Non c'è pace per gli indios

Non c'è pace per gli indios LA CRONACA DEGLI SPETTACOLI TELEVISIVI Non c'è pace per gli indios Il film "Alla ricerca di Maira" della serie "L'America Latina vista dai suoi registi" - L'Asia di Lizzani schiacciata dal calcio - Stasera si congeda il "Rischiatutto" Sul programma di ieri non c'è molto da dire. Timidamente sul « nazionale » ha provato a far sentire la sua voce (sempre un po' affranta e piagnucolosa, per la verità) il documentario Facce dell'Asia che cambia di Carlo Lizzani e Furio Colombo, probo anche se non trascinante viaggio tra i popoli e i problemi dell'Estremo Oriente... Niente da fare. La flebile voce è stata sommersa e annientata dai clamori immani che giungevano dal « secondo » dove stava andando in onda la partitissima. A questo punto viene fuori la protesta dei non tifosi: perché in alternativa al calcio non è stato offerto un qualcosa di più attraente e divertente di un reportage socio-politico? Perché non è stato dato un film o, almeno, un telefilm? Un telefilm c'è stato, sul « nazionale » Oltre la collina, del vetusto genere western tradizionale, ma è stato trasmesso, più o meno, dopo la fine dell'epico scontro di Belgrado. Altro non c'è da dire, per cui facciamo un passo indietro e torniamo a martedì, per parlare del quinto e penultimo film della serie «L'A¬ A l e i i i a i merica Latina vista dai suoi registi »: Alla ricerca di Maira di Gustavo Dahl. Diciamo subito — e ce ne dispiace — che Alla ricerca di Maira ci è parsa, sino ad ora, la pellicola meno valida del ciclo. Il tema era importante e drammatico: la sistematica distruzione che si sta facendo in Brasile, e da molti anni, degli indios che i bianchi stanano dalle foreste, perseguitano e disperdono, e d'altro canto l'impossibilità per gli indios di adattarsi al modo di vita e alla cultura dei bianchi. Sull'argomento il regista Dahl ha rilasciato al settimanale ufficiale della Rai dichiarazioni amare e polemiche (quali « E' il capitalismo che ha programmato l'eliminazione degli indios... il capitale vuole la terra degli indios per abbattere le foreste, costruire autostrade per vendere più automobili, impiantare miniere e stabilimenti petroliferi. Usi, costumi, cultura, tradizioni e 10 stesso popolo che li custodisce non contano di fronte al profìtto »): dichiarazioni che nella breve introduzione al film sono state tagliate o ridotte all'osso. Purtroppo, a nostro avviso, 11 film ha commesso l'errore di battere tutt'un'altra strada: ossia non ha parlato delle stragi di tribù avvenute in diversi periodi (con indumenti già appartenuti a lebbrosi e vaiolosi, con zucchero avvelenato o con l'uso delle armi...), ma ha descritto un caso singolo cercando di addentrarsi nella psicologia di una famiglia di indios che cercando « la casa di Maira » — una specie di paradiso — viene a contatto con la civiltà dei bianchi e ne rimane sopraffatta. Affidata ad attori professionisti che tra l'altro non ci sembra avessero le caratteristiche somatiche degli indigeni brasiliani, la storia ha finito coll'assumere inopinatamente toni sentimentali e romantici culminando in un finale ad effetto (il suicidio del « capo » che si lascia travolgere dalle acque del fiume). Vogliamo dire che era difficile vedere al di là di questa storia la tragedia di un popolo. Si rischiava piuttosto — e se ci fosse stata di mezzo una scimmia, il rischio sarebbe terribile — di vedere nel prode e sventurato « capo » una specie di Tarzan che disceso dall'albero assieme alla sua donna si trova a guardare il grammofono con atterrita curiosità e deve difendersi a colpi di muscolo dai bianchi che mirano a metterlo in ceppi. Annotiamo — non per amore del nudo nello spettacolo, che ormai è dispensato ovunque a tonnellate; ma per dovere di cronaca televisiva — che forse per la prima volta sul video sono apparse sequenze in cui i protagonisti (il « capo » e la sua giovane evmvvnnnlstulmcncg e graziosa moglie) si mostra-vano, tolto un esiguo perizoma, completamente nudi. Una volta... eh, una volta sarebbe venuto giù l'intero padiglione del cielo per l'indignazione. Adesso, fortunatamente, nessuno più ci bada. * * Stasera sul « secondo » alle 21,20 ultima trasmissione stagionale del Rischiatutto. Sul « nazionale » Victorine, telefilm polacco ricavato da un racconto di Balzac; dopo le 22 un numero di Adesso musica. Rileviamo che, ben che oggi sia giorno festivo, né sul primo, né sul secondo canale figurano nel pomerig- gio e sino alle 21 spettacoli o comunque programmi di- stensivi per adulti. Perché non approfittare dei pomeriggi festivi per qualche replica di film o di commedia? Radio: sul « nazionale » alle 22,30 Lieder di Schubert; sul « secondo » alle 20,15 Canzoni degli Anni 40 (Bruno Martino); sul « terzo » alle 12,30 La musica nel tempo (Eisenstein e la musica da film), alle 14,30 Concerto sin fonico (direttore Antal Do rati, musiche di Berg, Ciaikowski e Haydn), alle 17,35 L'angolo del jazz, alle 20,15 Musica contemporanea e al le 21,30 II malefìcio della far falla di Garda Lorca. u. bz.

Luoghi citati: America Latina, Asia, Belgrado, Brasile, Estremo Oriente, Latina