Turismo senza pietà "Non graditi i malati"

Turismo senza pietà "Non graditi i malati" "No» agli spastici in Liguria? Turismo senza pietà "Non graditi i malati" Esercenti e commercianti minacciano a Borgio Verezzi di restituire le licenze: non vogliono che un albergo ospiti bimbi minorati - Temono che gli infermi facciano fuggire i villeggianti (Dal nostro inviato speciale) Borgio Verezzi, 30 maggio. Chi vende il buon sole dell'estate, sulla Riviera, ha timori e apprensioni quanto i maìtres negli hotel: i quali si allarmano quando arriva un cliente che ha malsano pallore, barba non rasa, abito in disordine, e lo scacciano con un « tutto esaurito », perché potenziale veicolo di discredito al rinomato locale. Non mancano esempi. Ieri c'era un manicomio, che è necessario costruire, ma che due Comuni non vogliono ospitare, e se ne palleggiano il progetto a colpi di carta bollata. Oggi c'è un albergo, che diviene clinica, per bimbi spastici: ma il paese insorge, albergatori e commercianti fanno collegiale protesta. Si dà l'ultimatum: licenze restituite e botteghe chiuse, se vengono i malatini deformi. La storia è a Borgio Verezzi, paesino con 2100 abitanti, che vive dell'estate, quando arrivano i turisti, circa diecimila. In bella posizione, sulla collina, c'è l'albergo « Vela », moderno e ben attrezzato. L'ha costruito anni fa una congregazione valdese, con il denaro di collette in Svizzera. C'era il progetto di farne una casa per anziani, un poliambulatorio, ma non se ne parlò più. Poi l'hotel fu venduto agli Ospedali Evangelici Internazionali, sede a Genova. Questi ora hanno deciso di adattarlo a casa di cura per spastici: c'è posto per ottanta bimbi malati e quaranta assistenti. Una palestra e una piscina completeranno i servizi. Sabato è stato informato il sindaco, e in paese è arrivato l'ufficiale sanitario, per un sopralluogo. La notizia che a Borgio Verezzi sarebbero stati ospiti parecchi bimbi deformi è subito dilagata, subito gli operatori turistici si sono ribellati. Dicono: gli infermi andranno in giro con le carrozzine, i villeggianti scapperanno dal paese. L'albergo che attende l'arrivo degli spastici si trova nell'area d'apostolato di don Bruno Oddone. Dice il sacerdote: « Il dilemma è doloroso. Da un lato sta la pietà per chi soffre, dall'altro la disoccupazione, per i turisti fuggiti. Se non fosse possibile ospitare altrove i malati, subito direi ai parrocchiani che fanno male a negare una casa a chi ha bisogno di cure. Ma una soluzione c'è: gli spastici potrebbero essere accolti in un reparto dell'ospedale Santa Corona, a Pietra Ligure. Si dice che il posto c'è, che basta superare gualche inghippo burocratico. Tutti sarebbero soddisfatti: i malati, che vivrebbero in ambiente idoneo, e la popolazione di Borgio, che non avrebbe più timori per il turismo, sua unica fonte di reddito ». Sindaco del paese è Guido Piva, 76 anni, ex viceprefetto a Savona. Dice: « Sono venuti in municìpio albergatori e commercianti, ambasciatori di proteste. Non vogliono bambini deformi a Borgio Verezzi. Dicono che i piccoli, per scendere dall'albergo alla spiaggia, passeranno attraverso il paese, mostrando a tutti le loro infermità. Dicono che i villeggianti ne saranno turbati, e che anche i bimbi saranno a disagio. Per tutte queste ragioni non vogliono che l'albergo "Vela" sia una casa di cura. Altrimenti, dicono, restituiranno in blocco le licenze ». Ora il sindaco dice: «E' necessaria una soluzione: un altro posto per gli spastici. Una clinica nuova, in luogo appartato. Magari su terreno donato dal Comune. Dove non vanno i turisti ». In paese corre voce che il sindaco darà le dimissioni, se non riuscirà ad accontentare il comitato di protesta. Gu,do Piva smentisce: « Sarebbe un gesto stupido. Se però la de me l'ordina, io obbedirò ». Nella delegazione che è andata in municipio c'era anche Pietro Bergallo, 40 anni, proprietario dell'Albergo delle Rose. Racconta: « Siamo stati avvertiti da un delegato comunale. Subito ci siamo riuniti. Abbiamo raccolto adesioni alla protesta, abbiamo ora centinaia di firme contro l'ingresso in paese degli spastici. Per loro è necessario un edificio che sia al riparo dalla gente. Dobbiamo difendere i turisti, che a Borgio Verezzi vengono per divertirsi, per stare in allegria, non certo per immelanconirsi allo spettacolo di così tante infermità. Io non ho malanimo contro gli spastici, ma condivido in pieno i timori degli altri albergatori e commercianti. I turisti ci danno da vivere, ci dobbiamo preoccupare di loro. Altrimenti per noi è la fame ». Il comitato di protesta ha redatto un comunicato, nel quale dice che « è suo malgrado costretto a prendere l'importante decisione di consegnare al Comune tutte le licenze di commercio e di pubblica sicurezza. La decisione, come le future, sarà presa inztcPgcddgmaphmrcPpvdtnrgnuvsTtstcglilmc«nbdg in accordo con l'amministrazione comunale ». L'ultimatum è prudente: c'è la minaccia, grave, ma non i rischi. Per chiudere tutto — alberghi e locali pubblici — è necessaria infatti l'approvazione del municipio: che mai può darla. La sommossa di Borgio Verezzi ha una seconda motivazione, non palese. Se arrivano i bimbi spastici, il paese perde un albergo (ne ha sei), e s'allontana il numero dei posti-letto necessario per passare da «zona agricola » a « zona turistica ». Perché dunque la protesta: per i malati o per la ricettività che diminuisce? Risponde Pietro Bergallo: « Per entrambi i motivi. Nel comunicato non potevamo spiegare tutto. Noi abbiamo bisogno di altri hotel. Invece ce ne chiudono uno, ne fanno una clinica ». Borgio Verezzi è paese che vuole molto bene ai bambini, soprattutto a quelli infelici. Tutti lo dicono, in paese. Tutti dicono che — se non fosse per i turisti — bene accetti sarebbero anche gli spastici. Tutti dicono che hanno già fatto quanto era possibile: hanno accettato dodici istituti di suore, quattro colonie, una casa per ritardati mentali. Di questa è direttrice Agnese Fiallo, 31 anni. « Non posso fare dichiarazioni — dice — perché potrebbero scontentare i negozianti di Borgio. Dì loro ho bisogno. Mi aiutano nella rieducazione dei miei malati, li fanno " lavorare ", li mettono a contatto con la gente. Dico però che la protesta di questi giorni è eccessiva: se all'albergo " Vela " saranno ospitati bimbi spastici, non per questo vi sarà per le strade del paese un défilé di minorati. I malati saranno accompagnati in spiaggia su un pulmino, nessuno li vedrà. L'ultimatum mi sembi-a un bluff: nessuna licenza sarà restituita. Ci saranno ancora lagnanze, poi tutti accetteranno senza drammi i nuovi ospiti fissi. Anche perché è ingiusta un'altra soluzione: i piccoli non devono andare al Santa Corona: hanno bisogno di una casa, non di un ospedale ». All'albergo « Vela » la direttrice non c'è. La signorina Pasqualini è andata a Genova, a trovare gente che faccia le pulizie, perché presto arriveranno i malati, da Mantova. C'è solamente un bagnino, che fa qualche lavoro. « Qui ci sarà la palestra — dice — qui la piscina». Gli spastici non gli fanno paura. « Sono bambini ». Giuseppe Brunetto

Persone citate: Agnese Fiallo, Borgio, Bruno Oddone, Giuseppe Brunetto, Guido Piva, Pasqualini, Pietro Bergallo