Accorre Federica

Accorre Federica Accorre Federica (Segue dalla V pagina) via di Porta Latina numero 13 con in mano il flash dell'Ansa 54/1 delle 12,19, sedici parole in due righe: «Il regime repubblicano è stato proclamato oggi in Grecia. Lo ha annunciato il primo ministro Papadopulos». A quell'ora, il cancello di legno verde sulla strada era ancora aperto e deserto, vigilato da un solo sottufficiale di pubblica sicurezza. Il solerte giornalista non ha avuto difficoltà ad entrare, a percorrere il viale e a presentarsi a un domestico, con la preghiera che gli ottenesse un colloquio con il sovrano: «Anche solo pochissimi minuti, per una breve dichiarazione». Come se fosse un biglietto da visita o una commendatizia gli ha porto il flash dell'Ansa, ma poi è stato invano ad aspettare di essere ammesso al cospetto del re. «Il sovrano non vuole essere disturbato da nessuno per nessun motivo» è la consegna che vale per tutti, tranne che per gli agenti dell'ufficio stranieri della questura di Roma giunti in forze a presidio del giardino della villa. Fuori, lungo la stretta via di Porta Latina, una romantica strada fiancheggiata da mura con poche aperture verso ì parchi di sontuose residenze, bivaccano giornalisti e fotografi, stazionano gli automezzi attrezzati delle tv nazionale e straniere. Un re di fresco sconfessato come Costantino fa notizia, anche perché domani è il suo compleanno: nato il 2 giugno 1940 a Psichico, villa reale nella periferia di Atene, gli era stata preparata per il pranzo di stasera la torta dell'anniversario con trentatré candeline da spegnere in un soffio. «Happy birthday to you» gli avrebbero cantato i bambini. «For he's a jolly good fellow»: ma non sarà un compleanno gran che felice, anche se in famiglia e tra i fedeli Costantino continua ad essere considerato un tipo simpatico di sportivo play boy meritevole di trono e di corona. Già ai tempi, tuttavia, del suo regno ad Atene durato solamente tre anni dal '64 al '67, gli si faceva il rimprovero di essere succubo della madre, l'energica regina Federica, donna implacabile che aveva già ridotto anche il marito, re Paolo, nella condizione di principe consorte. «Pur di liberarsi di lei metteva in conto di porre a repentaglio la stessa monarchia», mi dice un anziano consigliere del re, il quale ammette tuttavia che in questi anni di esilio romano l'influenza di Federica su Costantino si è attenuata via via. L'inesorabile, dirompente sovrana arrivò a Roma all'alba del 14 dicembre 1967 sullo stesso aereo del figlio fuggiasco, un bimotore Gruman bianco a turboelica, e ne discese in pelliccia di persiano, due fili di perle al collo, gli occhi cerchiati dall'emozione e dalla fatica. In un primo tempo abitò col figlio e con la nuora Annamaria di Danimarca in villa Polissena, ospiti tutti del principe Enrico d'Assia, ma poi si lasciò convincere a far menage separato sulla via Cassia, in località l'Olgiata che è una reidenza cara a/Z'establishment dei nostri giorni. Di lei, da allora, si parlò solo in occasione di certe sue richieste al governo dei colonnelli perché le fossero versati anticipi sul suo appannaggio mensile personale. Oggi però è arrivata all'una e venti, prima fra tutti, in casa del figlio, accorsa dall'Olgiata a bordo di una Mercedes blu non appena saputa la notizia, ed ovviamente sono stati vani i tentativi fatti dai giornalisti di guardia per avvicinarla. Poi è stata la volta di un ambasciatore di nome Papagos, consigliere particolare di Costantino, in Mini Morris, che fu appena di poco più accessibile: «Il re niente sapeva e niente si aspettava. E' molto dispiaciuto ma io non sono autorizzato a fare commenti». Poi, una donna anziana che ha esibito alle guardie un passaporto greco; è stata lasciata entrare, è uscita poco dopo senza rispondere a nessuno. Poi, un'altra Mercedes con la targa «CD» ed un uomo a bordo, più stizzoso di tutti: ai giornalisti, ancora prima che gli parlassero, ha fatto un brutto gesto. La strada è qualche volta un posto buono di lavoro, per noi, ma a condizione che non si tratti di occuparsi di re inaccessibili trincerali lontano. Neppure l'amabile avvocato Kuratos è al corrente dei consigli segreti: «Non so che cosa intenda fare il sovrano. Non sono autorizzato a dire nulla, tranne che il re Costantino sta studiando e che farà qualche dichiarazione dopo aver finito di studiare». «Avvocato, c'è qualche connessione tra il nuovo golpe dei colonnelli ed il complotto della marina la settimana scorsa?». «Nesso, nessuno, che io sappia, ma parlo per mie sole impressioni personali». «Ma ci può essere qualche rapporto con le dichiarazioni di Karamanlis a Parigi di una ventina di giorni fa?». «Quale rapporto? Karamanlis aveva detto soltanto che il governo doveva andarsene ed il re ritornare». Anche il comandante Nicola Pappas. sbarcato sabato scorso dal caccia Velos ignora se il complotto sventato nella base di Salamina sia la causa diretta della destituzione del re: «Io sono un ufficiale della marina greca e pertanto non posso fare considerazioni di alcun genere, come invece potrebbe un comune cittadino», ha risposto con dignità nella saletta di soggiorno della pensione «Acropoli» in via Principe Amedeo dove ora risiede. Chi può parlare è solo Costantino, e Costantino sta studiando le parole con l'aiuto della madre Federica e delle sorelle Sofia ed Irene, adunato un consiglio di famiglia per la tarda serata. v. g- La regina madre Federica di Grecia

Persone citate: Enrico D'assia, Karamanlis, Mini Morris, Nicola Pappas, Papadopulos, Salamina