Campionessa fra le pentole di Maria Luisa MigliariSandro Casazza

Campionessa fra le pentole In cucina con la vincitrice di Rischiatutto Campionessa fra le pentole "Cucinare è un'arte", dice Maria Luisa Migliari - Tra i fornelli del suo ristorante, pensa ad una vacanza di 3 mesi nel Tibet - Dopo le sue vittorie c'era ad attenderla anche la banda (Dal nostro inviato speciale) Calice Lig., 1 giugno. « C'è la signora Migliari? Abbiamo fatto trecento chilometri: lasciatecela almeno vedere». Nel ristorante della campionessa di «Rischiatutto», è cominciato il pellegrinaggio di curiosi e buongustai. Alle dieci del mattino un piccolo gruppo di persone ha già invaso il piccolo locale: chi prenota una cena, chi vuole congratularsi per i trenta milioni guadagnati, chi fa capolino nella cucina per annusare le pietanze che la «campionessa» ha preparato con le sue mani. Il telefono squilla, ossessivo. Circola un umorismo da telequiz: «Vorrei un filetto alla Mike», «Rischio tutto su un risotto con i funghi». La tv, con la vecchia ma sicura ricetta del divo, è riuscita ancora una volta a servire un piatto ricercato e gradito da milioni di commensali. Maria Luisa Migliari, 33 anni, sposata con un pubblicitario torinese, arriva a mezzogiorno salutata dai suoi ammiratori che aspettano da lei cibi prelibati e autografi. Torna dal mercato con le sporte colme di cipolle e verdure. Bastano un grembiulone, un fazzoletto sui capelli ed eccola trasformata in efficiente massaia. Corre subito in cucimi, tra pentole e tegami fumanti. La raggiungiamo; sta preparando una frittata di cipolle. «Sono tanto stanca — dice versando le uova —. Devo disintossicarmi del "Rischiatutto". Ho cominciato per divertirmi e dopo sette settimane mi trovo completamente esaurita». Sorride con educata cortesia e ricorda le casuali origini della sua vocazione gastronomica: «Cucinavo spesso per i miei amici, quando ci riunivamo a casa mia, e mi riusciva bene — spiega la campionessa mentre la frittata quasi per sfida pare volersi attaccare sul fondo del tegame —. Qualche anno fa ho preso questo locale per farne un circolo artistico. Poi l'hobby della cucina diventò passione e il club si trasformò in ristorante. Imparai a memoria 2487 ricette del Carnacina e decisi di iscrivermi al "Rischiatutto"». Una buona idea se si contano i milioni guadagnati e le persone che attendono di essere servite ai tavoli. Ma perché ha scelto Calice Ligure? «Non riesco più a vivere in città — dice spostando pentole e sollevando coperchi —. Avevo bisogno di starmene tranquilla, lontano dal frastuono. Sono venuta in questo posto perché lo conoscevo già quando andavo al mare a Varigotti e perché a Calice abita una numerosa colonia di pittori tra i quali ho tanti amici. Tempo fa io dipingevo». Dopo i quadri, la passione per l'antiquariato e ora la gastronomia: «Questa attività mi diverte molto — dice — ma non è certo che sia definitiva. A me piace completare ogni esperienza che faccio Poi, quando non mi interessa più, cambio». In paese è una celebrità Sugli alberi, sui muri, sull'asfalto, scritte e manifesti la salutano « Brava Luisa », «Forza Maria». Il sindaco le ha donato a nome della cittadinanza una medaglia ed un diploma di benemerenza. Ad attenderla dopo le vittorie c'era anche la banda. Una macchina dotata di radiotrasmittente l'ha attesa all'uscita dell'autostrada e le sue rispo¬ ste all'intervistatore, mentre era in viaggio verso Calice, venivano trasmesse in piazza con altoparlanti. La gente la riconosce per strada, le scrive, le telefona. «Mi chiedono ricette, consigli, pareri sulla trasmissione ». Ogni tanto lascia i fornelli e corre in sala per intrattene- i i re i clienti che la chiamano a gran voce. Con affabilità risponde a tutti, racconta aneddoti. I cibi che si mangiano nel suo ristorante li ha inventati lei. Carnacina e altri ricettari servono soltanto per superare i «rischi» del quiz. Quando lavora crea con la sua fantasia. «Il segreto è tutto qui — spiega —. Non si può imparare a cucinare leggendo i libri. E' un dono innato che si può affinare, ma non si acquista in libreria. Cucinare è un'arte». Ed i suoi ospiti ne prendono coscienza ad ogni boccone. Subendo un contagio letterario che pare colpire tutti i campioni di Rischiatutto anche Maria Luisa Migliari, dopo la Buttafarrro e Inardi, scriverà libri. «Sono raccolte di ricette per l'editore Mursia. Si tratta di un esperimento, ho accettato con entusiasmo — dice —. Mi hanno offerto anche di fare pubblicità: ho rifiutato perché dovrei credere veramente nel prodotto che reclamizzo. E ora dovrò lavorare molto nel ristorante». Parteciperà alla sfida con ì supercampioni l'anno venturo? «Per il prossimo inverno ho soltanto un programma: andarmene tre mesi in vacanza nel Tibet ». Qualcuno insinua che i suoi ultimi avversari fossero troppo poco preparati per contenderle seriamente il titolo. «Non erano certo dei più forti — si difende la campionessa —. Io però ho preso in mano le redini della gara fin dalle prime domande. E' la mia tattica: aggredire senza distrarsi un attimo». I clienti sono andati via tutti, il locale è vuoto e la cuoca milionaria chiede un momento di riposo. Quali sono gli svantaggi della popolarità? le chiediamo costringendola a rimandare dì qualche minuto il suo pranzo. «Questi», risponde. Sandro Casazza a — o e sd

Persone citate: Calice, Carnacina, Inardi, Maria Luisa Migliari, Migliari

Luoghi citati: Calice Ligure, Tibet