Nave carica di seta scomparve da Portovenere: 4 gli arrestati

Nave carica di seta scomparve da Portovenere: 4 gli arrestati Inchiesta per un colossale contrabbando marittimo Nave carica di seta scomparve da Portovenere: 4 gli arrestati La merce, per un valore di quattro miliardi, era diretta in Medio Oriente - Non arrivò mai L'intero quantitativo fu caricato su misteriosi camion che operarono nella notte - Denunciati uno spedizioniere, due ispettori di dogana, il titolare di una ditta di Brescia e 9 camionisti (Dal nostro corrispondente) La Spezia, 6 giugno. Quattro persone sono arrestate, una ricercata per una inchiesta che la magistratura spezzina sta conducendo sulla misteriosa sparizione di 80 tonnellate di seta (valore circa quattro miliardi e mezzo) che sarebbe stata immessa nel mercato nazionale con una evasione di tributi di 250 milioni di lire. La seta era destinata al Medio Oriente. Gli arrestati sono Paolo Di Vita, 33 anni, La Spezia, via Toti 1, uno dei più noti spedizioneri della provincia; il finanziere Elio Brandigi, 37 anni, da Firenze, in servizio, all'epoca dei fatti, alle Grazie (Portovenere); il direttore ed un impiegato della filiale della ditta di Brescia, Sima, che avrebbe dovuto spedire all'estero la merce; Enrico Conti, di 48 anni, e Roberto Baudacci, di 33, entrambi abitanti nella città lombarda, rispettivamente in via Bazzeca 8 e in via Gramsci 31. E' riuscito a fuggire alla cattura l'altro ispettore di dogana. Angelo Cuomo, di 49 anni, da Castellammare di Stabia, in servizio pure alle Grazie, da dove le balle di seta sarebbero state trasportate con dei fantomatici camion, del cui arrivo mai nessuno si accorse. L'accusa che si muove ai quattro è di contrabbando. Stando all'atto di incriminazione, l'operazione « porto franco » sarebbe stata eseguita falsificando documenti doganali Nella complicata vicenda sono interessate altre nove persone: gli autisti che avrebbero trasportato la seta in un luogo sconosciuto del territorio nazionale, da dove sarebbe poi stata diramata su tutto il mercato nazionale. Sono: Elio Palazzini, di 41 anni, da Brescia, via Fiorentini 16; Silvio Mattei, 34 anni, Nuvolento, via Garibaldi 15; Beniamino Tarolli, 36 anni, Castello Condillo, via Garibaldi 62; Franco Padazzini, 27 anni, Bovolino, via Fiorentini 16; Ezio Marchesi, 21 anni, Brescia, via Montedenno 25; Giuseppe Marchesi, 51 anni, Brescia; Roberto Mascardi, 36 anni, Preseglie, via Lorini 3; Marsiglio Palazzini, 38 anni, Rezzato, via Dante Alighieri; Tullio Ramaioli, 35 anni, via Dante Alighieri. L'accusa loro mossa è di concorso in contrabbando e di evasione all'Ige. La merce, scaricata a Genova e destinata al Libano, avrebbe dovuto essere trasportata con 'in camion a Venezia per essere caricata su un'altra nave, e partire quindi alla volta del Medio Oriente. Ma a Venezia non sarebbe mai giunta. Dai documenti doganali di La Spezia risulta invece che essa sarebbe stata trasportata ed imbarcata alle Grazie sulla motonave Francesco, poi salpata per il Libano. Lo proverebbero 59 bollette su cui l'ispettore doganale Cdapras Cuomo ed il finanziere Brandigi avrebbero posto il «visto arrivo in dogana», e 59 lasciapassare con il «visto imbarcare». Brandigi inoltre avrebbe attestato falsamente, sul registro dei «visti imbarcare» che le operazioni di carico della seta si erano concluse il 18 novembre 1970. Le stesse bollette e gli stessi lasciapassare sarebbero stati sottoscritti dal Di Vita. Ma, secondo le indagini svolte dalla guardia di finanza, il prezioso carico non sareb be mai arrivato alle Giazie. Caricato sui camion, esso sarebbe stato dirottato per una località sconosciuta e quindi immessa sul mercato nazionale, f. c.