Ssperimento alle Nuove per ricostruire le lasi dell'evasione dei sette detenuti

Ssperimento alle Nuove per ricostruire le lasi dell'evasione dei sette detenuti Ssperimento alle Nuove per ricostruire le lasi dell'evasione dei sette detenuti Dopo le telefonate, le lettere. Vincenzo Cocciolo, il fantomatico rapitore dell'impiegata del San Paolo Wilma Tedeschi, sta giocando l'ultima carta con la polizia e i carabinieri che lo braccano giorno e notte in città. Si direbbe che non pensa tanto a nascondersi, quanto a dimostrare che non ha paura, che sfida le forze dell'ordine. Un gioco pericoloso: finora ha avuto la fortuna dalla sua, domani la buona stella potrebbe abbando. narlo facendolo cadere nella rete che si stringe inesorabilmente attorno a lui. Ieri ha fatto recapitare al suo difensore, avv. Perla, un memoriale di quattro pagine. La notte scorsa, sorpreso a bordo della sua fiammante 124 coupé, ha ingaggiato una gimkana con una volante della questura, ed è riuscito a metterla fuori combattimento, speronandola e mandandola a fracassarsi contro un muro. Cominciamo da quest'ultimo episodio, avvenuto alle 2 dì notte. Una telefonata anonima aveva segnalato la macchina ferma in piazza Statuto. Una ti pantera » della polizia è accorsa sul posto, ma inutilmente. La 124 coupé era sparita. E' ricomparsa alle 2, in centro, ed è stata subito riconosciuta da una radiomobile, il cui equipaggio non ha avuto dubbi sull'identità del giovane che sedeva al volante: era Vincenzo Cocciolo, capelli neri ricciuti, lo sguardo allucinato. E' scattato un inseguimento a 160 all'ora. Il silenzio delle vie deserte è stato lacerato dai motori « fuori giro » e dall'urlo della sirena. In corso Orbassano l'auto della polizia ha superato la macchina in fuga, le si è accostata nel tentativo di stringerla e obbligarla a fermarsi. Ma il Cocciolo, con una manovra azzardata, è riuscito a prevenire gli agenti: ha compiuto un improvviso scarto e con un colpo di coda ha agganciato il paraurti anteriore della volante. Un colpo di acceleratore, e la radiomobile è stata scaraventata sul mar- ciapiedi. Gli agenti sono scesi, hanno tentato di richiamare l'attenzione di qualche automobilista, ma ormai la coupé rossa si dileguava nel buio. « L'abbiamo perso per un soffio » è stato il commento del capo della mobile, dott. Falzone: « Quel tipo ci Ila giocati ancoro una volta ». Ieri mattina alle 10,30 il segretario dell'avv. Perla ha ritirato la posta dalla buca delle lettere. Una busta bianca, spessa, ha richiamato la sua attenzione. L'indirizzo era scritto in stampatello, sul retro, in corsivo, il nome del mittente: Vincenzo Cocciolo. Nessun francobollo, era stata recapitata a mano. Il segretario si è insospettito, ha chiamato la polizia che da tre giorni piantona l'ingresso dell'ufficio in via Bligny 10. La busta sembrava contenesse un cartoncino, e il pensiero è subito corso alle lettere esplosive al plastico, ormai diventate tristemente di moda. Gli agenti l'hanno recapitata ad un artificiere il quale ha provveduto, con le dovute cautele, ad aprirla. Nessuna bomba, soltanto il memoriale che il sedicente « Diabolik » aveva promesso giorni fa di spedire al suo legale. L'avv. Perla, convocato in Questura dal dott. Falzone, ha riconosciuto senza ombra di dubbio la calligrafia del suo assistito; anche il tono dello scritto sarebbe quello, caratteristico, del Cocciolo. « Egregio avvocato — scrive l'inafferrabile — sono innocente, non ho commesso nulla di tutto ciò che il magistrato e la stampa mi accusano. Un insieme di circostanze sfavorevoli mi hanno messo in questo pasticcio. Se potessi presentarmi in pubblico, dimostrerei la mia completa estraneità ai fatti. Ma non posso, e lei sa perché. Fino a qualche tempo fa ho vissuto in una stanza con un giovane amico, poi l'ho perso di vista. Potrebbe essere lui l'uomo che la polizia cerca. Forse l'equivoco in cui mi trovo è dovuto a questo scambio di persone ». La lettera prosegue su questo tono « lucido e dimesso n, come l'ha definito il capo della Mobile, senza aggiungere altre circostanze rilevanti. Non un accenno alla ragazza sequestrata e seviziata, come se si trattasse di un fatto che non riguarda l'autore della missiva. « Ma vi si legge tra le righe — dice la polizia — la paura, anzi il terrore dell'uomo che non si sente più sicuro in alcun luogo, che cerca disperatamente un contatto umano, per difendersi da un'accusa tanto infamante e per giustificare il juo comportamento ». Una cosa è certa: non è stato il Cocciolo a recapitare la busta nella portineria di via Bligny, perché gli agenti l'avrebbero riconosciuto. Si è servito senz'altro di un amico. Ed è su quest'ultimo, adesso, che le indagini si indirizzano: individuarlo significa forse mettere finalmente le mani sul bandito-fantasma. Ieri mattina è giunto da Gioia del Colle il padre del Cocciolo. Ha detto: u Mio figlio è pazzo ». * La notte scorsa la polizia è stata impegnata in due, drammatici inseguimenti. Il primo, andato a vuoto, con la 124 coupé del Cocciolo, il secondo, a pochi minuti di distanza, con una 500 di due ragazzini. Sono Vito e Giuseppe Fusco, di 13 e 17 anni, via Monglnevro 230. Una radiomobile li ha sorpresi mentre armeggiavano attorno a un distributore di benzina in via Romolo Gessi 4. L'equipaggio si è fermato per identificarli, ma i due fratelli sono saliti su una 500 e sono scappati. Quando si sono visti inseguiti, hanno fatto l'impossibile per sfuggire alla cattura: affrontata una curva in piena velocità, l'utilitaria sì è rovesciata su un fianco. I due ragazzi sono rimasti feriti in modo non grave: dopo una medicazione al Mauriziano, sono finiti in questura. Giuseppe Fusco è stato arrestato, mentre il fratello Vito, non imputabile perché minore di 14 anni, è stato consegnato ai genitori. ■k Domani mattina alle 9 il sostituto procuratore della Repubblica dott. Savio, il magistrato che si occupa dell'inchiesta sull'evasione dalle Nuove di domenica sera, procederà a una ricostruzione della fuga in tutti i suoi minimi particolari. Sette agenti rifaranno il percorso compiuto dagli evasi, dal momento in cui hanno segato l'inferriata della finestra del centro clinico, alla scalata del muro di cinta, alla discesa con le lenzuola sul corso Vittorio. Saranno presenti le guardie carcerarie indiziate di reato (aver cagionato, per colpa, l'evasione). Oltre alla sentinella Salvatore Espis, infatti, il dott. Savio ha inviato comunicazioni giudiziarie ad altri agenti di custodia. L'esperimento dovrà servire a stabilire se questi erano o no in grado di accorgersi, dal loro punto di osservazione, che i 7 detenuti si davano alla fuga. Il magistrato dovrà anche chiarire quanti colpi di mitra sono stati esplosi dall'Espis e in quale direzione. Tutti gli indiziati sono assistiti dall'avv. Geo Dal Fiume. L'avv. Aldo Perla: « E' la scrittura del Cocciolo » - Giuseppe Fusco è finito contro un palo per sfuggire all'inseguimento

Luoghi citati: Gioia Del Colle, San Paolo, Vito