Un ombretto di nome "Tango,,

Un ombretto di nome "Tango,, Incontro con il visagista parigino Jean D'Estrées Un ombretto di nome "Tango,, Alto e dinoccolato. Nel voi-1 «to segnato da rughe profende | pJean D'Estrées ha lo sguardo j cdivertito di un ragazzo che ' qama la vita. Parla mentre le dita agili stendono gli ombretti. Spiega come si dosano i colori, quali sono le sfumature più adatte. La giovane bruna che si sottopone al trucco sbircia lo specchio con occhi increduli. Accadrà il miracolo affidandosi ad uno dei più farnesi visagistes di Parigi? Trasformare un viso paffuto in un ovale di Madonna non dovrebbe essergli difficile. Lui, sorridente, ne sembra convinto. Ha iniziato la carriera nel 1938. «Ero un pittore dilettante — dice — appena uscito dall'Accademia di Belle Arti. Conobbi la bionda Madeleine Sologne e fu la mia fortuna. Avevo il senso del colore, la facilità del tratto, un mezzo talento. Madeleine mi volle come visagiste personale per il film di J. Cocteau L'éternel npslimu«mMstpsgnceapretour nel 1943. Per me fu un ™™e?S0":^.a"0.™.™!su!!1 nessuna nostalgia. A è un uomo soddi- dubbio vederlo sfatto. «Sono un creatore più che un truccatore. E' la differenza tra me e molti miei colleghi. Ho dato vita a una scuola, ho formato circa ventimila allievi». Oggi ha dieci istituti di bellezza sparsi nel mondo. «Non mi sono mai fermato: cambio continuamente stile, seguo i tempi; per la cliente sono psicologo ed amico. Bisogna penetrarne l'anima per riuscire a mutare con il maquillage la sua fisionomia. E' questo che rende un visagiste completo. Soprattutto deve essere capace di cercare sempre nuove ispirazioni». D'Estrées le scopre nella vita, «che è un'avventura»; le regala alle donne, «perché de vono essere belle ». Per loro ha creato ombretti liquidi, «quando ancora nessuno ci pensava», il maquillage bril lante («prima la cipria, poi la crema») per fare «visi di porcellana» alle opulente borghesi o alle ossute adolescenti di j buona famiglia. Il maestro trascorre circa I un'ora con ogni cliente, «nella I mìa maison di Faubourg Saint-Honore». Trucca, consiglia, dà «la ricetta» per il maquillage, schizza di suo pugno il volto, un foglio bianco e lo colora con i suoi cosmetici tracciando i segni e le sfumature che la signora dovrà copiare. «Costa 15 mila lire». Il tipo di donna ideale? dpid «Soprattutto bella pelle, belle palpebre, bei denti». Gli piac ciono gli occhi scuri «come quelli delle principesse afga- ne, mie clienti», perché sono più espressivi. Meglio se non sono perfetti; la loro personalità arricchisce il volto. Tanto meglio, se al tutto si unisce un corpo snello, flessuoso. «Se non si hanno soldi per i massaggi, basta la ginnastica. Mezz'ora ogni mattina. Passeggiate, vita sana. Importante è mantenersi bella e sempre giovane, anche dopo i sessantanni, come Michèle Morgan». L'emancipazione femminile non lo disturba. «E' giusto che la donna abbia diritti eguali all'uomo». Ma è pronto ad aggiungere: «Non deve però trascurare il maquillage; deve conservare la sua femminilità, altrimenti perde molto del suo lascino». E lui, in qualità di visagiste e di produttore di cosmetici, perderebbe molti dei suoi introiti. Per l'estate ha creato una novità: si chiama Tango, un nome che a Parigi dopo l'ultimo tango danzato da Marion Brando è sinonimo di succes-1 so. E' un ombretto dal colore caldo, arancio-rosa dorato, da sfumare sotto le sopracciglia, una striscia grigia sulle palpebre, giallo luminoso vicino alle ciglia e sotto l'occhio un tratto verde pallido; infine molto mascara nero per acI centuare lo sguardo e rosso j geranio sulle labbra. «Ogni I donna saprà fare da sola: ba| sfa dosare e sfumare le "nuances", usare bene pastelli, creme, ciprie compatte». In fondo il suo compito di visagiste è soltanto quello di un consigliere. «E' un lavoro altruista; si deve donare alla donna la bellezza e l'immagine della gioventù». Insomma, una dolce illusione. Ma lei, monsieur D'Estrées, quanti anni ha? «Sessanta. Sono un giovanotto, non le pare? Mi curo con gli stessi prodotti che creo per le mie clienti». Mi guarda e gli ridono gli oc-1 chi. Studia il mio volto, forse malignamente ne scopre i difetti, ma tace e continua a sorridere. Sarà questo il segreto del suo successo? Osservare ogni donna con lo sguardo carezzevole dell'innamorato? Simonetta Conti

Persone citate: Honore, Jean D'estrées, Madeleine Sologne, Marion Brando, Simonetta Conti

Luoghi citati: Alto, Faubourg, Parigi