Un altro arresto a Casale per le imposte pagate con un "trattamento particolare,, di Mario Verda

Un altro arresto a Casale per le imposte pagate con un "trattamento particolare,, Dopo l'appuntamento-trappola con un contribuente Un altro arresto a Casale per le imposte pagate con un "trattamento particolare,, Si tratta di un impiegato che era alle dipendenze del vicedirettore (già in prigione) - Bloccato all'aeroporto al ritorno dagli Usa - Trovati in casa del funzionario oggetti di valore per molti milioni? (Dal nostro corrispondente) Casale, 2 giugno. Le indagini dei carabinieri sulle presunte irregolari attività del vicedirettore dell'ufficio delle imposte di Casale, il quarantatreenne dottor Antonio Merlino, nato a Saponara (Messina), dallo scorso sabato detenuto per concussione nelle carceri, hanno portato stamane all'arresto del presunto complice del Merlino. Si tratta di Antonio De Santis, nato 29 anni or sono a Troia (Foggia), celibe, domiciliato presso un albergo di Casale e impiegato nello stesso ufficio del dottor Merlino. L'accusa nei confronti del De Santis è di concorso nel reato di concussione. L'arresto dell'impiegato è avvenuto alle 9 di stamane all'aeroporto della Malpensa, all'arrivo del «jumbo» proveniente da Chicago. Il De Santis, unitamente a un gruppo di sportivi casalesi, si era recato a Indianapolis, una decina di giorni or sono, per assistere alla corsa automobilistica delle 500 miglia. Verso le 10,30 il giovane, su un'auto dei carabinieri è giunto al carcere di Casale. Secondo la denuncia presentata la scorsa settimana dal contribuente Giampiero Marchisio, di 37 anni, il De Santis avrebbe funzionato da mediatore tra il Merlino e il Marchisio. Quest'ultimo, circa un mese fa, veniva chiamato all'ufficio delle imposte per concordare il proprio reddito e il Merlino gli avrebbe detto che era tenuto a pagare tre milioni di lire. Il Marchisio, che è titolare di un piccolo laboratorio artigianale ove lavora senza l'aiuto di alcun dipendente, riteneva troppo alta la tassazione e dichiarava che, comunque, non possedeva il denaro per pagare. A questo punto il Merlino, secondo la denuncia del Marchisio, sarebbe uscito momentaneamente dall'ufficio e il De Santis, che aveva assistito al colloquio, avrebbe proposto al contribuente di «sistemare» la faccenda versando mezzo milione in contanti al Merlino, il quale lo avrebbe iscritto a ruolo per sole 450 mila lire. Al rientro in ufficio del funzionario, il De Santis gli riferiva l'esito della proposta e il Marchisio chiedeva dieci giorni di tempo per racimolare il mezzo milione. Trascorsi i dieci giorni, l'ar tigiano tornava dal Merlino Iportando con sé, accurata- mente nascosto, un piccolo j Marchisio fa- ! : registratore. Il ceva presente al vicecapo uffi-1 ciò delle imposte di essere riuscito a trovare solo quattrocentomila lire, che il funzionario avrebbe accettato dicendogli di recarsi alle 12 del giorno successivo a casa sua per la consegna della somma. Il radiotecnico informava i carabinieri e, d'accordo con questi, si recava all'appuntamento, consegnando al funzionario una busta con le quattrocentomila lire. Nell'uscire dall'alloggio del Merlino, faceva un cenno ai carabinieri che irrompevano nell'appartamento, sequestrando il denaro e arrestando il funzionario per concussione. Nonostante lo stretto riserbo che gli inquirenti mantengono sulla vicenda, pare che una perquisizione nell'alloggio del funzionario, eseguita subito dopo l'arresto del Merlino e alla presenza della moglie di questo, nonché del difensore, avvocato Bori, sia risultata molto indicativa. Secondo voci non confermate, i carabinieri avrebbero trovato un lunghissimo elenco di contribuenti della zona, numerose pratiche d'ufficio, una mez- za dozzina di televisori (ap ni dei quali a colori), sette orologi d oro, diversi apparec cni radiofonici ad alta fedeltà e stereofonici, tre o quattro lucidatrici nuove, registratori, mangianastri, tappeti di valore, nonché una cantina forni- tissima di bottiglie di champagne e liquori di gran marca Mario Verda Antonio De Santis