Linee integrate alla Riv-Skf

Linee integrate alla Riv-Skf UN NUOVO MODO DI LAVORARE Linee integrate alla Riv-Skf Il lavoratore è altamente responsabilizzato ed esegue una serie di operazioni fino al prodotto finito - La trasformazione, iniziata nel '64-'65, ha richiesto oltre 50 miliardi di investimenti Il cuscinetto a sfere o a rulli è un oggetto di forma semplice, prodotto secondo una razionale successione di operazioni ormai definita da decenni. In questo quadro, sostanzialmente rigido, la ricerca di un « nuovo modo di lavorare » ha comportato un diverso rapporto tra l'uomo e la macchina. Alla Riv-Skf le trasformazioni sono incominciate nel 1964-65 e hanno richiesto oltre 50 miliardi di investimenti negli ultimi cinque anni. « Il nostro stabilimento di Bari — afferma il vicedirettore generale Vittorio Ghidella — rappresenta il livello massimo finora raggiunto. Anche gli altri stabilimenti della RivSkf sono all'altezza dei punti più evoluti esistenti nel settore ». Oggi che il dibattito sul «nuovo modo di lavorare» sta coinvolgendo tutto il mondo produttivo, le esperienze fatte alla Riv-Skf appaiono interessanti, anche per il tipo particolare di prodotto ed i vincoli che comporta. Nel vecchio stabilimento di via Nizza a Torino, vent'an ni fa, si citavano come esempio di altissima specializzazione operai che avevano passato la vita sempre in una stessa operazione. In effetti, anche partendo da livelli di istruzione molto bassi, l'operaio aveva modo di imparare gradualmente un'operazio ne e di « sposare, in certo senso, la sua macchina ». Poi, questo equilibrio uomo-macchina venne rotto dall'introduzione sul mercato di apparecchiature sempre più automatizzate e ad alta produttività, rese necessarie dalla concorrenza internazionale. Quale poteva essere il rimedio alla monotonia ossessiva dei ritmi sempre più faticosi? « Trovare — risponde Vittorio Ghidella — una soluzione che accanto ad una maggiore efficienza produttiva del macchinario consentisse un ricupero delle risorse umane attraverso una partecipazione maggiore al processo produttivo ». Per realizzare questo obiettivo vennero create le prime « linee integrate ». L'esperimento incontrò difficoltà e diffidenze perché « per il mondo del cuscinetto rappresentava una vera rivoluzione». Prima l'uomo faceva sempre la stessa operazione su macchine sempre più perfezionate e più veloci. Adesso l'uomo viene chiamato ad eseguire una serie di operazioni fino al prodotto Anito. In un certo senso la Riv-Skf ha risolto il problema creando vere e proprie linee di montaggio (mentre in altre aziende con produzioni più complesse si sta invece progettando di spezzare le linee in isole). La contraddizione però è solo apparente. Le linee per i cuscinetti sono molto corte e richiedono un numero minimo di operai; in pratica finiscono per essere delle isole produttive. Facciamo un esempio pratico: gli anelli dei cuscinetti, già induriti, arrivano alla linea dove vengono rettificati su macchine che per metà lavorano gli anelli esterni per l'altra metà gli anelli interni; nella stazione successiva vengono appaiati e dopo il montaggio si esegue la serie dei collaudi. Tra una macchina e l'altra della linea si sono dovuti creare dei polmoni automatici per bilanciare il gettito produttivo di ogni singola macchina, variabile per motivi tecnici o umani. « Il tutto — dice il vicedirettore generale Ghidella — ha richiesto un accurato studio e una lunga fase di messa a punto. Le macchine stesse hannj dovuto essere modificate per poterle inserire in questo flusso automatico. In un certo senso le abbiamo dovute rendere intelligenti per compensare automaticamente molti d ì loro errori, primo fra tutti, il controllo automatico della qualità ». Che cosa è cambiato per i lavoratori? «L'operaio — spiegano i tecnici — ha perso la caratteristica di superspecializzato in una singola operazione ma ha acquistato il ruolo di responsabile di un intero processo produttivo. Su ogni linea, infatti, agisce un gruppo formato da alcuni operai che devono conoscere l'intero processo e cioè: le caratteristiche delle singole operazioni, le caratteristiche qualitative del prodotto, le caratteristiche dei processi di automazione dei trasporti. Questi gruppi di 3-4 persone possono condurre anche una decina di unità operative integrate. Sono intercambiabili tra di loro e non più legati al tempo delle singole operazioni, ma ad una cadenza produttiva della linea che viene autoregolata da loro stessi a seconda delle reali condizioni ottimali del processo, istante per istante. In altre parole abbiamo dato maggiori re¬ svmlmdcdqvssndpdirèlfsasosllcctbn sponsabilità alla gente che lavora sollecitando così una maggiore partecipazione». Alla Riv-Skf dieci anni fa la maggioranza degli operai era di terza categoria; oggi circa il 90 per cento è di seconda categoria. Quali sono i vantaggi di questo « nuovo modo di lavorare »? « I vantaggi — risponde l'ingegner Ghidella — sono stati numerosi: ogni linea è curata da un gruppo di operai, possibilmente sempre gli stessi sotto la guida dì un operatore che assume il ruolo di loro capo naturale; un modesto assenteismo è facilmente sopportato dalla struttura delle linee; le fermate per il riposo sono scelte dagli interessati senza alcun danno per la linea stessa. Inoltre il gruppo di operai della linea ha la responsabilità di controllare se le macchine sbagliano: fra i loro compiti vi è dunque anche l'autocontrollo sistematico, manuale o semiautomatico, del prodotto che fabbricano. Questi uomini devono conoscere a fondo le ca¬ ratteristiche di ciò che producono e partecipano pertanto con piena consapevolezza all'intero processo produttivo ». Il sistema delle « linee integrate », oltre ai fortissimi investimenti, richiede parecchie condizioni: afflusso tempestivo dei materiali sulla linea; carichi di lavoro uniformi e costanti il più possibile; manutenzione molto accurata e rapida; grandi volumi di produzione. Oggi la Riv-Skf ha organizzato con « linee integrate » gli stabilimenti di Airasca che producono per l'industria automobilistica e quelli di Cassino e di Bari che producono cuscinetti per motori elettrici o applicazioni domestiche. Si può dire che il cento per cento delle produzioni in grandissime serie è già stato trasformato. Nelle medie e piccole serie le trasformazioni hanno raggiunto finora il 50 per cento della produzione « con gruppi operativi più semplici ma assai promettenti ». Sergio Devecchi

Persone citate: Ghidella, Sergio Devecchi, Vittorio Ghidella

Luoghi citati: Airasca, Bari, Cassino, Torino