in parte questo ottimismo, ma smentisce anche l'avvenuto pagamento del riscatto, sostenendo che vi sono ancora «due tempi accavallati da percorrere», cioè il versamento dei soldi e il rilascio dell'ostaggio nello stesso momento (ecco i tempi accavallati) ma non di certo nello stesso luogo. Secondo Tremaglia i punti fermi sono due: primo, il riscatto è ancora da pagare; gli accordi sono stati presi; non c'è più nulla da chiarire con i banditi. Secondo, Mirko verrà rilasciato all'atto del versamento della stdpsttvasssfglMmbdstBcsbtfpelfn somma. «Attendiamo un contatto, dice il legale, speriamo domani, o al più presto». Ormai pochi credono alle parole dette in via ufficiale sulla vicenda di Mirko Panattoni; se da una parte si smentisce, dall'altra invece (gli avvocati sono tre) ci si lascia andare talvolta a confidenze secondo le quali alla famiglia sarebbero pervenuti sei messaggi, tra i quali una fotografia di Mirko che legge un giornale con in primo piano la testata e la data. Intanto il tempo passa, Mirko non ricompare e la famiglia tace. E' quindi probabile che tra le richieste fatte dai rapitori vi sia quella del silenzio sui particolari della vicenda. Abbiamo chiesto al sostituto procuratore, Giancarlo Battila, che dirige l'inchiesta, che cosa potrebbe fare, per quanto riguarda le indagini, se Mirko entro venerdì o sabato non fosse ancora tornato a casa. «Se la famiglia conferma che il riscatto è stato pagato, ha risposto il giudice, e i rapitori hanno promesso la libertà poi non l'hanno concessa, vedremo che cosa fare». Per ora quindi l'inchiesta resta ferma, i banditi hanno tutto il tempo di controllare la validità delle banconote versate per il riscatto (almeno 45 mila tagli da 5 e 10 mila lire, pesanti 45 chili, racchiusi forse in due o quattro valigie) e di «provarle», per vedere se sono state o no segnate. Il vuoto di questi giorni tra pagamento e rilascio dell'ostaggio non ha altra spiegazione; se venerdì però Mirko non fosse a casa, una frase dei banditi andrebbe interpretata con meno ottimismo di quanto è stato fatto sino ad oggi. Aspettiamo tutti qualche cosa che sembra non debba mai venire, mentre la città è tristissima («Arrivano lettere che rivelano la commozione, l'ansia, l'angoscia e il dolore di centinaia e centinaia di persone», ha detto Tremaglia), e la pioggia ci rende simili a ombre davanti a «La Marianna», con lo sguardo fisso lassù, al secondo piano, alla casa dove Mirko aspetta di ritornare. Piero Cerati Mirko Panattoni

Luoghi citati: Bergamo, Italia, Roma, Toscana