Telebiella chiusa dagli inviati del ministero Tutta l'operazione seguita sugli schermi di Piero Minoli

Telebiella chiusa dagli inviati del ministero Tutta l'operazione seguita sugli schermi Telebiella chiusa dagli inviati del ministero Tutta l'operazione seguita sugli schermi L'incarico di far rispettare le nuove norme che vietano le stazioni televisive private è stato assolto dal Circolo delle costruzioni telegrafiche e telefoniche di Torino e dagli ispettori della polizia postale - Il legale del regista Sacchi ha fatto notare che, imponendo lo smantellamento degli impianti, si violava l'articolo 20 della legge sulla stampa (Dal nostro corrispondente) Biella, 1 giugno. « Telebiella », la prima stazione televisiva privata via cavo sorta in Italia e l'unica che abbia funzionato regolarmente per alcuni mesi, trasmettendo, in particolare, notiziari locali, è stata messa a tacere stamane dai funzionari del ministero delle Poste e Telecomunicazioni. Le fasi della disattivazione degli impianti, trasmesse « in diretta » fino all'ultimo istante, sono state seguite da cen- tinaia di cittadini sugli scher mi situati in alcune vie del centro. L'incarico di fare osservare il decreto con cui il ministro Gioia (de) ha ingiuto al regista Peppo Sacchi, direttore della stazione televisiva, di smantellare gli impianti, è stato affidato al Circolo delle costruzioni telegrafiche e telefoniche di Torino. Il direttore, ing. Ulpiano Degano, era assistito da due avvocati dello Stato Umberto Giardini e Giovanni Bestenti, anch'essi di Torino, e dagli ispettori della « Escopost » (la polizia postale) Domenico Legrottaglie, Manfredo Cao e Aldo Cirillo. Il gruppo era completato da alcuni tecnici. Da alcuni giorni Sacchi aveva predisposto tutto per trasmettere al pubblico biellese, che ha seguito « Telebiella » con interesse e simpatia, l'epilogo della sua iniziativa. Giunti alle 10, i funzionari sono stati accompagnati nello « Studio 2 », dove erano già in funzione alcune telecamere. L'ing. Degano, che era il primo del gruppetto, quando s'è trovato sotto la luce dei riflettori ha avuto un attimo di esitazione, poi ha raggiunto il tavolo al quale sedevano Sacchi e l'annunciatore Fausto Banino. Gli altri funzionari sono rimasti accanto alla porta d'ingresso. Sacchi ha pregato il direttore del Circolo delle costruzioni di mostrargli i documenti d'identità. L'ing. Degano si è istintivamente voltato verso gli avvocati dello Stato, che gli hanno fatto un cenno di assenso. « Debbo leggerle il decreto del ministro», ha detto il funzionario. « Prego, così lo udranno anche i cittadini che stanno assistendo a questo grave attentato contro la libertà dì informazione », ha risposto il regista. Si sono successivamente presentati gli altri funzionari e i tecnici. Sacchi ha ottenuto '.i rinviare la disattivazione degli impianti per consentire al suo legale, avv. Dall'Ora, di giungere da Milano, da dove era partito non appena informato dell'arrivo dei funzionari. E' trascorsa circa un'ora, durante la qua-1 sle le telecamere hanno continuato a trasmettere via cavo tutto ciò che accadeva nello « Studio 2 » e nella « Stanza dei bottoni », dove si era recato l'ing. Degano per rendersi conto dell'ubicazione degli impianti emittenti. L'avv. Dall'Ora, giunto poco prima delle 11,30, ha ricordato all'ing. Degano che il pretore di Biella, dott. Giuliano Grizi, ha trasmesso alla Corte Costituzionale gli atti del procedimento penale a carico di Sacchi perché ritiene in contrasto con cinque articoli della Costituzione l'art. 195 del nuovo codice postale, che dal 4 maggio scorso regola la materia. Ha poi fatto presente che « Telebiella » è, a tutti gli effetti, un giornale audiovisivo autorizzato dal tribunale e in regola con la legge sulla stampa del 1948. A proposito di questa legge, l'avvocato di Sacchi ha citato l'art. 20, il quale prevede una pena fino a tre anni di reclusione per « chiunque con violenza e minaccia impedisca la stampa, pubblicazione o diffusione dei periodici per i quali sono state osservate le prescrizioni di legge ». « Tutto ciò premesso — ha detto l'avv. Dall'Ora rivolto al funzionario — intende ugualmente disattivare gli impianti emittenti di "Telebiella", che equivalgono alla tipografia di un giornale tradizionale? ». Per la seconda volta, l'ing. Degano ha rivolto lo sguardo ai due avvocati dello Stato, che hanno nuovamente fatto un cenno di assenso, ed ha risposto affermativamente. La tesi del ministero è che la legge generale sulla stampa non ha più valore, in questo campo, dopo l'emissione di una legge particolare che fissa nuove norme per la televisione via cavo, nemmeno immaginabile a quell'epoca. Pochi minuti dopo, uno dei tecnici ha staccato un filo dal « cuore » della stazione emittente e lo ha sigillato. Le immagini sono svanite dai teleschermi. L'operazione era conclusa. I giornalisti biellesi hanno inviato alle associazioni di categoria telegrammi di protesta per la soppressione di « Telebiella ». Piero Minoli (dccpldmndftstncnAmter Biella. Sacchi, la moglie e un collaboratore in una delle ultime trasmissioni (Moisio)

Luoghi citati: Biella, Italia, Milano, Torino